di Donatella Donati
In concomitanza con la prima serata di Musicultura , nella piccola piazzetta Ricci di Pollenza ha suonato il corpo bandistico “Giuseppe Verdi” , sorto due secoli fa e affidato quest’anno a un giovanissimo maestro. Leonardo Porfiri ha 19 anni, sta facendo in questi giorni gli esami di maturità ma ha frequentato durante l’anno anche il conservatorio di Foggia dove c’è il suo maestro. Alto e distinto, vestito rigorosamente di nero, giacca e cravatta, con gesti misurati e decisi ha guidato 40 elementi, il minore ha 12 anni, il maggiore 83, in possesso di tutti gli strumenti tradizionali di una banda cresciuta nel tempo per la sua storia. Ha contato molto sul suo sguardo con il quale richiamava e comunicava con quello dei bandisti guidandoli con gesti sicuri e non confusi e con un’ abilità già da maestro. Per quanto io ne sappia, questo giovane ha una carriera davanti a sé perché conosce bene la musica e cerca di darne un’interpretazione classica. Il suo più amato compositore è Frank Ticheli, un americano nato nel 1958 famoso per la grande correttezza formale.
Le musiche suonate sono state ascoltate nel più profondo silenzio della piazza, anche cani e bambini sono stati zittiti e alla fine gli applausi e le richieste di bis hanno sciolto la tensione del maestro. Al liceo Scientifico Leonardo è conosciuto come alunno di valore, il compito di matematica non l’ha spaventato e ha quadrato il cerchio,è stato al Mun negli Usa, alle Nazioni Unite, sui cui problemi si è molto esercitato, a settembre si iscriverà a Medicina all’Università di Perugia e frequenterà contemporaneamente il conservatorio. Nei primi due anni, mi ha detto, farà gli esami di medicina di base che richiedono meno frequenza e porterà a termine gli studi in conservatorio. Il suo strumento è il sassofono, uno strumento parlante che richiede capacità interpretativa e gesti misurati. Lo hanno molto lodato, presenti allo spettacolo, l’ex direttore della banda Fernando Sileoni e il presidente onorario, il novantenne Giovanni Romagnoli. Il repertorio, tra cui adattamenti classici per banda come ‘New York, New York’ , un’orchestrazione dell’Aida , ‘La Vita è bella’ e l’inno ‘Washington Post’ sono stati eseguiti con maestria. Nella piazzetta scelta per il concerto c’è il monastero delle suore Clarisse che sicuramente hanno gradito anche loro questa pausa al silenzio della regola.
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Bravo Leonardo!!!