Paolo Sciapichetti e Linda Ricci
di Ugo Bellesi
In un periodo in cui la ristorazione stenta a riprendersi, dopo la lunga chiusura obbligata per il virus, e tanti locali non riapriranno per le norme troppo restrittive create per combattere la pandemia, c’è chi va in controtendenza e trova la spinta giusta e l’entusiasmo per aprire un nuovo ristorante. E’ successo a Pollenza dove Linda Ricci e Paolo Sciapichetti, già noti restauratori di opere d’arte, hanno aperto in questi giorni un locale dal nome ambizioso: “Domus Historical Food”.
Perché Domus? Lo chiediamo a Paolo Sciapichetti che ci spiega: «La nostra è una casa di sperimentazione gastronomico-culturale che offre pietanze tratte da antichi ricettari, dall’epoca romana alla fine del XIX secolo, per condurre i nostri ospiti in un viaggio sensoriale nel tempo e per far loro riscoprire dei sapori in parte perduti. La cucina può insegnarci la storia e una semplice ricetta può risvegliare tutto il nostro bagaglio culturale». Il discorso di Paolo Sciapichetti ha un senso se ricordiamo che più di quattro anni fa i due coniugi hanno dato vita ad una associazione che si chiama “Domus in arte” e che ha raccolto oltre un centinaio di giovani e meno giovani attratti dalla scoperta di poter collegare la gastronomia con la storia. Ed infatti questa associazione ha organizzato nel tempo numerose cene a tema su vari periodi storici, nel corso dei quali si ragionava sull’evoluzione avuta dai piatti ma anche sulle scelte gastronomiche che si sono alternate nel tempo, il tutto strettamente collegato con gli avvenimenti storici come le Crociate, la scoperta dell’America, le guerre commerciali per avere le spezie provenienti dall’oriente. L’attenzione è soprattutto collegata all’epoca romana, a quella medievale, alla rinascimentale, alla barocca, all’illuminismo e all’Ottocento, e si chiude con l’Artusi.
Uno dei menu d’epoca
All’inaugurazione del ristorante, che si trova in via Trebbio 25 di Pollenza, sono intervenuti, oltre al sindaco Mauro Romoli, che ha formulato i migliori auguri ai giovani titolari del locale, gli amici, alcuni colleghi e anche persone interessate alla novità della ristorazione collegata alla cultura. Il ristorante è aperto a cena il giovedì, il venerdì e il sabato mentre la domenica sia a pranzo che a cena ma sempre su prenotazione. «La nostra pizza – ci dice Linda Ricci – è fatta con farine locali, lievita in modo lento e naturale grazie alla nostra ‘pasta madre viva’ e tanta passione. Viene condita con prodotti stagionali e di qualità seguendo gli abbinamenti delle ricette storiche, che consentono di fare un viaggio attraverso i secoli. La selezione dei piatti storici viene fatta in base alla stagione e alla disponibilità dei prodotti, il che consente di fare piccoli viaggi nella storia, dalla Roma antica all’Ottocento. Il cliente può scegliere il periodo storico che vuole degustare e il genere di pietanze che vorrebbe assaggiare scegliendo tra i menù che saranno forniti da noi per aiutare nella scelta».
Una comitiva può chiedere di ricreare un banchetto d’epoca ma può anche scegliere uno dei piatti storici che sono inseriti nel menù, e cioè “gustatio dell’antica Roma”, “torta di riso rinascimentale”, “’pasticcio di vitello medievale”, “tacchina in galantina settecentesca”. Per i dolci ci sono: la “torta di sambuco”, il “gattò alla corradina” e il celebre “biancomangiare”.
Qualcuno con tanto coraggio
Bravi!!!ottimismo ce la farete
Bravissimi
I vini no però, nell'antica Roma erano corretti con il Piombo.
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Se tra Domus e Historical avesso messo una lineetta (così: Domus – Historical food) sarebbe stato meglio.
Cultura – Storia – Coraggio. Abbiamo tante capacità, proposte e spinte coraggiose. Purtroppo la casta politica è colma di ignoranza e di passività. Infatti ignorano la Storia. Quindi non sanno da dove vengono e di conseguenza non sanno dove andare.
Tanto per citare: abbiamo la Cappella Palatina di Carlo Magno, da dove è scaturita la civiltà attuale con il Sacro Romano Impero, diventata con il silenzio nei secoli l’Abbazia di San Claudio, in Comune di Corridonia: esistono libri di diversi autori in cui ci sono ormai tutte le prove a favore… Ebbene cosa accade? Nessuna iniziativa da parte dell’Amministrazione comunale di Corridonia e ostracismo al cento per cento da parte del Consiglio Parrocchiale di San Claudio contro il Centro Studi San Claudio al Chienti, che sta portando a livello internazionale le tesi incontestate sulla Cappella Palatina e su Aquisgrana nella vallata del Chienti del professore Giovanni Carnevale, salesiano, laureato in archeologia romanica. Abbiamo un Consiglio Parrocchiale che vuole fare rimanere l’Abbazia di San Claudio la piccola parrocchia rurale, quale è stata fino ad oggi. Vacci a capire cosa ci può essere dentro quegli individui: ignoranza della cultura storica e pregiudizio verso il nuovo che viene dal’esterno. Ad essi interessa gestire una parrocchia rurale… Altro che turismo di massa! Questa è la politica del PD, salvo alcune rare eccezioni.
ma parla come magni…