Allarme dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil di Macerata per l’ipotesi prospettata dal gruppo Ubi di trasferire il polo tecnologico e l’help desk da Macerata (Piediripa) a Jesi. «Gli impegni contrattuali aziendali presi lo scorso anno – si legge nella nota sindacale – in occasione del processo di integrazione delle tre “bridge Banks” in UbiBanca ed Ubiss individuavano nove poli territoriali per il mantenimento e/o potenziamento delle strutture, di cui tre nelle Marche, ovvero Pesaro, Jesi e Macerata. In questo specifico contesto solo Macerata verrebbe colpita dai tagli occupazionali, un presidio di eccellenza informatica e di servizio alla clientela, che nel corso del tempo e nonostante la recente crisi, ha sempre garantito professionalità ed efficienza. L’ipotizzato trasferimento va ad aggiungersi ad un processo di riorganizzazione territoriale della rete commerciale che già vede la chiusura di filiali e sportelli, in qualche caso in zone molto delicate indebolendone le prospettive di ripresa».
Cgil, Cisl e Uil evidenziano anche il contesto di crisi economica e degli eventi sismici: «L’eventuale smantellamento impatterebbe fortemente su di un territorio già duramente colpito e provato, sulle economie dei comuni limitrofi ma soprattutto sulla vita degli oltre cento dipendenti che dovrebbero emigrare a Jesi. Persone che si sono impegnate fortemente affinché il processo di migrazione informatica si realizzasse nel migliore dei modi, che in molti casi provengono dalle zone terremotate, che magari a causa del terremoto si sono momentaneamente trasferite a Macerata in attesa di ricostruire la propria abitazione, e che nel caso in cui la loro sede di lavoro fosse trasferita definitivamente a Jesi, difficilmente ritornerebbero nei luoghi di origine. Si aggiunga a tutto ciò anche la sottrazione di uno dei poli attrattivi per i laureati e non di informatica dell’ateneo di Camerino, con il quale c’è sempre stato un proficuo scambio di conoscenze e professionalità». I sindacati confederali chiedono di individuare soluzioni alternative al trasferimento con possibili soluzioni, sostenibili economicamente e socialmente, che insistano nel territorio maceratese e proporranno iniziative di coinvolgimento delle istituzioni locali e di sostegno alla protesta dei lavoratori interessati, affinché venga mantenuto un centro di attività sul territorio maceratese.
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