Ex Ipak, partita la demolizione:
«Allarghiamo il parco dell’Annunziata»

MONTECOSARO - Lo stabilimento a due passi dal santuario di Santa Maria a piè di Chienti diventerà parte integrante dell'area verde circostante. Il sindaco Reano Malaisi e l'assessore Filippo D'Alterio: «Un passaggio decisivo di un progetto complessivo che ha l'obiettivo di creare un grande parco pubblico che si estenda fino al Chienti»

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Ruspe in azione all’ex Ipak

Presto (si spera) l’area ex Ipak diventerà parte integrante dell’area verde del santuario di Santa Maria a piè di Chienti. O almeno questo è il sogno del sindaco Reano Malaisi e dell’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Filippo D’Alterio, confermando l’avvio della demolizione dello scheletro che giace a breve distanza dall’anello verde.

«L’area è stata diversi anni fa inserita all’interno del parco dell’Annunziata, questo significa che un eventuale acquirente avrebbe avuto la sola possibilità di ristrutturare l’esistente o di demolire lasciando l’area a verde – spiegano i due – per questo motivo nessuna manifestazione di interesse è stata presentata nei tanti anni in cui l’area è stata inserita nelle aste pubbliche. L’unica possibilità per recuperare lo spazio, che ha costituito una ferita profonda al tessuto urbanistico della zona e un pericolo per la presenza in esso di amianto e di rifiuti speciali, era che il Comune si facesse carico di acquisirne la proprietà».

L’ex suolificio era stato acquisito attraverso un accordo con dei privati, che dovevano realizzare all’interno di una lottizzazione industriale una strada di collegamento, negli anni passati e tutt’oggi, non realizzabile perché essa necessita dell’attraversamento di un canale su cui non è possibile intervenire per ragioni di sicurezza idrogeologica. Dopo una stima che ha ritenuta congrua l’operazione, l’amministrazione ha permutato la realizzazione della strada con l’acquisto dell’area, mantenendo nel piano regolatore aperta la possibilità di realizzare il collegamento quando e se mai ve ne sarà la possibilità. «Dopo l’acquisto, si è provveduto allo smantellamento dei tetti in amianto e allo smaltimento di tutti i rifiuti, molti dei quali ad alto potenziale di inquinamento ed è in corso la demolizione dell’intero edificio – proseguono Malaisi e D’Alterio – tali interventi sono stati sostenuti attraverso un investimento complessivo di circa 350mila euro, metà dei quali ottenuti da finanziamenti ministeriali e per la restante metà da fondi comunali. Attraverso l’adozione nell’ultima variante, avvenuta lo scorso 27 dicembre, l’area è stata destinata a verde attrezzato con l’intenzione di allargare ad essa il parco esistente, potendo nel contempo realizzare, in armonia con le indicazioni che perverranno dalla Soprintendenza dei beni culturali, quegli spazi ricreativi/ricettivi necessari a darle una maggiore fruibilità sia per la cittadinanza di Montecosaro sia per i servizi a disposizione dei sempre più numerosi turisti. Sono già stati stanziati dalla Regione e nella disponibilità del Comune circa 60mila euro necessari per le analisi volte a verificare lo stato di inquinamento dei terreni e, nel caso, stabilire le modalità di intervento. Riteniamo questo un passo decisivo di un progetto complessivo che abbraccia tutta l’area e che, nelle nostre intenzioni, dovrà indirizzarsi, attraverso l’acquisizione di tutti i terreni tra Santa Maria a piè di Chienti e il Parco fluviale ai fini della realizzazione di un grande parco pubblico che darebbe a Montecosaro Scalo una rilevanza pubblica e un importante potenziale economico».



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