di Gabriele Censi
Colleghi, amici, semplici ammiratori, fino ad arrivare a Mattarella. La rete e non solo è un fiume in piena. I messaggi per Fabrizio Frizzi, morto stanotte all’età di 60 anni (leggi l’articolo), si susseguono senza sosta. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato ai familiari di Frizzi un messaggio di cordoglio nel quale ricorda «il garbo, la professionalità, la simpatia» del presentatore scomparso. La camera ardente sarà allestita domani, martedì 27 marzo, nella sede Rai di viale Mazzini 14 dalle 10 alle 18. I funerali si terranno invece mercoledì 28 marzo alle 12 nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.
«Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato». Così la moglie Carlotta, il fratello Fabio ed i familiari. Frizzi è morto nella notte all’ospedale Sant’Andrea di Roma, in seguito ad una emorragia cerebrale. Il 23 ottobre scorso era stato colto da una ischemia, durante la registrazione di una puntata del programma “L’Eredità”. Ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma, era stato dimesso alcuni giorni dopo. Il conduttore era tornato in tv a dicembre, sempre alla guida del programma di RaiUno. «L’Eredità è una gioia, fa bene anche al fisico – aveva scherzato con Vincenzo Mollica annunciando il suo ritorno sugli schermi -. L’adrenalina sento che mi aiuta a stare meglio». Lo scorso 5 febbraio aveva compiuto 60 anni. Parlando della malattia aveva detto: «Non è ancora finita. Se guarirò racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando».
“Ciao Fabrizio” si legge sulla home page di Musicultura, e a seguire: «Fabrizio ha lasciato oggi questa vita. Quando un amico vero e generoso se ne va, a caldo non sembra esistano parole giuste da pronunciare. Appena il dolore cesserà di essere una fitta troveremo le parole e creeremo le condizioni per onorare la memoria, l’esempio e l’insegnamento di un uomo come Fabrizio. Oggi a nome di Musicultura tutta, rivolgiamo il pensiero con amore ed affetto a lui e alla sua famiglia». Sotto le firme “Piero ed Ezio” (Cesanelli e Nanniperi ndr).
«Fabrizio Frizzi era il “nostro” volto – ha aggiunto Cesanelli – ci ha accompagnato per 9 anni nelle serate allo Sferisterio, scrivendo insieme a Musicultura alcune tra le pagine più belle della musica italiana. Ci uniamo al profondo dolore della famiglia, piangendo al tempo stesso la scomparsa del gran signore della televisione italiana, con cui l’anno scorso abbiamo raggiunto e vissuto insieme l’apoteosi della diretta in simulcast di Rai1 e Radio1: era davvero raggiante per questo. Mettiamo nel conto della nostra vita che le persone care possano venire a mancare, perché questo finale è contemplato dalla nostra esistenza; ma alcuni amici, malgrado non ci siano più, sono e saranno sempre presenti con un atteggiamento amichevole, rassicurante, direi anche protettivo. Così era ed è anche oggi Fabrizio Frizzi per Musicultura, per la musica d’autore e per tutta la città di Macerata. Definirlo un amico sarebbe molto riduttivo e non esalterebbe, come va fatto, le sue gigantesche qualità professionali – ha sottolineato il patron del festival -. Abilissimo conduttore, grande esperto della buona musica, anche per tradizione di famiglia, risolutore intelligente di qualsiasi problema possa sorgere. Da una stringata diretta televisiva sapeva mescolare questi aspetti professionali ad una raffinata semplicità, un amore totale verso il prossimo. Grande sostenitore di Musicultura ci teneva a sottolineare che la nuova linea musicale passava proprio di lì come era orgoglioso di aver tenuto a battesimo i nuovi rappresentanti della canzone d’autore. L’Arena Sferisterio potrà annoverare tra i suoi più bei ricordi la figura di un grande artista, perché tale era Fabrizio, che sempre riuscita ad essere persona oltre che personaggio».
«Impossibile crederci – ha detto il sindaco di Macerata Romano Carancini – Non escono parole, lo stato d’animo è impietrito, rivedo i tanti momenti vissuti insieme alla città, con Musicultura, così intensi, spontanei, sempre ispirati dal suo spirito positivo, dal sorriso vero, da quella inaspettata voglia di ascoltare e parlare con tutti. Fabrizio Frizzi ha sempre mostrato un autentico affetto per la città di Macerata in tutte le sue sfaccettature, dalla cultura al sociale, rafforzato nel corso dei nove anni in cui ha condotto le serate finali di Musicultura allo Sferisterio, durante le quali ha avuto modo di conoscere e vivere intensamente la città e il centro storico, di cui apprezzava particolarmente i locali. La città di Macerata perde un grande amico, un maceratese generoso che, vicino o lontano che si trovasse, ha sempre raccontato di noi e dei nostri luoghi come se fosse uno di noi – ha proseguito Carancini. – Ricordo le sue parole, il 17 settembre scorso, quando l’ho accompagnato alla macchina nel giorno di Anffas Kartisti, “Romano – mi disse – tu non puoi capire che dono ed emozioni forti mi avete fatto vivere in questa giornata” . Ricordo il suo ultimo messaggio del 4 febbraio scorso, nei giorni difficili di questa città, quando ha voluto scrivermi la sua vicinanza, dandoci un incoraggiamento a guardare avanti. Impossibile credere che a giugno non ci incontreremo. Sicuro che sarà per sempre nei pensieri di un’intera città».
Anche il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, l’amministrazione comunale e la città tutta hanno appreso con grande tristezza la notizia della morte di Frizzi. Già nel corso del suo primo malore, il sindaco lo aveva contattato per sincerarsi sul suo stato di salute e lui aveva risposto rassicurandolo che presto sarebbe tornato in televisione. Proprio recentemente aveva assicurato la sua presenza per una nuova edizione del Premio Ravera che aveva già presentato negli ultimi due anni. «Fabrizio Frizzi – ha scritto Pezzanesi – ci mancherà tantissimo. Grande professionista si è sempre preoccupato, all’indomani del sisma, dello stato della nostra città e lo scorso anno si era messo a disposizione gratuitamente. Donava al Premio Ravera quel suo straordinario tocco di perfetto “padrone di casa” e ha anche fatto scoprire le sue doti di interprete, duettando con Michele Pecora, in diverse canzoni. Eccezionale perfezionista curava ogni piccolo particolare di ogni spettacolo, partecipando direttamente alla sua predisposizione, dalla scaletta agli aspetti organizzativi. Era una persona estremamente disponibile con tutti. Non lesinava fotografie, autografi e scambiava battute con ogni persona che lo avvicinava. Amatissimo dal pubblico ci mancherà il suo modo di fare televisione e soprattutto il suo “savoir faire” che metteva tutti coloro che interagivano con lui a proprio agio. Una persona dalle innate doti umane che amava il suo lavoro e che mancherà tantissimo a tutti. In questo momento – ha concluso il sindaco – siamo particolarmente vicino alla sua famiglia, alla moglie e alla sua piccola figlioletta».
Le era rimasta vicino la ex moglie Rita Dalla Chiesa, con cui per anni aveva fatto coppia in tv e nella vita. «La verità – ha detto lei – è che siamo sempre rimasti in ottimi rapporti con rispetto e amicizia». Gli ex coniugi Fabrizio Frizzi e Rita dalla Chiesa (sposati dal 1992 al 1998) erano tornati fianco a fianco nel 2015 ma solo in in tv per condurre un programma insieme, ‘La posta del cuore’ su RaiUno. Alla fine del loro matrimonio Fabrizio e Rita si erano entrambi rifatti una vita, trovando nuovi amori: Frizzi sposò nel 2014 la giornalista di Sky Tg24 Carlotta Mantovan, madre di sua figlia. Anche Rita Dalla Chiesa è andata all’opedale Sant’Andrea di Roma, dopo la notizia della morte di Frizzi. «Mancherà a tutti», con questa unica frase Dalla Chiesa ha risposto ai giornalisti che l’attendevano all’uscita dell’ospedale.
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Ma chi lo sostituira’ a MUSICULTURA?
Sembra surreale che il presidente della Repubblica mandi un messaggio di cordoglio per Frizzi e non per Pamela, sembra anche illuminante: la gigantesca grandezza del de cuius posava sul suo garbo, sulla sua professionalità, sulla sua simpatia continuamente testimoniate dalla presenza televisiva e il lutto inconsolabile del Paese è motivato dal vuoto incolmabile che lascia. Che ne sarà di miss Italia senza Frizzi, che ne sarà di Musicultura? C’è di che lasciare costernato un presidente della Repubblica… laddove obiettivamente Pamela era un essere invisibile, senza funzione sociale, la cui morte accidentale è un penoso disturbo da rimuovere al più presto, dopo tutt’al più qualche momento di caranciniano silenzioso “raccoglimento”.
Sempre più abissale è la distanza tra la casta dei potenti, dei vip, di quelli che stanno in TV e la massa dei passivi, degli spettatori, delle nullità: come se la nostra morte fosse una cosa normale e la loro morte fosse un’ingiustizia…
Per Pavoni, il vuoto è stato colmato: nessuno è indispensabile, la macchina continua ad andare.
Pensa, Iacobini, 18 anni fa gli stessi dirigenti Rai si vergognavano dell’imbarazzante insulsaggine e vacuità del personaggio Frizzi e ora, molto al di là del doveroso omaggio a un defunto, viene canonizzato come unico buono in un mondo di squali, unico puro in un mondo di put.tane e put.tanieri e verrebbe da chiedersi: ma allora perché stava lì in mezzo? e com’è che ci si trovava così bene?
Beatrice non era forse per Dante la donna dello schermo? Voci maligne dicono che Beatrice era utile (funzionale, come si dice oggi) a Dante perché così la gente non pensava alla sverzellina che lo frequentava. D’altronde, in un mondo che pullula di gente strana come quelli della RAI Frizzi, che pure era una persona normalissima, in confronto a loro era un gigante.