Armamento vigili, è guerra fra sindacati. Dopo i malumori all’interno del corpo dei vigili urbani per l’utilizzo delle armi che da qui a poco la municipale di Civitanova dovrà imbracciare, fra i sindacati è scontro: torna a parlare dell’argomento il responsabile regionale Csa Marche, Benedetto Crescenzi che sottolinea come per Civitanova l’armamento sia sconveniente e taccia di “sciacallaggio” il sindacato “avverso” che nei giorni scorsi si era pronunciato favorevolmente nonostante la maggior parte degli uomini in servizio a Civitanova siano contrari. «Va chiarito che un conto è la posizione “nazionale” del sindacato e altra cosa invece è la questione “locale” – spiega Crescenzi – e della necessità di un ordinamento nazionale che preveda uniformità sul tutto il territorio nazionale delle dotazioni minime strumentali, tra cui l’armamento. Nell’attuale contesto e in attesa della legge di riforma, a livello locale dobbiamo imbatterci verso amministrazioni, come quella di Civitanova, dove la Polizia locale viene considerata praticamente zero, salvo assumere decisioni riguardanti il corpo finalizzate solamente ad un uso politico per mostrarsi belli agli occhi della cittadinanza con provvedimenti imposti dalla sera alla mattina e senza mai il coinvolgimento degli operatori e dei sindacati. L’amministrazione di Civitanova dopo aver autorizzato una discoteca in pieno centro e con tutte le conseguenze facilmente immaginabili, ha deciso su due piedi di creare un servizio dalla mezzanotte alle 6 di soli 2 agenti locali per garantire la sicurezza urbana. La dirigenza sindacale ha detto sì all’armamento, richiedendo però prima di assumere decisioni la piena conoscenza delle risorse umane del corpo, una polizza assicurativa specifica, formazione e preparazione tecnica, sicurezza sui luoghi di lavoro, ma la politica ha detto no e noi abbiamo salvaguardato le donne e uomini della Polizia locale di Civitanova. Questo è il sindacato responsabile, lo sciacallaggio lo lasciamo fare ad altri, tra cui sindacati che sono fuori da ogni realtà ma abili in quella virtuale del web e dei social».
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