Rifiuti, campanilismi e inefficienza politica
si tradurranno nell’ennessima stangata»

L'AFFONDO di Cgil e Cisl dopo che l'assemblea del Cosmari, per via del nodo irrisolto della discarica di Cingoli, ha chiesto all'Ata di deliberare un aumento del 15% della Tari

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Rocco Gravina e Daniele Principi

«L’assenza di visione strategica e l’incapacità decisionale presentano il conto: cittadini, lavoratori, pensionati e disoccupati della nostra provincia i cui redditi, già profondamente colpiti negli ultimi anni da sisma e pandemia, sono oggi falcidiati da un’inflazione fuori controllo, si troveranno anche a subire nel 2024-2025 un aumento della Tari del 15%». E’ quanto denunciano Cgil e Cisl dopo l’ultima assemblea dei soci del Cosmari la quale, aggiornando il Piano Economico finanziario, ha chiesto all’Ata di deliberare in tal senso a seguito di “circostanze straordinarie intercorse”.

«Se alcune delle problematiche rilevate (aumento costi materie prime e tassi di interesse, incendio impianto Tmb) non erano effettivamente preventivabili – dicono Daniele Principi e Andrea Coppari per la Cgil e Rocco Gravina e Claudio Giuliano per la Cisl – questo di certo non può essere affermato riguardo all’annosa questione discarica. La mancata risoluzione della problematica inerente la necessità di individuazione un nuovo sito a seguito del previsto esaurimento della capacità di Cingoli (settembre 2023), è frutto di oltre dieci anni di assenza di programmazione politica che parte dalla vecchia amministrazione provinciale e prosegue in tal senso anche con la nuova amministrazione provinciale; tutto ciò risulta inaccettabile».

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Il cda ed il direttore del Cosmari Pellei all’ultima assemblea

«La (non) soluzione trovata nel conferire lo smaltimento dei rifiuti a Fermo e Pesaro per almeno un anno in attesa dell’ulteriore ampliamento del sito di Cingoli  – continuano i sindacati – farà inevitabilmente impennare i costi comportando un aumento complessivo – apprendiamo sempre dall’Assemblea del Cosmari – di disavanzo per il triennio 2023-2025 di 13,5 milioni di euro ed il dato potrebbe inoltre addirittura peggiorare qualora per la fine del prossimo anno non si sia addivenuti all’ampliamento del sito di Cingoli. Oltretutto il trasporto dei rifiuti fuori provincia produrrà anche un problema enorme di inquinamento, forse anche peggiore di quello causato dalla discarica in previsione, senza contare che il trasporto su mezzi pesanti può impattare negativamente sulla sicurezza stradale e sui lavoratori; di questi temi nessuno ha fatto una seria valutazione. Campanilismi ed inefficienza della classe politica (aggravata dalla circostanza per cui la gran parte dei Comuni oltre che Provincia e Regione sono ormai governati dalla stessa maggioranza politica), che hanno impedito qualsiasi decisione negli ultimi 10 anni almeno – si tradurranno nell’ennesima stangata per i cittadini, peraltro in una provincia da sempre virtuosa per le percentuali di raccolta differenziata raggiunte».

«Questa situazione inaccettabile – concludono i sindacati – le cui responsabilità sono chiarissime si inserisce in un quadro generale inerente la questione rifiuti sconcertante, con la Regione Marche che non riesce a licenziare un piano di ambito regionale da anni con conseguenti problematiche di accesso alle risorse già previste del Pnrr. Preoccupa in prospettiva anche la situazione del Cosmari, la cui presidenza è ancora vacante in attesa della pronuncia del Tar in merito alla vicenda Pezzanesi, con la scadenza della gestione in- house providing prevista per il 2029 che, seppur non dietro l’angolo, si avvicina sempre di più. Urgono prospettive chiare e sostenibili dal punto di vista economico ed ambientale, che facciano del ciclo dei rifiuti un volano per lo sviluppo di tutto il territorio, ponendo sin da ora le basi per preservarne la gestione pubblica, nell’interesse della cittadinanza e delle generazioni future».

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