Vaccini, 5 bimbi esclusi dal nido
Fiordomo: «Rispettata la legge»

RECANATI - Alunni esclusi dall'asilo perché non in regola, il primo cittadino: «Non temo ricorsi». Pergolesi (5 stelle) ha portato la questione del decreto Lorenzin in Consiglio regionale: «Confusione sulle scadenze e c'è chi aspetta ancora che l'Asur fissi l'appuntamento»

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Francesco Fiordomo

 

di Federica Nardi

«Sono cinque i bambini non in regola con l’obbligatorietà vaccinale che in attesa di mettersi in regola non potranno frequentare l’asilo nido. Abbiamo fatto rispettare la legge, non temo ricorsi». Così il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo commenta a Cronache Maceratesi la denuncia avanzata ieri, nel corso di una conferenza stampa in Regione, dall’avvocato dell’associazione maceratese “Genitori per la Vita”, Massimo Petracci. Il legale aveva dato notizia di un bambino non ammesso al nido a Recanati perché non in regola con la copertura vaccinale, prevista dal decreto Lorenzin, e si era detto pronto a presentare ricorso al Tar per conto della famiglia. In realtà a Recanati i bambini esclusi al momento dal nido sono 5. «C’è una scadenza nazionale, che è quella del 10 marzo, per presentare i libretti vaccinali in regola o comunque in corso di verifica – spiega Fiordomo -. Da quello che mi risulta due di questi bambini a Recanati già non frequentavano da un po’ perché non stavano bene. Per gli altri tre non so se sia una scelta dei genitori o meno. In ogni caso è l’Area vasta che svolge le verifiche. Il Comune si occupa dei bambini da 0 a 6 anni, perché i nidi sono comunali». Fiordomo non teme ricorsi. «Noi applichiamo una legge dello Stato, che tra l’altro condivido- conclude Fiordomo – La comunità scientifica è compatta sul fronte dei vaccini e io sono per la scienza. Non per il fai da te e l’oscurantismo. I nostri uffici applicano la legge dello Stato».

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Romina Pergolesi

A sollevare la questione in Consiglio regionale è stata Romina Pergolesi, consigliera del Movimento 5 stelle e componente della Commissione sanità. Il problema per lei è di contraddittorietà nell’applicazione del decreto. «La scadenza del 10 marzo – spiega Pergolesi – era per chi avesse presentato a settembre l’autocertificazione dello stato vaccinale. E che quindi aveva tempo 6 mesi per provare con i documenti quanto dichiarato. In teoria non valeva per chi, avendo fatto richiesta di appuntamento per la vaccinazione all’Asur, era ancora in attesa che fosse fissata una data. Il sollecito invece è arrivato a tutti – dice Pergolesi -. Mentre l’ufficio scolastico avrebbe dovuto sollecitare solo chi aveva presentato l’autocertificazione, non chi era in attesa dell’iter dell’Asur. Così – aggiunge Pergolesi, commentando la situazione regionale – stanno escludendo in maniera insensata i bambini. C’è poca attenzione sulla diffusione dei dati personali e per me la scelta di prevedere già da quest’anno la piena applicazione del decreto, dato che si poteva attuare anche nel 2019, non è stata giusta dato che l’anagrafe vaccinale regionale non è ancora completa. Da qui si è generata tutta questa confusione. Io stessa, per mio figlio, non ho ancora ricevuto la data dell’appuntamento dall’Asur».

(Servizio aggiornato alle 20,23)



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