La protesta di stamattina davanti al Santo Stefano
“Stesso lavoro, stessi diritti”, “Contratto subito”. Sono questi i cori scanditi dai lavoratori della sanità privata, che stamattina si sono ritrovati in sit-in a Porto Potenza Picena, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto dal 2012, da parte del gruppo Kos Care. La manifestazione, promossa dalla funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil si è svolta nel piazzale antistante la struttura del Santo Stefano, la più grande del gruppo in ambito regionale.
Grandissima adesione, con affluenze da tutti i centri ambulatoriali riabilitativi della provincia, da Macerata sino all’entroterra. Gli oltre 1000 dipendenti del gruppo privato, determinati quanto delusi dalla situazione di stallo creatasi hanno ribadito con forza la richiesta di adeguamento salariale in linea con quanto ricevono gli altri operatori del settore, ovvero richiedono lo stesso percorso intrapreso dall’Emilia Romagna, dove di recente è stato applicato il nuovo Ccnl Aiop anche alle strutture riabilitative. «Il dumping salariale con i colleghi del pubblico è ormai non più tollerabile, peraltro alle porte di una nuova ondata pandemica», dicono i sindacati.
Ad incendiare ulteriormente il clima già infernale, i sindacati hanno illustrato la nuova proposta di rimodulazione oraria ricevuta di recente dall’azienda, «che – spiegano – sottrae l’assistenza complessiva nelle 24 ore e peggiora la turnistica: i lavoratori hanno ferocemente rispedito al mittente. La proprietà del gruppo Kos, giustifica i ritardi nel contratto ( inferiore del 20% rispetto agli altri) con il mancato rinnovo della convenzioni con la Regione Marche (tra le 8 Regioni d’Italia che non hanno ratificato l’impegno nazionale sancito dall’Assemblea delle Regioni) e comunque non può ripercuotersi su terapisti, infermieri, operatori socio-sanitario che si sacrificano quotidianamente erogando un servizio di alta qualità». Le rappresentanze sindacali sono concordi affinché il gruppo anticipi quanto dovuto ai propri lavoratori e contestualmente hanno sollecitato di nuovo (il 19 luglio) l’apertura del confronto con l’assessorato alla Salute della Regione per 2 volte rinviato. «Se non ci saranno ulteriori progressi – concludono i sindacati – sulla scia delle varie manifestazioni che si stanno organizzando in tutta la penisola, non rimarremo spettatori di uno “scontro tennistico” tra le parti ma veicoleremo le proteste che confluiranno in un inevitabile sciopero generale nazionale. Pretendiamo risposte immediate, dal Gruppo e dalla Regione. Non ci fermiamo».
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