di Laura Boccanera
Commissione urbanistica, rinviata la variante che prevede il cambio di destinazione d’uso da verde a residenziale di 4.600 metri quadrati in via D’Azeglio, a Civitanova. Approvato in commissione invece il rimboschimento della zona della lottizzazione Cristallo con 3 ettari e mezzo di verde. Si è riunita nel pomeriggio la Commissione urbanistica per discutere di diversi punti all’ordine del giorno. La Commissione ha votato favorevolmente la richiesta presentata da una ditta sulla base della legge in materia che obbliga al rimboschimento le aziende che si occupano di estrazione e cave. L’area a beneficiare del rimboschimento è quella a ridosso della lottizzazione Cristallo e va ad interessare quella zona dove insistono campi sportivi, ma che si trova a pochi passi dall’autostrada. E’ stata invece posticipata la discussione sulla variante di via D’Azeglio, una porzione di terreno a pochi metri dal lungomare sud, due lotti di proprietà del cantiere navale Santini per 2.200 metri quadrati e di 2.400 metri quadrati di proprietà dell’avvocato dell’assessore all’Urbanistica Fausto Troiani, Gian Luigi Boschi, e di Pierpaolo Lattanzi. In sede di dibattito il consigliere Pier Paolo Rossi ha obiettato che l’area di cui si andava a discutere è stata inserita come opera da sottoporre a variante utile per il riammagliamento della zona sud e ha chiesto contezza della motivazione per la quale una zona che dista centinaia di metri dall’area interessata alla nuova viabilità sia sottoposta ad una variante che consentirà di edificare in quella che da piano regolatore attualmente è destinato a verde. «Non si capisce perchè nella delibera del riammagliamento compaia la tavola con una serie di varianti che nulla c’entrano col riammagliamento» chiede Rossi. A rispondere il dirigente Paolo Strappato: «in effetti non c’entra nulla – conferma Strappato – inserita erroneamente nella delibera, quella tavola era una ricognizione che come ufficio avevamo fatto per analizzare la situazione delle varianti richieste, in maniera impropria è finita nella delibera, ma non ha valore giuridico e non impegna l’amministrazione, poi corrisponde a verità che le varianti sono state inserite per trovare i soldi per fare il riammagliamento». Una svista grave invece secondo Rossi che ha richiesto la rettifica della delibera con l’eliminazione della tavola.
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