di Leonardo Giorgi e Federica Nardi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Cinque nomi tra cui scegliere, cinque futuri per Tolentino. Il confronto di Cronache Maceratesi ieri sera ha riempito il Politeama (con persone rimaste anche fuori) e ha portato in diretta streaming i temi caldi della città. Ricostruzione, cultura, stile di governo, prospettive per gli sfollati e futuro dell’ospedale. Sono questi alcuni degli argomenti su cui i candidati hanno detto la loro nell’ultima occasione pubblica prima del silenzio elettorale (che scatta stasera a mezzanotte). Nella cornice del teatro da poco completamente rinnovato Marina Benadduci (Tolentino in Comune), Lauro Cappellacci (Partito comunista italiano), Gianni Corvatta (Pd e Laboratorio delle idee per Tolentino), Gian Mario Mercorelli (Movimento 5 stelle) e Giuseppe Pezzanesi (Tolentino nel cuore, Tolentino popolare, Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale).
RICOSTRUZIONE – Il dibattito è partito dalle intenzioni immediate dei candidati per sopperire ai ritardi nell’avvio della fase di ricostruzione. Benadduci propone di «istituire subito un ufficio sisma permanente, fare in modo che chi è fuori possa tornare al più presto anche mettendosi in rete con i sindaci degli altri Comuni». Serve soprattutto chiarezza seconda la candidata di Tolentino in Comune: «la popolazione non sa nulla, non ha funzionato questa gestione. Andrà costituito un comitato di professionisti e tecnici comunali che possa fare proposte precise coinvolgendo i cittadini». Cappellacci senza mezze misure dice che la prima cosa da fare «è cambiare sindaco. Non dobbiamo aspettare che arrivi qualcuno che risolva i nostri problemi, non possiamo delegare». Il candidato del Partito comunista si dice anche «sfiduciato nei confronti dei tecnici. Servono tecnici idonei che sanno tirare fuori la soluzione». Corvatta rilancia sull’ufficio sisma e attacca l’amministrazione accusandola di aver creato confusione. «Vanno terminate quanto prima le schede Fast – dice il candidato del Pd -. Inoltre una collaborazione attiva dei sindaci con Errani e Ceriscioli è fondamentale. La scelta di acquisire appartamenti Erap è condivisa ma non si può pensare di non chiedere le casette». Mercorelli dice che durante l’emergenza «non c’è stata nessuna condivisione e nessun senso democratico. Bisogna fare il contrario. Il Coc deve essere il primo a risolvere le emergenze mentre qui è stato nominato dopo il terremoto con persone che non sanno nulla di emergenze. Siamo arrivati al punto che se domani passa l’opportunità di avere finanziamenti non siamo pronti a prendere questo treno. Non mancano i tecnici e la professionalità, manca di fare la cosa giusta in modo corretto». Pezzanesi replica a chi lo accusa di non aver saputo gestire l’emergenza: «mancate di rispetto a chi ha lavorato ogni giorno anche di sabato e domenica. San Severino ha chiuso prima i lavori perché lì sono arrivati 200 tecnici dall’Emilia che a noi non sono stati concessi. Non ce la siamo presa con il governo, nonostante fosse del Pd, perché pensavamo si potesse collaborare senza fare gli avvoltoi».
DOVE RICOSTRUIRE – E su dove e come ricostruire i quartieri danneggiati, in particolare Vittorio Veneto, le idee sono diverse. Pezzanesi suggerisce di «indicare caratteristiche costruttive particolari ai proprietari delle strutture, se ce ne sarà bisogno dopo gli studi di microzonazione». Mercorelli propone «di confrontarsi con la popolazione e capire quali palazzi saranno da spostare da un’altra parte. La città sarà sicuramente la riconfigurare e sarà occasione di riadeguare parti del centro storico oggettivamente brutte e trascurate». Una ricostruzione senza consumo di suolo quella proposta da Crovatta: «la città va resa più attuale ma bisogna ricostruire dove già ci sono edifici, secondo le nuove norme. Da ripensare anche il centro per aumentarne i residenti». Cappelacci vuole «prima vedere le carte. Dobbiamo spogliarci della nostra presunzione, chiamare i tecnici e capire. Qui si parla di microzonazione quando nessuno sa che significa». Benadduci propone «un’indagine sull’edilizia intatta, danneggiata e lievemente danneggiata. Il problema è che a Tolentino negli ultimi anni sono aumentati i quartieri ma non la popolazione. Chiedo al sindaco inoltre perché non è stata fatta la perimetrazione che porterebbe più finanziamenti». Pezzanesi replica: «ci stiamo lavorando» e ricorda che «sul tema abbiamo incontrato i quartieri e abbiamo fatto 17 milioni di euro di opere».
CAMPUS SI’ CAMPUS NO – Doppia domanda su campus scolastico e sulla struttura sportiva donata dall’Inter e che dovrebbe essere realizzata in viale Vittorio Veneto. Sulla nuova scuola in zona Pace, come alternativa ai licei in centro «non possiamo tornare indietro – dice Corvatta – non avrebbe più senso la graduatoria che ci assegna i fondi. Al posto del Filelfo scuola antisismica e sicura per le scuole inferiori». Sulla struttura sportiva «il quartiere è preoccupato, non mi sembra la posizione migliore». Cappellacci è «assolutamente contrario al campus scolastico, perché voi dell’opposizione non vi siete incatenati alle colonne del Comune? Anche per il campus sportivo, la struttura deve essere integrata con altri impianti altrimenti si fanno 100 cose dispersive». Benadduci non è contraria al campus fuori dal centro ma «c’è bisogno di un ostello e di servizi. Navette che portano gli studenti dalla stazione a scuola». La tensostruttura dell’Inter invece «potrebbe essere messa da un’altra parte. La scelta è stata fatta avvisando solo il comitato di quartiere», dice Benadduci. «Spazi commerciali al posto dell’ex Filelfo», è invece l’idea di Pezzanesi: «il campus è la soluzione ideale per il probleMA a delle scuole superiori e in questo abbiamo collaborato con il Pd». E rassicura anche sul campo sportivo: «c’è già un investimento di 150mila euro del Comune. Non bisogna impaurire nessuno. I parcheggi ci sono». Di vedute opposte Mercorelli: «fa ridere posizionare là una tensostruttura del genere». E sul campus «Il Pd e Pezzanesi sono d’accordo» e «non si è ancora visto un progetto. Il campus deve essere un posto dove concentrare servizi e impianti, anche sportivi, un distretto per la popolazione più giovane. Corvatta replica «la deve smettere di fare queste insinuazioni. L’accordo c’è stato perché il Pd regionale ha collaborato a un qualcosa sostenuto da un comitato di mille e passa persone».
Giuseppe Pezzanesi
RITORNO IN CITTA’ – Al momento sono circa 4mila le persone fuori Tolentino a causa del sisma. Come riportarle in città? E come rendere Tolentino più attrattiva per nuovi residenti? «Tutto quello che il Comune può fare deve farlo – dice Benadduci – compresa la requisizione degli appartamenti sfitti, centinaia di case che possono essere usate». Cappellacci parla di priorità assoluta» senza offrire al momento soluzioni. Anche Corvatta non entra nel dettaglio, anche se «basterebbero interventi minimi». Mercorelli fa appello al senso civico: «in molti casi basterebbero piccoli lavori per far tornare la casa agibile. Siamo in condizioni migliori di tante persone dei Comuni vicini». Pezzanesi ricorda il lavoro fatto e dice che «se i progetti per i danni lievi non sono stati consegnati c’è stato un problema anche di interpretazione della legge. Stiamo facendo di tutto».
IL CANDIDATO CHE VORREI – Scegli un nome per guidare Tolentino. Questa la domanda che ha spezzato la serietà della discussione lasciando i candidati liberi di spaziare con la fantasia sulla guida ideale per la città. Ma pochi nomi, quasi tutti morti, sono stati indicati. MeRcorelli vorrebbe Elon Musk della Tesla. Corvatta vuole «una persone concreta e con conoscenze tecniche profonde, ho tanti morti in mente ma nessuno vivo». Cappellacci indica «Ernesto Che Guevara, l’unico che può risolvere i problemi di Tolentino». Benadduci propone un mix tra «Erri De Luca e don Ciotti». Pezzanesi invoca una persona «dal cuore grande e che sia di ispirazione, come Aldo Moro».
Gian Mario Mercorelli
CULTURA – Una delle cifre di Tolentino è la sua offerta culturale. Ogni candidati ha però una visione diversa di come tradurla nella pratica. Cappellacci punterebbe «alla bellezza e all’arte in modo da coinvolgere anche chi ha poca dimestichezza». Corvatta punta sul musical e sulla Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte: «prima producevamo cultura, ora la acquistiamo dagli altri. Serve valorizzare il castello della Rancia e la scuola di recitazione». Mercorelli vuole «promuovere quello che già c’è e fare in modo che le persone sappiano che qui c’è qualcosa ogni giorno. Ci sono state iniziative come il Toc che rispecchiano il vero animo della città». Pezzanesi ricorda quando fatto in 5 anni: «la valorizzazione della Biennale dell’umorismo, Popsophia, i lavori al castello della Rancia e la lirica a Tolentino». Benadduci dice che «le guide dei musei non funzionano eppure abbiamo risorse enormi. Il turismo è una vocazione per la città. Il castello della Rancia va reinventato e vanno portate iniziative a cui ancora non abbiamo aderito come Nati per leggere».
L’OSPEDALE – L’ultima domanda prima dell’appello dei candidati al voto riguarda l’ospedale di Tolentino, inagibile, i tempi per riportare i servizi in città e la candidatura ancora in bilico per ospitare il nosocomio di Area vasta. «Qui in provincia si vive una situazione molto difficile – dice Pezzanesi – ma abbiamo voluto come amministrazione fare un pErcorso per l’ospedale unico che è un’eccellenza che nel caso darà lavoro a a più di 1000 persone e una risposta definitiva a tutti i malati gravi del territorio. L’ospedale di Tolentino è stato smontato pezzo per pezzo in un’ottica di riorganizzazione della sanità. Io lotto contro questo ma non si può lottare per tutto. Il progetto è di un ospedale nuovo che può coesistere con il nosocomio provinciale. Macchinari nuovi, prestazioni nuove nel giro di due anni». Mercorelli punta su un’idea originale di gestione sanitaria: «prendiamo i servizi e li rendiamo mobili. Gli esami di primo livello possono essere fatti a casa così potremmo avere una sanità nostra che possiamo gestire da soli». Corvatta ricorda che «abbiamo già strappato a Ceriscioli la promessa che l’ospedale di Tolentino sarà il primo a essere ricostruito e l’ospedale di comunità va realizzato subito in maniera adeguata. L’ospedale provinciale è un’altra cosa e vedremo se saremo scelti noi». Cappellacci è «scettico sulla costruzione contemporanea di questi due ospedali. Noi abbiamo messo nel programma una “Sanità per la vita”. Un punto di primo intervento efficace ed efficiente con personale qualificato. Ci siamo un po’ stufati di vedere gente sbagliata al posto giusto». Benadduci: «Ceriscioli ha promesso ma non c’è nessuna carta. La struttura di Tolentino è semi inagibile e non utilizzabile. Il supporto per le famiglie è scomparso, non c’è la chirurgia. Abbiamo fatto una riunione l’altro giorno invitando i medici di Tolentino, gli infermieri, i pazienti e i sindacati. Abbiamo capito che Tolentino deve riavere al più presto tutto quello che aveva prima, perché il nostro ospedale serviva anche a un’area più vasta del territorio».
ULTIMO APPELLO – Il dibattito si conclude con un ultimo appello al voto prima delle urne.
Benadducci vuole diventare sindaco «perché riteniamo di poter cambiare un metodo ormai diffuso dove non c’è più trasparenza, dove il sindaco gestisce da solo, dove i tecnici comunali non sono apprezzati e dove ci sono filtri tra amministrazione e cittadini. La priorità deve essere il sostegno ai più deboli. I cittadini potrebbero destinare il loro 5 per mille a un fondo comunale per progetti legati ai ragazzi con bisogno di sostegno nelle scuole. Questa amministrazione ha cercato di svendere le scuole e le strutture per far guadagnare qualcuno che c’è dietro. Quest’amministrazione non è capace di gestire la ricostruzione». Cappellacci sintetizza: «Noi non facciamo il mestieri dei politici. Vogliamo un vero cambiamento, noi ci mettiamo sempre la faccia. Noi vogliamo che i cittadini siano sempre consapevoli, che si arrabbino per qualcosa che non funziona. Anche se il partito comunista fa parte del passato, vedendo chi mi sta vicino siamo davanti. Viva l’Italia». Corvatta: «Abbiamo parlato con la gente, siamo andati in giro, abbiamo redatto un programma fattibile. Dove la priorità è la ricostruzione, ma c’è importanza anche al lavoro, al lavoro nell’agricoltura. Se sarò sindaco farò periodicamente incontri con i cittadini, rendendo loro conto nell’andare avanti dell’amministrazione. Non più le scelte nelle segrete stanze ma scelte condivise». Mercorelli ricorda che «questa città è sul punto di decidere quale strada. Tanti anni di sinistra, una parentesi di destra. Sfido chiunque a vedere la differenza di comportamento gli uni dagli altri. Il Movimento 5 stelle ha portato principi di democrazia, condivisione e partecipazione. Tolentino deve decidere se vuole un’amministrazione equidistante o se vuole un amico in municipio. Se volete il sistema che c’è sempre stato, allora noi non siamo la scelta giusta. Se vogliamo cambiare un po’ il paradigma che ci attanaglia allora siamo la scelta giusta. Abbiamo avuto 5 anni di amministrazione fatti di attacchi, critiche e arroganza. Questo deve finire. Prima c’era la torre d’avorio dell’amministrazione di sinistra, ora c’è quello che dice “attento che ti denuncio”. Il popolo è il datore di lavoro di chi amministra. Noi siamo chiamati a rappresentare». A chiudere Pezzanesi: «I nostri dipendenti non aspettano il messia che arrivi a valorizzarli, perché loro hanno già dato il massimo. Ci riproponiamo sapendo che abbiamo dato il massimo e che siamo essere umani e quindi capaci di migliorare e dare ancora di più. In una situazione difficile abbiamo investito 17 milioni di euro, abbiamo fatto decine di opere. Qualcuno ci ha detto che siamo tagliatori di nastri, vero. Ma se vincerà qualche messia intorno a me, loro taglieranno qualche nastro di opere realizzato per merito nostro. Abbiamo visto tanto centro e poca destra nella nostra amministrazione. La democrazia è una grande cosa, ma i cittadini non devono delegare qualcuno che ogni volta che prende una decisione deve chiedere a loro che cosa fare per chiudere un tombino».
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