
Coba as Coba e Oki Jin
di Marco Ribechi
Da Macerata al Giappone passando per Castelfidardo, la fisarmonica di Coba strega il teatro Lauro Rossi. Ieri sera al teatro cittadino in occasione della terza edizione di Tipicità Evo si sono esibiti il maestro mondiale di fisarmonica, il giapponese Coba as Coba, insieme a Oki Jin, interprete straordinario della chitarra flamenco. Insieme hanno dato vita a un viaggio sonoro di rara bellezza.
Coba as Coba ha all’attivo 47 album, oltre un milione di dischi venduti, già eletto miglior fisarmonicista al mondo e interprete di importanti collaborazioni come quella con l’artista islandese Björk. La narrazione vuole che Coba as Coba, imbattutosi in una fisarmonica fin da bambino, l’abbia smontata per poi scoprire che era stata fabbricata a Castelfidardo.
Da lì il viaggio in Italia e un matrimonio musicale con lo strumento che lo ha portato ai più grandi vertici della world music mondiale.
Insieme a lui però anche Oki Jin, un chitarrista di livello assoluto, virtuoso e sentimentale allo stesso tempo, grande interprete della chitarra flamenco e in grado di sposare alla perfezione le sue sonorità con quelle del maestro fisarmonicista.
Il risultato dell’alchimia sul palco è qualcosa di eccezionale. Uno stile non facilmente identificabile, con pennellate di suoni che dipingono arcobaleni musicali, onirici e gioiosi. Le melodie proposte spaziano in ogni luogo e in ogni tempo: da uno stile estremamente mediterraneo, che richiama quasi i vicoli di Napoli o di qualche porto andaluso, si passa a sound più latinoamericani, ma anche alla nordica Scozia o ai jazz club di primo Novecento nelle fumose periferie americane. Il concerto si apre con uno dei maggiori successi dell’artista nipponico, Sara seguita da Profilo del tempo. Si prosegue con Scottish Breakfast dove il sound richiama quel mondo celtico e folklorico che, in una mistura quasi impossibile, si unisce all’anima giapponese degli interpreti. Con Sakura è Oki Jin a mostrare tutto il suo valore in un brano solista che reinterpreta una delle più famose arie giapponesi in chiave flamenco.
«La dedico con rispetto e cura a questa Terra» dirà il chitarrista, tenendo a mente che in giapponese il Sakura, ovvero il ciliegio, è il simbolo del distacco dalle cose, il fiore che sboccia solo per dare la sua bellezza al mondo e poi morire.
Dopo il solo di chitarra è il momento di vedere Coba as Coba in tutta la sua capacità espressiva. L’artista esce, scende addirittura tra il pubblico e, continuando ad utilizzare la fisarmonica in modo assolutamente personale, mescolando variopinte melodie e ritmiche, dà vita ad un omaggio al tango, musica che tanto ha valorizzato proprio il suo strumento. L’ultimo brano è Crimson strings: «Credo sarà l’ultimo pezzo – dice in italiano l’artista scherzando e guardandosi il polso – orologio giapponese è molto preciso». Al termine gli applausi sono infiniti e il duo non può non concedere un bis, veramente richiesto e acclamato dalla platea. «Tipicità Evo, banzai» sono le ultime parole prima del saluto finale accompagnato dalla standing ovation per una notte irripetibile.


Musicisti molto virtuosi. Bellissima serata!
Bravissimi !
Complimenti, davvero bellissima serata
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