Il tumore della mammella rappresenta la forma più comune di cancro nelle donne. Ieri mattina all’hotel Horizon di Montegranaro, si sono riuniti i professionisti della regione impegnati da questa patologia per il consueto appuntamento di confronto e integrazione annuale. Il convegno “Neoplasia della mammella: il traguardo all’orizzonte” è stato organizzato dal dottor Nicola Battelli, primario di Oncologia dell’ospedale di Macerata e dal dottor Paolo Decembrini Cognigni, primario di Senologia, sempre nell’ospedale del capoluogo.
Il dottor Nicola Battelli
«Una donna su otto si ammala di questa patologia – ha detto il dottor Battelli- la dobbiamo affrontare con una équipe multidisciplinare che parte dal patologo con l’ausilio di test genomici, il radiologo che fa la diagnosi, il senologo lo psicologo, l’oncologo il fisioterapista e il dottore di medicina generale. Molto importanti anche le associazioni delle pazienti». La parte finale del congresso è aperta alla popolazione. Si è parlato di quanto i social possono essere utili ma pericolosi. «Il dottor Google – dice Battelli – è il primo che ognuno di noi consulta quando ha una diagnosi ma ci può dare informazioni sbagliate. E’ lì che l’équipe deve guidare la donna verso la guarigione».
E’ stato il dottor Decembrini Cognigni a chiarire l’importanza del congresso di oggi: «E’ un appuntamento annuale non per fare il punto sulle innovazioni scientifiche ma per aprire una discussione tra gli operatori della mammella, un gruppo di professionisti che interloquiscono e si confrontano in un progetto comune. L’équipe non può essere locale ma deve essere regionale»
Tra i relatori il dottor Oreste Gentilini, primario del San Raffaele di Milano: «Ci troviamo in una fase in cui la parola più importante per quanto riguarda la chirurgia per il tumore al seno è di escalation quindi in sostanza riduzione del peso dell’intervento chirurgico sia per quanto riguarda la chirurgia mammaria che per quanto riguarda la chirurgia dei linfonodi. Abbiamo sempre maggiore possibilità di ridurre il peso dell’intervento chirurgico a livello del seno e a livello linfonodale. L’altra cosa molto importante è l’integrazione terapeutica per cui adesso, sempre e di più abbiamo la possibilità, anzi il dovere di integrare la terapia chirurgica nel contesto di tutte le altre terapie mediche e radianti. In questa maniera abbiamo certamente la possibilità di migliorare la prognosi e i risultati per le nostre pazienti».
Per Flavia Carle direttore dell’agenzia regionale sanitaria delle Marche, quello di Montegranaro: «E’ un incontro che va a scandagliare quelle che sono le varie sfaccettature della neoplasia della mammella e fa il punto sia sulle strategie diagnostiche terapeutiche innovative che sulla possibilità di essere vicini alle pazienti che hanno avuto la sfortuna di avere questa malattia, una malattia che stiamo combattendo con successo. La sopravvivenza a cinque anni è arrivata al 91% per le donne che hanno meno di 75 anni e questo è dovuto sicuramente al lavoro diagnostico e terapeutico e allo screening offerto a tutta la popolazione a rischio. Vi è uno studio che dimostra che se il tumore viene trovato al primo stadio la sopravvivenza dopo i cinque anni è del 100%. Colgo l’occasione per fare l’ennesimo appello a tutte le donne di approfittare di questa grande occasione che ci offre il servizio sanitario nazionale».
«E’ un convegno di notevole rilevanza – ha sottolineato Daniela Corsi direttore generale Ast Macerata – anche perché sottolinea come in questa azienda l’Unità Operativa Complessa di Oncologia di Macerata insieme alle Unità Operative Semplici Dipartimentali di Civitanova e di San Severino abbiano creato una rete molto importante centrata tra i tanti aspetti dell’oncologia in particolare sul tumore della mammella. Chiaramente questo è favorito anche dalla presenza di una Unità di Breast Unit che è diretta dal dottor Decembrini e che è composta da professionisti che amano il loro lavoro e il convegno di oggi ne è una dimostrazione in quanto si danno informazioni su quelle che sono le novità e fare il punto su una malattia che colpisce molte donne».
Per Carlo Di Falco, direttore medico del Presidio ospedaliero unico dell’Ast di Macerata che raggruppa l’ospedale di Macerata con gli altri ospedali più periferici di Civitanova, Camerino e San Severino, «la fotografia è di una sanità che funziona e che ha un’attenzione particolare soprattutto nei riguardi della donna. E’ una patologia che forse più di tutte le altre pone veramente e concretamente al centro la paziente perché intervengono varie discipline e varie specializzazioni in maniera veramente integrata. E’ un percorso che la donna può fare sia dal punto di vista della prevenzione primaria che è quella che veramente impedisce alla patologia di manifestarsi, a seguire poi la diagnosi precoce. Noi abbiamo la possibilità di individuare in maniera molto precoce la persona a rischio determinandone soprattutto il livello di rischio per poi inserirla in un percorso clinico assistenziale che porta ormai anche alla completa guarigione».
Foto e video Federico De Marco
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