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Monitoraggio delle acque
nelle zone del sisma,
la quantità di radon resta bassa

RADIOATTIVITA' - In seguito al terremoto, i test della Regione e dell'Arpa hanno stabilito che i livelli di gas nocivo nelle sorgenti dei territori più colpiti non destano preoccupazione

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Tecnici al lavoro per i rilevamenti di radon nell’acqua potabile

 

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Protezione civile


Sostanze radioattive nell’acqua potabile delle zone del terremoto, gli ultimi test escludono pericoli alla salute. In seguito all’inizio della sequenza sismica del 24 agosto, il geologo Gianni Scalella della Regione ha proposto un progetto di monitoraggio delle acque utilizzate per il consumo umano. Dopo eventi sismici di straordinaria portata, come quelli che hanno devastato la provincia, è infatti concreto il rischio di un aumento della concentrazione del gas radon nelle falde acquifere e nelle sorgenti.
Il radon è un elemento chimico radioattivo, spesso sprigionato dalle microfratture negli strati rocciosi. L’elevata presenza di questo gas rappresenta un estremo pericolo per la salute, tanto che l’accumulo di radon nel corpo umano è tra le principali cause di cancro ai polmoni.

I rilievi sulle acque del territorio sono stati coordinati dal direttore della Protezione civile regionale, Cesare Spuri, e sono stati possibili grazie al lavoro del direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (Arpam), Mario Pompei, del direttore tecnico scientifico di Arpam, Gianni Corvatti, del direttore Arpa Umbria, Walter Ganapini, e di Vincenzo Marzialetti, dirigente della Tutela delle acque della Regione Marche. I collaboratori al progetti sono stati per Arpam, Corrado Pantalone, e per Arpa Umbria, Paola Sabatini e Matteo Marconi. Il gruppo volontari della Protezione civile di Macerata ha fornito i mezzi per raggiungere le località previste di campionamento. L’attività di monitoraggio è stata effettuata su otto punti di prelievo distribuiti in tutta l’area interessata dagli eventi sismici principali che si sono susseguiti nel 2016. A seguito delle analisi di laboratorio emerge che tutti i campioni presentano soltanto pochi becquerel al litro (il becquerel è l’unità di misura dell’attività di un radionuclide) e quindi molto al di sotto alla soglia nociva dei 100 becquerel al litro stabilita dalla Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). 

(Leo. Gi.)

 

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Tabella dei rilevamenti del gas radon nei luoghi del sisma. Il contenuto di radon è indicato con l’unità di misura del becquerel al litro. La soglia massima stabilita dall’Euratom è di 100 becquerel al litro, di gran lunga superiore alle quantità registrate nel territorio marchigiano



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