Raggiro dell’antiriciclaggio,
scoperto il metodo “Hawala”

BANCHIERI DI STRADA - La Guardia di finanza ha denunciato due guineani, residenti in provincia di Macerata, che hanno trasferito somme sino a 100mila euro senza passare attraverso i sistemi bancari. Identificati settantadue "clienti"

- caricamento letture

Foto-1-con-logo-Antiriciclaggio-325x245

 

Erano riusciti ad eludere il sistema bancario realizzando un circuito alternativo attraverso il quale con dei mediatori riuscivano a  trasferire in Guinea somme di denaro ai connazionali.

Aveva base in provincia di Macerata la “testa” del metodo “Hawala”, un sistema illegale di circolazione di fondi attraverso il quale due guineani residenti nel Maceratese avevano costruito una rete che si estendeva in tutta Italia e di cui avevano usufruito 72 connazionali.

La Guardia di finanza di Macerata ha denunciato i due guineani per attività finanziaria e violazioni alla normativa antiriciclaggio: rischiano una reclusione fino a quattro anni.

Le Fiamme gialle hanno messo in campo un’operazione di polizia valutaria riuscendo a ricostruire che i due “banchieri di strada” nel periodo 2020/2022, avevano costruito un articolato sistema illegale per trasferire denaro, per l’importo complessivo di circa 100mila euro, bypassando gli intermediari finanziari abilitati. Il metodo si chiama “Hawala”.

Nello specifico, uno dei guineani acquistava una carta Postepay che dava in uso al proprio cognato, sulla quale si faceva accreditare somme di denaro, per poi effettuare illecite movimentazioni finanziarie transfrontaliere.

Offrivano così un’alternativa al sistema bancario nazionale, utilizzato esclusivamente dalla cerchia dei connazionali.

Il trasferimento di denaro prevede la partecipazione di quattro attori: l’ordinante, cioè il migrante che vuole trasferire il denaro; l’hawaladar, ossia il banchiere di strada che, nel Paese di accoglienza, raccoglie dal migrante (ordinante) i fondi da trasferire; l’hawaladar nel paese di destinazione dei fondi, che liquiderà il denaro al beneficiario; il beneficiario, colui al quale il denaro è destinato.

In sostanza, il meccanismo di funzionamento è il seguente: l’ordinante, per esempio un migrante che lavora in Italia, consegna il denaro all’hawaladar, cioè all’intermediario abusivo che si trova in Italia. L’intermediario comunica all’ordinante un codice di autenticazione che questi notificherà per telefono o mail al beneficiario che risiede nel Paese di destinazione dei fondi. Il beneficiario con il codice si presenta all’altro hawaladar, cioè l’agente che risiede nel suo stesso Paese, che, una volta verificato il codice, liquiderà il denaro al beneficiario stesso.

Un sistema complesso in  cui non esiste alcun trasferimento fisico di denaro, bensì un apparato di trasferimenti, prevalentemente telefonici, che alla fine comportano dei sistemi di compensazione.

Il tutto, in spregio alle regole che regolano le norme antiriciclaggio evitando tracciamento e identificazione del denaro. Sono stati identificati settantadue soggetti guineani, residenti in Trentino, Friuli, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna, che si sono avvalsi del sistema finanziario abusivo. I due “banchieri di strada”, residenti in provincia di Macerata, sono stati denunciati per abusiva attività finanziaria e violazioni alla normativa antiriciclaggio.

(redazione CM)



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X