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Rosticceria Mirella spegne i fornelli (Video)
«Attività a gonfie vele ma manca il personale
e nessuno vuole raccogliere il testimone»

CORRIDONIA - Dopo 42 anni di attività, domani ultimo giorno di lavoro per Mirella Rapari e il marito e braccio destro Alberto. Hanno cucinato per i terremotati, sostenuto chi aveva bisogno durante il Covid e collaborato alla stesura del disciplinare per il riconoscimento dei Vincisgrassi come Stg: «Avrei voluto passare il testimone e trasmettere la cultura della cucina tipica che non si impara se qualcuno non la tramanda»

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di Alessandra Pierini

Oggi sarà l’ultimo giorno di lavoro dopo 42 anni di attività per Rosticceria Mirella a Corridonia. Lo video annuncia Mirella Rapari la quale, i 42 anni di attività, sembra non averli sentiti affatto. E’ energica, frizzante e attivissima come sempre anche se il dolore si sente. Ha scelto di salutare e ringraziare tutti in un video messaggio che ha diffuso sui social che vedono la sua attività presente e al passo.

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Mirella e Alberto

«Ho aperto questa attività con mio marito Alberto – ricorda – ben 42 anni fa. Lui è stato il front man, pronto a dire sì a tutti i clienti, oltre ad essere addetto alla logistica e all’organizzazione. Io invece imprenditrice agricola e sempre in cucina. La nostra forza è stata essere due in uno». E proprio le origini di Mirella sono state la sua grande forza: «Vengo da una famiglia contadina, conosco le materie prime e ho attinto per il lavoro alle mie produzioni di olio e ortaggi, quindi la mia impronta è su questo. E’ quello che ho trasmesso ai miei clienti».

Mirella Rapari è infatti molto inserita nell’ambiente di cuochi e chef ed è iscritta ad una serie di associazioni di settore tra cui la Federazione Italiana Cuochi per dirne una. Da 42 anni cucina i Vincisgrassi e ha collaborato fianco a fianco con Iginia Carducci per stilare il disciplinare che li ha portati al riconoscimento di Specialità tradizionale geografica riconosciuto dall’Unione Europea.
«Ho cucinato per i terremotati – ricorda – e più di recente all’inizio della pandemia da covid ho distribuito i prodotti della mia azienda gratuitamente tra gente in difficoltà. Mi sono anche resa disponibile a cucinare piatti ad hoc per clienti che avessero particolari esigenze per problemi di salute. E’ per questo che molti oggi mi salutano dicendomi “Fai parte della famiglia, sei una di noi, i tuoi piatti rimarranno nei nostri cuori”».

vincisgrassi

I Vincisgrassi di Mirella

Purtroppo però non ci sarà un dopo Mirella. «E’ il mio cruccio non aver trovato persone disponibili a fare questo lavoro con amore e dedizione. Ci manca il personale e la salute è venuta a mancare a mio marito. La cosa che mi addolora è che questa attività è come un figlio, lo vorresti vedere all’università, invece sparirà nel nulla. Io ambivo a poter passare il testimone perché la tradizione della cucina maceratese continuasse. Non si è affacciato nessuno. Ero pronta a passare il testimone e trasmettere una cultura di 42 anni e una cucina tipica che non si impara se qualcuno non te la tramanda».

Per Mirella e Alberto non c’è stato Natale, né Pasqua. «Se penso alla fatica scapperei subito – spiega –  ma l’artigiano maceratese è uno che si rimbocca le maniche, lavora con mani, mente e cuore e li mette in circolo. Io continuerò a farlo. Ho già un contatto per portare i Vincisgrassi all’estero e sarò sempre a disposizione».

 

 

 

 

 

 

 

 



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