Si è fatto attendere l’Infinito, il manoscritto che Giacomo Leopardi, nel 1819, compose a soli 20 anni. E’ arrivato a Recanati con un paio di ore di ritardo. Doveva essere nella città leopardiana intorno alle 11, invece per problemi tecnici ha fatto il suo ingresso, scortato dai vigili urbani, alle 13,10, in un van Mercedes. Il manoscritto era dentro una valigetta ed è stato controllato. Prima è stata tenuta nel granaio di Villa Colloredo Mels in attesa dell’arrivo del sindaco. Poi verso le 14,30 l’apertura.
Il manoscritto
Il plico in realtà contiene diversi documenti autografi: sonetti, lettere, documenti e gli Idilli, all’interno dei quali c’è l’Infinito. Il manoscritto di una delle opere più famose di Leopardi era custodito a Visso e la struttura che l’ospitava è rimasta seriamente compromessa dal terremoto del 2016. Ai responsabili di Recanati Sistema Museo risulta che l’ultima volta che il manoscritto di Visso venne esposto a Recanati fu il 1898, in occasione del primo centenario della nascita di Leopardi. Il manoscritto leopardiano farà parte di una mostra che inaugurerà il 20 dicembre a Villa Colloredo Mels e che darà il via alle celebrazioni che per un anno intero animeranno Recanati per il bicentenario dal suo componimento.
(foto di Federico De Marco)
(servizio aggiornato alle 16,56)
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Son cose che fanno pensare: mettere l’infinito prima in una valigetta poi in un granaio, trasferire l’infinito da Visso a Recanati, perché poi si tratta del secondo infinito essendo rimasto il primo infinito a Napoli… sarebbe stato spettacolare accoppiare i due infiniti, il più grande spettacolo dopo il big bang… Giordano Bruno, Plotino sarebbero rimasti incantati, avrebbero ringraziato infinitamente…