L’Hotel House
di Federica Nardi
«Bloccare gli accessi agli appartamenti disabitati con nuove chiusure o ripristinando le vecchie». Così il sindaco di Porto Recanati, Roberto Mozzicafreddo, ha intimato a fine luglio i curatori fallimentari degli appartamenti sotto sequestro all’Hotel House, di bloccarne l’accesso in ogni modo, entro il 10 settembre. Sono sedici le ordinanze, ognuna indirizzata ai diversi curatori. Mentre gli appartamenti sequestrati negli anni sono circa 60. Nei provvedimenti si sottolinea che «dai ripetuti sopralluoghi effettuati dal Comune è emerso che numerosi appartamenti risultano aperti, disabitati e incustoditi e risultano essere oggetto di occupazioni e visite di persone estranee». All’interno inoltre ci sono «depositi incontrollati di materiali di ogni tipo, immondizia, residui di cibo e rifiuti organici. Tale situazione – dice il sindaco nell’ordinanza -, determina disagio, insicurezza e precarie condizioni igieniche tali da aggravare pesantemente il già difficile contesto di degrado e vivibilità del condominio».
Un contesto che ha attirato anche l’attenzione della stampa internazionale. Ieri il Guardian ha dedicato un lungo reportage al palazzone multietnico, partendo dal rinvenimento delle ossa di Cameyi, 15enne scomparsa nel 2010. I suoi resti sono stati trovati a poca distanza dall’Hotel House, in un pozzo. L’articolo del quotidiano anglosassone approfondisce il mistero della morte di Cameyi, i legami tra il palazzone, il mercato della droga e anche l’impatto dell’immigrazione negli ultimi anni. “Il mercato della droga all’interno dell’Hotel House si stima che vada tra i 5 e 10 milioni di euro all’anno – una cifra non gigantesca, ma in un palazzo in cui la povertà e il degrado sono ovunque, comunque impressionante”, dice il giornalista, che aggiunge: “Si stima che qui ci siano almeno 50 spacciatori a tempo pieno – comprano, tagliano, impacchettano e vendono. Non tutti ai piani alti sono criminali, ma è come trovarsi in una versione invertita dell’Inferno di Dante: più in alto sali, più sembra farsi buio”.
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E’ un primo passo, speriamo che sia vero.
Un giro d’affari di 5/10 milioni di €… una cifra non gigantesca… ma ‘sto “giornalista anglosassone” dove vive? In un paese come Porto Recanati con un “fatturato” del genere ti piazzi ai primi posti tra le aziende migliori…………. Fortuna il Guardian…………………….
..infatti le aziende che guadagnano di più, oggi, sono quelle che producono e vendono droga, sempre dopo quelle dei commercio dei migranti, ovviamente, egregio signor Rossi. Ossequi. Giuseppe.
Un appartamento sequestrato è un appartamento a cui l’autorità giudiziaria ha apposto i sigilli. Qualcuno li ha tolti, quindi a questi appartamenti vanno ri-apposti i sigilli.
Che dire,sono anni e anni..che si scrive.
sigillateli dentro
E’ vero con la droga si guadagna parecchio e gli italiani lo hanno capito benissimo visto che l’ azienda a livello globale che ne trae i maggiori profitti e’ nostrana.Anche in periodi di crisi c’è chi tiene in alto il Made in Italy.Anche queste sono soddisfazioni.
..è vero, egregio signor Poloni, e l’azienda ‘nostrana’ assume tutti clandestini per le varie attività collaterali, perché li paga molto meno degli italiani ed anche perché, se ‘pizzicati’, rischiano molto poco, direi quasi niente, dato che risultano essere dei ‘poveri migranti’ !! Ossequi. gv
https://it.wikipedia.org/wiki/Famiglia_Trafficante
No l’azienda nostrana di cui parlo non assume poveri migranti,al limite fa affari con loro,si serve solo di gente locale fidata.
..si informi meglio egregio signor Poloni, e tanti auguri per la ricerca. Ossequi. gv
Lei dice a tutti dal suo pulpito di informarsi come fosse custode di chissa’ quali inenarrabili verita’.Allora le chiedo,come mai questi spacciatori vengono rilasciati immediatamente?Comprare e rivendere droga(reato odioso ma poco “criminalizzato”)non basta per essere considerati mafiosi o collusi.La mafia si avvale di personaggi “insospettabili”della poltica,dell’imprenditoria,delle FO veda le ultime inchieste su Mafia Capitale o i condannati eccellenti come Andreotti o Dell’Utri
Egregio signor Poloni, le ripeto, vada in giro in certi luoghi ed a certe ore in paesi, provincie e città italiane, e potrà vedere con i suoi occhi, se lo vorrà, chi sono gli spacciatori dei ragazzini italiani, e non solo; certo che ci sono anche spacciatori italiani, ma, come le ho già detto, gli stranieri costano molto meno, alle organizzazioni, e rischiano poco, come anche Lei ha chiarito, dicendo che vengono rilasciati immediatamente, e chissà perché!? Questi sono i piccoli spacciatori, mentre per i grossi carichi di droga le organizzazioni sono sempre straniere, alleate, ovviamente, con la malavita italiana, insieme a alcuni corrotti istituzionali, ma non sempre. Infatti, negli ultimi anni, la malavita straniera ha già preso sotto il loro controllo zone del territorio nazionale. Io non parlo né dal pulpito, né sono depositario di chissà quali verità, signor Poloni, sono solo informato, come tanti altri, cerco di dotarmi di buon senso, e, soprattutto, cerco di non indossare degli ipocriti paraocchi. Ossequi. gv
Evidentemente lei ha fatto il militare a Cuneo!
Cosa vuole che le dica più, signor Poloni, buona serata e tante belle cose. gv