Leggi ad portafoglium
per i democrat di Pesaro

IL COMMENTO - Alessia Morani e Matteo Ricci si sono visti annullare delle sanzioni per violazioni al patto di stabilità grazie all'emendamento di Marco Marchetti, parlamentare, anche lui pesarese

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di Fabrizio Cambriani

Alessia Morani e Matteo Ricci sono i migliori cavalli di battaglia del Partito Democratico marchigiano. Entrambi giovani, ma soprattutto pesaresi, sono pure diventati notissimi volti televisivi che dalle antenne pubbliche e private spiegano la rava e la fava come si conviene, al soddisfatto giornalista di turno e agli attenti telespettatori. Io, lo debbo confessare, quando vedo l’onorevole Morani in tv le presto massima concentrazione e ad ogni sua miracolosa soluzione ai millanta problemi che affliggono l’umanità intera, annuisco rapito ed estasiato. Dalla ricetta delle cotiche con i fagioli alla fusione nucleare a freddo, la Morani ha sempre una risposta prodigiosa a portata di mano. Come, per esempio, quella volta che consigliò agli anziani – che a causa di pensioni da miseria non arrivavano a fine mese – di farsi ipotecare la casa. “Ma come abbiamo fatto noi poveri idioti a non pensarci prima?” mi sono detto dandomi una gran pacca sulla fronte così forte che da allora non mi sono più ricresciuti i capelli…

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Matteo Ricci

Matteo Ricci è il sindaco di Pesaro ed ex presidente della medesima provincia. È stato il capo dei bersaniani delle Marche quando Bersani era segretario nazionale del PD. Oggi invece che lo è Renzi, Ricci è diventato il capo dei renziani. La sua fortuna è che proprio al piano di sotto nella palazzina in cui abita, c’è un tipografo che soffre di insonnia. Nottetempo, ma soprattutto dopo aver saputo con certezza chi sarà il seguente segretario nazionale del PD, il giovin Matteo si reca da esso tipografo e immediatamente si fa stampare carta intestata, timbri e biglietti da visita con su scritto: “Matteo Ricci capo dei (segue nome del segretario nazionale PD).” Quindi, sin dalle sei del mattino successivo e fino a tarda sera, Ricci fa il giro di tutti i locali distribuendo ovunque le sue rinnovate credenziali. Essendo Ricci un pesarese nessuna anima viva democratica, da Gabicce in giù, si permette di sollevare obiezione alcuna. A differenza della Morani che è più idealista – “le organizzazioni non governative sono il vanto di questo nostro governo” – Ricci risulta più pragmatico. Infatti lo schema su cui suggerisce di lavorare per le prossime elezioni politiche è quello che va “da Pisapia a Tosi – così da costruire – un fronte riformista credibile e competitivo”. Ovviamente con Renzi premier e lui ministro. E gli altri, Berlusconi in testa – ma questo lo aggiungo io – che fanno le docili comparse, accodandosi mansueti ai desiderata di Ricci.

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Alessia Morani

La Morani e Ricci in questi ultimi giorni sono saliti agli onori delle cronache grazie al quotidiano La Verità: un foglio quasi clandestino che come il Fatto quotidiano, riporta notizie e che viceversa non le censura come normalmente fanno i Grandi giornali dei Grandi editori. Ma veniamo ai fatti. Matteo Ricci e Alessia Morani, in qualità di pubblici amministratori della provincia di Pesaro (il primo presidente, la seconda assessora all’istruzione) a causa di una discutibile operazione di bilancio, vengono condannati dalla Corte dei Conti a pagare una sanzione rispettivamente 20 mila e 14 mila euro, per una “grave irregolarità” commessa nel 2012. Senza farla troppo lunga, dirò solo che con un artificio contabile – ma da Tremonti in poi si chiama finanza creativa – trasformano un debito in credito al fine di non sforare il patto di stabilità. Però, nella successiva verifica del 2015, la Corte dei Conti se ne accorge e sanziona lo sforamento del patto di stabilità con le cifre di cui si è già detto. Cifre pari al 30 per cento delle loro rispettive indennità di carica.

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Marco Marchetti

Lo scorso giugno però c’è un colpo di scena. Il parlamentare del Partito Democratico Marco Marchetti, anche lui di Pesaro, attraverso un emendamento alla legge di stabilità, stabilisce che la Corte dei Conti avrebbe dovuto accertare le violazioni al patto di stabilità entro e non oltre il 31 dicembre 2014. Secondo l’onorevole Marchetti averlo fatto nel giugno dell’anno successivo rende tutto nullo. Ovviamente, ma soprattutto del tutto casualmente, anche le sanzioni comminate al sindaco Ricci e alla parlamentare Morani. La ragione di questo emendamento – stando a quanto ha dichiarato successivamente Marchetti – era quella di dare un po’ di respiro a tutte le Province sempre a corto di liquidità. All’obiezione che si potevano però cancellare le sanzioni alle amministrazioni e lasciarle agli amministratori, sempre Marchetti ha risposto che: “Sono persone in carne e ossa, che hanno operato in buona fede con l’ok dei revisori dei conti.” Quindi – stando al parlamentare pesarese – non c’è più bisogno alcuno di organismi di controllo alle spese dei pubblici amministratori. Da oggi in poi a vigilare e giudicare sulle spese dei politici basterà l’onorevole Marchetti da Pesaro. Soprattutto se ad essere sanzionato da questi anacronistici e paludati magistrati è nientemeno che il responsabile nazionale degli enti locali del PD, Matteo Ricci. Se le legislature di Berlusconi saranno ricordate come quelle delle leggi ad personam, l’attuale legislatura, fortunatamente oramai agli sgoccioli, resterà negli annali della Repubblica come quella delle leggi ad portafoglium. Ovviamente quello dei parlamentari del Partito Democratico che memori della strepitosa lezione del marchese del Grillo possono fregiarsi dell’imperituro motto (ma anche monito, rivolto ai comuni mortali): “Io so io e voi nun siete un cazzo…”

P.S. Poiché qualche settimana fa e di tardo pomeriggio sono stato multato da una solerte vigilessa, perché avevo parcheggiato la moto sul marciapiede, sono in cerca di un parlamentare che alla prossima manovra presenti un emendamento in cui si annullino tutte le multe per divieto di sosta presentate dopo le 12 antimeridiane.

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