Frode fiscale da oltre 67 milioni
con lavoratori “fantasma”.
Denunciati in 4, maxi sequestro

INDAGINE - La Guardia di finanza ha scoperto un sistema messo in piedi da un imprenditore del maceratese che tramite sei aziende cartiere emetteva fatture per prestazioni di servizi inesistenti. Sequestrati immobili, auto, denaro per 14 milioni

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di Gianluca Ginella

Ricavi d’oro utilizzando lavoratori inesistenti che sulla carta prestavano la loro manodopera per imprese del settore delle pulizie, dei trasporti e della logistica, una frode fiscale milionaria quella scoperta dalla Guardia di finanza di Macerata. Sequestrati 14 milioni di euro tra quote societarie, immobili e contanti. Quattro le persone denunciate, tutte residenti nel Maceratese, a cui erano intestate sei società cartiere che risultavano operare nel mondo dei servizi e che avevano sede (fittizia) a Roma. Di fatto queste società esistevano solo sulla carta, una di queste aveva sede in un garage, altre in condomini dove vivevano persone del tutto ignare dell’esistenza di queste aziende.

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Le indagini sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia economica finanziaria di Macerata

I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Macerata, diretto dal tenente colonnello Francesco Mirarchi, hanno lavorato per due anni circa sul caso ricostruendo una maxi frode che, secondo gli inquirenti, era stata ideata da uno dei quattro denunciati (un imprenditore) che poi aveva coinvolto gli altri (si tratta di suoi amici o conoscenti). In seguito alle indagini i finanzieri hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di oltre 14 milioni di euro, con il quale il Gip del tribunale di Macerata ha disposto il sequestro di conti correnti, quote societarie, immobili e auto verso le sei imprese e i 4 rappresentati legali.

Secondo gli inquirenti gli indagati avevano messo in piedi un complesso meccanismo di frode fiscale fondato sull’emissione di fatture false, tra il 2018 e il 2021, per oltre 67 milioni di euro e su omesse e infedeli dichiarazioni. Le indagini si sono svolte attraverso pedinamenti, analisi del fatturato delle imprese e accertamenti su documentazione amministrativa e contabile.

guardia-di-finanza-2-325x244In sostanza le sei aziende cartiere emettevano fatture false per fittizie prestazioni di servizi come il fornire manodopera ad aziende per lo più del Lazio che lavorano nel settore delle pulizie, dei trasporti e della logistica (su queste aziende le indagini saranno condotte dai reparti della Finanza competenti per territorio).

A parte l’imprenditore che avrebbe architettato il sistema, gli altri tre denunciati sarebbero stati delle teste di legno messe formalmente a capo delle aziende. Nel corso delle indagini l’attenzione dei finanzieri ha riguardato anche la frequente delocalizzazione delle sedi delle società in grandi centri metropolitani, caratterizzati dalla presenza di un considerevole numero di partite Iva aperte per cercare di sfuggire ai controlli. I quattro denunciati devono rispondere, a vario titolo, di emissione di false fatture, omessa dichiarazione Iva, infedele dichiarazione dei redditi, distruzione e occultamento delle scritture contabili, omesso versamento dell’Iva.

(Servizio aggiornato alle 13,55)



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