Suonano i tamburi a San Ginesio:
“Le tradizioni non si fermano”

SAN GINESIO - Nell'anniversario della Battaglia della Fornarina il gruppo Terraemotus e l’Associazione Tradizioni Sanginesine hanno voluto celebrare la giornata con il risveglio della popolazione

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Ieri era l’anniversario della famosa Battaglia della Fornarina avvenuta il 30 novembre 1377. Come ormai da diversi anni, il Gruppo Tamburi e Danzatrici con i Terraemotus e l’Associazione Tradizioni Sanginesine hanno voluto celebrare la giornata con il risveglio della popolazione attraverso il suono dei tamburi di San Ginesio e a seguire una solenne cerimonia religiosa. “Dopo il sisma che ha stravolto la vita di moltissime persone, – scrive l’associazione – proviamo a ripartire e lo facciamo dalle tradizioni.Il terremoto non può fermare le tradizioni”.

La rievocazione che si svolge in agosto a San Ginesio

La rievocazione che si svolge in agosto a San Ginesio

La storia della Battaglia della Fornarina: “Correva l’anno 1377, la vita scorreva tranquilla nella città fortificata di San Ginesio. I giovani si addestravano all’uso delle armi per difendere il dominio che avevano su un vasto territorio, le picche si alzavano al cielo e si abbassavano per puntare il nemico, le lame brillavano al sole e gli arcieri tendevano gli archi. Ma la prosperità dei sanginesini era invisa a Fermo, e le due città si fronteggiavano dall’alto dei loro colli. Il 30 novembre di quell’anno era notte fonda e una giovane fornarina tornava a casa dopo essere stata a comandare il piano quando.. nel silenzio si accorse che i fermani stavano per assalire la sua città!  – Aiuto, allarme! Ci attaccano!- gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo. I soldati fermani entrarono dalla Porte Picena per fare strage ma trovarono una fiera resistenza, erano pronti i soldati sanginesini, armi in pugno, e lo scontro fu cruento. Anche il popolo accorse armato di bastoni e le frecce degli arcieri volarono contro il nemico. Il rumore delle spade incrociate era assordante, lance e picche infilzarono e furono grida terribili, e furono urla di dolore, e furono membra martoriate, e fu sangue. Il nemico fermano fu annientato, i pochi sopravvissuti fuggirono: San Ginesio fu salva. Grazie alla presenza di spirito e al coraggio di una piccola fornarina, mantenne la sua indipendenza”.

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