Simone Riccioni
di Francesca Marsili
Simone Riccioni torna al cinema. Dopo il successo della commedia teatrale “Ma che problemi hai” l’attore, regista e sceneggiatore di Corridonia ritrova la sua più grande passione. A metà agosto il primo ciak del film interamente girato nell’entroterra maceratese che lo vedrà protagonista maschile di una commedia drammatica: «Rappresenta la mia maturità artistica».
Non solo: «A breve mi vedrete in una veste molto particolare al fianco di Paolo Calabresi in un film che uscirà sulle principali piattaforme».
E poi la scuola di recitazione,“Cinemachepassione”: «Sono proiettato a far emergere talenti e dar loro le stesse possibilità che ho avuto io in un mondo dove muoversi da soli non è semplice».
Col suo proverbiale e inesauribile entusiasmo, Riccioni, artista dell’interpretazione che passa dal palcoscenico teatrale al grande schermo, dietro e davanti la cinepresa, racconta a Cronache Maceratesi i suoi principali progetti e confessa: «E’ un momento molto impegnato. Sto cercando di tirar fuori nuove idee al punto di rifiutare tre film, due col ruolo di protagonista. Ora sono concentrato sul mio progetto cinematografico».
Quindi un nuovo film in partenza, dal titolo?
«E’ un film a cui tengo tantissimo, le riprese del inizieranno a metà agosto e per ora ha un titolo provvisorio: “Neve”. E’ un progetto nato da una mia idea a cui lavoro da quattro anni e col quale mi gioco tutto. Abbiamo appena terminato il lavoro con gli sceneggiatori e sta diventando qualcosa di davvero importante»
Ci dica qualcosa in più.
«Posso dire che è un ritorno alla commedia drammatica, un po’ alla “Come saltano i pesci” del carissimo Alessandro Valori. Tornerò ad essere il protagonista, oltre che produttore, coregista e sceneggiatore e mi sento di dire che rappresenta la mia maturità artistica».
Chi sarà la protagonista femminile?
«Una bambina di 10 anni, bravissima! Un talento incredibile. Quando la vedrete recitare capirete perché ha il ruolo da protagonista. E poi un cast stellare, ci saranno due guest star molto conosciute, ma sono scaramantico. E poi ci sono i ragazzi della mia scuola scuola di recitazione, lavorare con loro è fantastico. Siamo anche alla ricerca di alcune comparse per piccoli ruoli».
E dove sarà girato?
«Interamente nell’entroterra maceratese, tra Treia, Sefro e Sarnano. In questi giorni siamo impegnati con i sopralluoghi del film, principalmente a Treia, dove saranno girate la maggior parte delle scene. Le riprese dureranno circa quattro settimane».
uno scatto dalle riprese del film “La ballata dei gusci infranti”
Dopo la “Ballata dei gusci infranti” che si è guadagnato una candidatura ai David di Donatello oltre che diversi premi internazionali, si torna a valorizzare il nostro territorio con un film Made in Marche.
«Esattamente, un film dove la scenografia avrà i nostri incredibili paesaggi. Il film ha il sostegno della Marche film Commission per valorizzare i i nostri luoghi come destinazioni turistiche e e cineturistiche e promuovere le competenze artistiche e le maestranze tecniche del territorio e anche quello del Comune di Treia dove si girerà l’80% del film».
E poi un film dove sarà al fianco di Paolo Calabresi, appena rientrato da Cannes con “Rapito”, di Marco Bellocchio.
«Un film importante, girato lo scorso ottobre, che uscirà a breve sulle principali piattaforme. Sarò uno degli attori protagonisti e mi vedrete nella veste di un personaggio davvero particolare. Calabresi è un attore straordinario. In questo film, di cui non posso svelare altro, sarò il suo braccio destro. Lavorare con un attore candidato ai Nastri d’Argento è un’esperienza che ti resta dentro. Umanamente e professionalmente».
Tanto cinema per lei, ma anche nel futuro dei ragazzi con la sua scuola di recitazione,“Cinemachepassione”.
«Si. Ci sono giovani che hanno davvero tanto talento, la scuola nasce proprio per farlo emergere. Molti di loro hanno già debuttato con me a teatro in “Ma che problemi hai?”. Altri saranno nel cast del film in partenza agosto. Abbiamo dei validissimi docenti che vengono da Roma a insegnare recitazione. La scuola, in tal senso, vuole anche essere un ponte con la capitale. I ragazzi che vogliono approcciarsi a questa professione, piuttosto che andare a Roma senza alcun punto di riferimento, studiano con noi e saremo fare incontri e provini. Stiamo iniziando ad essere una realtà riconosciuta, che prova a strizzare l’occhio ai grandi».
E com’è lavorare con questi giovani sognatori?
«Emozionante, sono tutti dei miei fratelli. Si crea complicità e confronto continuo. Sta accadendo che questa palestra per aspiranti attori sta facendo crescere anche me».
Ma è in partenza anche qualcosa di più.
«Il secondo Summer camp, a luglio, in un casolare a Loro Piceno. Siamo già al completo con 42 aspiranti attori di tutte le età, dai 12 ai 50 anni e provenienti da tutto il centro Italia. Nasce con l’idea di dare agli allievi l’opportunità di giocarsi un ruolo, ma è anche una vetrina per farsi conoscere, incontreranno professionisti che possono cambiare la loro vita».
In che modo?
«E’ un intensivo di sei giorni dove i ragazzi avranno l’opportunità di conoscere dei validissimi docenti. Un approfondimento alla recitazione, una palestra direi per attori. C’è una logopedista, la dottoressa Lucia Calza, docente universitaria al Policlinico delle Marche, una professionista della voce. Con lei andremo andiamo a lavorare sulla dizione, sul respiro, sulle corde vocali, insomma, sulla voce e sulla comunicazione verbale, lo strumento più importante per un attore. Il secondo docente è il regista e produttore cinematografico Emanuele Caruso, che lavorerà sul rapporto regista-attore. Chiederà ai ragazzi di interpretare delle scene e insegnerà loro come si lavora a stretto contatto col regista. E poi c’è Stefano Rabbolini, casting director, ovvero la figura che cerca i protagonisti e le figure secondarie per film e fiction, colui che provìni gli attori. La nostra è una palestra per attori dove non finisci mai di imparare, studiare, lavorare, metterti alla prova e al tempo stesso partecipare ai nostri film e fare provini».
Buon tutto
Auguri
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Aspetto sempre notizie sul pecorso artistico dei miei amici, tra i quali – oltre a Frank Ricci e Fabiana Vivani, c’è l’attore-regista-scrittore Simone Riccioni, mio concittadino. E’ pure un esempio di imprenditoria artistica per fare sognare giovani talenti nel settore del teatro e del cinema, ma che prima di tutto forma psichiacamente e fisicamente alla comunicazione e al comportamento degli allievi: pure se non dovessero “sfondare”, questi giovani vivrebbero un’alchimia di sogni e di formazione psicologica, utile nella vita e in ogni professione.
Il mio rammarico – pure se riconosco a Treia, Sarnano e Sefro dei luoghi adatti a fare da sfondo alle storie di Simone Riccioni – è quello di non vederlo “girare” nella mia Montolmo, oggi col nome fasullo dato dal Ventennio di “Corridonia” (che aveva preso il posto dell’altrettanto fasullo di “Pausula”, significando con ciò che i miei concittadini sono orfani incoscienti di appartenenza storica). In Corridonia-Montolmo abbiamo sfondi paesaggistici importanti e storici, adatti a richiamare turisti: dalla visione dei Sibillini, alla piazza del Municipio stile Ventennio, a San Claudio al Chienti. Io so perchè Simone non si ferma a Corridonia-Montolmo… Non perchè Simone sia nato in Uganda, nella zona di Kitgum in cui anni prima ero passato per entrare clandestinamente nel Sud Sudan in guerra… Se lo potessi farei un film su papà e mamma di Simone: personaggi che si sono dedicati agli altri in zone povere e pericolose, come l’Uganda dell’epoca. Oppure come il papà, noto medico, che andò in zone di guerra e di massacri, per portare aiuto e sollievo a quelle popolazioni, considerate sorelle in quanto cattolico, oppure per spirito laico evoluto…
Perchè nessuna amministrazione montolmese – chiedo – ha invitato Simone Riccioni a mettere il suo talento al servizio della sua città Montolmo-Corridonia? Magari per un documentario a sfondo turistico?… Se avessi il denaro sufficiente, glielo farei “girare” a mie spese… Il motivo sarà che nessuno è profeta in patria. Per cui Simone Riccioni diventa profeta di altre patrie, degnissime – lo affermo con ammirazione – come Treia e Sarnano, e pure di Sefro, che non conosco: mi si perdoni l’ignoranza. Magari mi ci faccio accompagnare…
Michele: Senti che lavoro, me n’ero dimenticato, che lavoro fai?
Cristina: Be’, mi interesso di molte cose: cinema, teatro, fotografia, musica, leggo…
Michele: E concretamente?
Cristina: Non so cosa vuoi dire.
Michele: Come non sai, cioè che lavoro fai?
Cristina: Nulla di preciso.
Michele: … Come campi?
Cristina: Mah… te l’ho detto: giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose.
Ecce bombo di Nanni Moretti ….