di Enrico Maria Scattolini
INCROCIO un Nocera giù di tono (-).
COMPRENSIBILMENTE. Per il perdurare dell’astinenza agonistica della Maceratese. In più, nella circostanza, traumatizzata dall’improvvisa morte di Diego Maradona (—).
DAL MISTER BIANCOROSSO sofferta sino alle lacrime (-), essendo napoletano legato da profondo affetto alla squadra della sua città.
MA ANCHE PER IL PARTICOLARE RICORDO (+++) di essere stato avversario diretto dello straordinario campione argentino.
ACCADDE trent’anni fa, in una partita di sedicesimi finale disputata fra il Napoli ed il Cosenza in Coppa Italia. Edizione 1990/91.
NOCERA giocava all’epoca come terzino nella formazione campana guidata da Gianni Di Marzio, in serie B.
«PERO’ in quell’incontro fui schierato a centrocampo», ricorda Nocera. L’allenatore mi affidò infatti la marcatura ad uomo di Alemao; con il compito di raddoppiare su Maradona, controllato in prima battuta da Catena. Di Marzio mi fece indossare la maglia numero 10. Omologa a quella di Dieguito, il quale all’inizio provò simpatia per quello che riteneva un suo omologo, sia pure in sedicesimo. Tanto che mi si avvicinò mentre stavamo entrando sul terreno di gioco del San Paolo (davanti a 30.000 spettatori) e mi augurò un “buena suerte” che non dimenticherò mai».
MALIZIOSA PARENTESI DEL CRONISTA (Di qui probabilmente i successivi rapporti di lavoro di Nocera con i giocatori di lingua spagnola come il folto gruppo di argentini che lo circonda attualmente nella Maceratese. Dal quale forse si allontanerà Miramontes, che pare abbia trovato sistemazione in Patria).
MA RITORNO SUBITO alla narrazione(+) del tecnico biancorosso.
«L’INCONTRO FU DURISSIMO. Io tentai in tutti i modi di ostacolare Maradona in seconda battuta, ogniqualvolta sfuggiva al mio collega Catena. Purtroppo con scarsi risultati, perché i miei tempi d’intervento erano quasi sempre da lui anticipati con la sua straordinaria tecnica e velocità di esecuzione».
«SICCHE’ a me non restava che ammirarlo».
«SUBIMMO un rotondo 3-0. Segnarono Ciro Ferrara, Maradona su calcio di rigore e Careca».
NOMI che mi riportano ad un passato purtroppo ormai remoto (-).
NOCERA conclude il suo suggestivo racconto con un pizzico di rammarico (-).
«SI’, perché proprio a me capitò l’occasione buona per segnare il gol della bandiera. Ricevetti un assist da un mio collega che mi liberò davanti a Galli. Purtroppo calciai addosso al portiere. Così non entrai nella storia».
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