Riaperta la Rocca di Urbisaglia
Giornata importante per gli abitanti di Urbisaglia che, nella mattinata di oggi, si sono riappropriati di due simboli cittadini: la chiesa di San Giorgio e la Rocca medioevale.
Nel giorno della festa del santo patrono, nonostante il maltempo, è stata riaperta dopo i lavori di riparazione dei danni provocati dal sisma del 2016 la chiesa di San Giorgio alla presenza del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, del parroco don Fabio Piombetti, dei sacerdoti dell’unità pastorale e della comunità dei fedeli.
Di seguito alle 11,30 i cittadini insieme alle autorità civili, religiose e militari hanno raggiunto la Rocca, dove il sindaco Paolo Giubileo e il vescovo hanno tagliato il secondo nastro. Centinaia di persone sono tornate a salire le ripide scale del Mastio nel cui interno è stata allestita una mostra di quadri di pittori locali: Raparo, Cagliostro e Migliorelli. Dopo i danni causati dagli eventi sismici 2016 al mastio della rocca medioevale, è stata avviata un’operazione di consolidamento e ripristino per garantire la sicurezza dell’edificio mediante interventi di restauro e risanamento conservativo, per un importo complessivo concesso dall’Usr Marche al Comune di 311mila euro.
La Rocca è il simbolo caratteristico del paese, legato alla storia urbisalviense ed è anche uno dei monumenti più rappresentativi del maceratese che ora può tornare fruibile anche per i turisti. La Rocca rimarrà aperta fino al mese di giugno tutti i sabati e i giorni festivi con visite guidate alle 15, alle 16 e alle 17, basterà recarsi all’ufficio turistico di Urbisaglia.
«La chiesa di San Giorgio riapre dopo sei mesi di lavori, nel giorno della memoria liturgica del santo martire di Nicomedia, è adiacente alla Porta della Vittoria, ingresso settentrionale di Urbisaglia – ha affermato il vescovo -. Il santo patrono della città, in qualche modo, dà il benvenuto a chi entra in città. Da qui parte il corso principale, che attraversa tutto l’abitato, passando davanti al palazzo municipale, per giungere fino alla Rocca e alla collegiata di San Lorenzo. Questa riapertura ha pertanto anche un valore simbolico.
A breve verrà ultimato e trasmesso alle autorità competenti al rilascio delle necessarie autorizzazioni il progetto di restauro della chiesa dell’Addolorata – sottolinea Marconi -. Il pregevole oratorio sacro è di proprietà dell’omonima confraternita, ma l’intervento ricade nella competenza della diocesi in qualità di soggetto attuatore. Una volta riaperte al culto entrambe le chiese, e nel caso di San Giorgio l’uso sarà più ampio che non specificatamente per il culto, estendendosi alle attività pastorali e culturali, sarà più facile per la comunità locale affrontare il restauro, ben più impegnativo, della Collegiata. In questo senso, avremo allora rifunzionalizzato i tre capisaldi del centro storico».
«Il progetto è stato redatto, con la supervisione dell’Ufficio Diocesano per il Sisma, dall’architetto Francesco Principi, in qualità di progettista principale e coordinatore, in collaborazione con l’architetto Marco Scrivani, l’architetto Michele De Angelis, il geometra Federico Principi, il geologo Daniele Piatti – si precisa in una nota della Diocesi. Ottimizzando al meglio il progetto, a fronte dei 300mila euro stanziati dall’ordinanza 105/2020, il costo complessivo dell’intervento è stato ridotto a 154.770,34 euro.
I lavori, consistenti nella riparazione dei danni strutturali provocati dal terremoto e nel ripristino delle finiture connesse, sono stati seguiti dalla Casep società cooperativa consortile, con sede a Urbisaglia. Hanno inoltre collaborato: Dive s.n.c e Geoin s.r.l. per le indagini conoscitive propedeutiche alla progettazione. Il vescovo – si legge in conclusione -, ancora una volta ha ringraziato quanti, a vario titolo e livello, hanno collaborato per raggiungere l’obiettivo. In maniera particolare la struttura del commissario straordinario per il sisma del centro Italia 2016, l’ufficio speciale per la ricostruzione delle Marche e la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ascoli, Fermo e Macerata».
Complimenti
L'importante sono le chiese,chi se ne frega se molta gente ancora sta dentro le sae,vi ricordate cosa significa sae vero?
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