di Laura Boccanera
Lavori in corso in via Duca degli Abruzzi, i commercianti costretti a ricorrere a stratagemmi e iniziative private pur di non perdere fatturato o mettere in pericolo l’incolumità dei clienti. La seconda via principale di Civitanova è ormai un cantiere a cielo aperto fra pedoni e auto in transito. Situazione ingestibile per i commercianti e residenti costretti a convivere quotidianamente con rumori, caos e disagi. E così a causa del cantiere estivo c’è chi ha fatto i bagagli e si è trasferito temporaneamente su Corso Umberto I. E’ il caso ad esempio della boutique Romagnoli.
All’inizio di questa settimana i lavori hanno interessato proprio il tratto sud di via Duca Degli Abruzzi, fra via Carena e via Conchiglia, in prossimità del negozio. Complessivamente, salvo ritardi, si tratta di almeno 3 giorni di lavoro fra scavo, sistemazione dei sottoservizi e ripristino del manto. Poi se tutto va bene c’è qualche giorno di pausa e si inizia con la pavimentazione. Nel frattempo oltre al disturbo di tenere chiuso c’è tutto il corollario dei vari inconvenienti che capitano in un cantiere a cielo aperto con la circolazione delle auto ininterrotta: polvere di marmo, rumori, bobcat contro mano in mezzo alla strada e parcheggiati ai lati di notte e pedoni costretti a passare a fianco ai mezzi da lavoro o al centro della carreggiata e piastrelle abbandonate in mezzo ai marciapiedi. Un calvario iniziato a giugno e che non finirà prima del 16 settembre. La ditta nei giorni scorsi, assieme all’amministrazione, ha illustrato il nuovo cronoprogramma che prevede anche una pausa per le ferie ad agosto. Nel frattempo però sono stati dismessi i vecchi lampioni che dovranno essere sostituiti da quelli nuovi e la via resterà al buio. I commercianti sono sfiniti per i continui problemi (un marciapiede è stato rifatto a pochi giorni dal completamento in quanto disallineato rispetto alla strada e al cordolo successivo) e non vedono la soluzione. Ma c’è anche chi si è dovuto arrangiare e ha preferito risolversela da sé. E’ il caso del negozio Land art che piuttosto che lasciare l’angolo del marciapiede non concluso ha costruito per conto proprio uno scivolo con del legno truciolato che consente un accesso agevole al negozio e al marciapiede, senza il pericolo di cadute e incidenti. La ditta che ha avuto l’appalto dei lavori infatti ha lasciato la maggior parte degli angoli dei marciapiedi allo stato grezzo, senza pavimentazione, mettendo delle transenne con un nastro per interdire l’area. In alcuni punti, come all’angolo con corso Dalmazia, di fianco all’ufficio postale, l’angolo è addirittura diventato una specie di rimessa per bancali. C’è anche chi ha preferito proprio andarsene e sloggiare per un po’ pur di non perdere clienti: la boutique Romagnoli ha dovuto prendere in affitto un temporary store dove trovare ospitalità per la durata dei lavori e investire di tasca propria pur di non perdere clienti.
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Beh, dai cinquemila euro di incasso persi, tutto un susseguirsi di sorprese.