di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)
È partito senza staccare la cima “Il predatore”, l’imbarcazione che ha portato in mare l’urna del patrono San Marone. Un piccolo “incidente” da cui il parroco ha colto una morale: «ecco cosa significa essere tutti sulla stessa barca». Un mare calmo dopo il vento del pomeriggio ha accolto la reliquia del santo dopo la tradizionale cerimonia religiosa nella chiesa di Cristo Re officiata dal vicario del vescovo don Giordano Trapasso.
Presenti tutte le autorità civili e religiose, il sindaco Fabrizio Ciarapica, assieme ai suoi colleghi di Monteleone di Fermo e di Monte Vidon Combatte con cui Civitanova condivide il patrono. Nell’omelia il parroco ha richiamato alla missione che ogni città è chiamata a compiere, così come San Marone ha fatto attraverso la parola evangelica. «Penso a noi adulti – ha detto don Giordano Trapasso – il bene di questa città si realizza se viviamo in fondo la missione che siamo. Per una città significa volontariato, sicurezza, giustizia, ordine, amministrazione. Chi vive la sua missione è una persona feconda. Le nuove generazioni ci guardano anche se non ce ne rendiamo conto e se vedono persone che danno la vita per la propria missione dopo di noi ci sarà qualcuno che dirà, eccomi, sono disponibile».
Dopo la messa, come da tradizione è partita la processione verso l’area portuale dove l’urna del santo è stata ospitata nel peschereccio “Predatore” seguita da altri pescherecci e imbarcazioni private e scortata dalle barche della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza. Appena partiti per l’emozione una delle cime che legava il peschereccio al porto è rimasta attaccata. Un piccolo imprevisto che non ha minato però lo spirito con cui ogni anno i civitanovesi accolgono e vivono questo momento di religiosità e profonda tradizione marinaresca.
Tanti infatti anche i turisti e civitanovesi che sono stati imbarcati dalla motonave Guidotti e dalle altre imbarcazioni per la processione in mare.
Un’auto portata via dal carro attrezzi durante la cerimonia
Il tragitto ha seguito il percorso tradizionale con le prue a nord e poi a sud, prima della deposizione di una corona d’alloro in mare con il suono del silenzio e la preghiera ai caduti.
A margine della cerimonia brutta sorpresa invece per chi aveva parcheggiato nel piazzale davanti alla chiesa di Cristo Re. A causa della “Sagra de li calamà” infatti erano stati posti dei divieti di sosta e la polizia municipale ha rimosso diverse autovetture parcheggiate.
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