26 ottobre, un mese dopo:
più di 10mila scosse in 30 giorni

SISMA - L'analisi dei dati raccolti dall'Istituto italiano di geofisica e vulcanologia nel periodo che va dal doppio terremoto di magnitudo 5.4 e 5.9 fino ad oggi. Dall'inizio del nuovo sciame sono 516 gli eventi registrati di grado 3 o superiore

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La mappa delle scosse registrate dall'Ingv nell'ultimo mese. La dimensione dei pallini blu aumenta in maniera direttamente proporzionale alla potenza del sisma

La mappa delle scosse registrate dall’Ingv nell’ultimo mese. La dimensione dei pallini blu aumenta in maniera direttamente proporzionale alla potenza del sisma

 

Crolli a Camerino

Crolli a Camerino

 

di Leonardo Giorgi

Sono passati 30 giorni dal 26 ottobre, il giorno in cui la provincia di Macerata è piombata di nuovo nell’incubo terremoto. Un doppio sisma con epicentro tra Castelsantangelo, Visso e Ussita che ha devastato il territorio del centro Italia e che non ha fatto vittime (almeno direttamente) nonostante le migliaia di edifici danneggiati o addirittura distrutti. Dalla scossa di magnitudo 5.4 delle 19,10 di quel giorno fino alla mezzanotte del 26 novembre, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha registrato 4.413 di grado 2 o superiore sulla scala Richter nella zona appenninica del centro Italia (province di Macerata, Ascoli, Perugia, Rieti, L’Aquila e Teramo). Considerando tutti gli eventi sismici registrati il dato arriva al numero di 10.973 eventi sismici registrati in un solo mese. Sono state ovviamente due le scosse più rilevanti in seguito all’inizio del nuovo sciame sismico avviato (che nella realtà dei fatti non è mai terminato sin dal terremoto del 24 agosto) dalla scossa delle 19,10 del 26 ottobre: la magnitudo 5.9 delle 21,18 dello stesso giorno e il terribile sisma di magnitudo 6.5 delle 7,40 del 30 ottobre, il terzo terremoto più forte che abbia colpito l’Appennino dall’anno Mille in poi. Nel dettaglio, dal 26 ottobre sono state 516 le scosse di magnitudo 3 o superiore, mentre si registrano 33 scosse di grado 4 o maggiore. Di questi 33 eventi sismici più rilevanti, ovvero quelli che si sono avvertiti nella maggior parte del centro Italia, addirittura 21 sono stati registrati nella sola giornata del 30 ottobre. Per fare un ulteriore esempio, nei 20 minuti successivi al devastante sisma di grado 6.5 sono state addirittura sette le scosse di magnitudo 4 o superiore, con il picco massimo raggiunto alle 7,44 con l’evento sismico di grado 4.6 con epicentro in provincia di Perugia, a Preci.

Crolli nella zona rossa di Visso

Crolli nella zona rossa di Visso


Prendendo come la scossa di magnitudo 6.0 del 24 agosto che ha raso al suolo i comuni di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, sono state 28.735 le scosse registrate dall’Ingv fino alla mezzanotte del 26 novembre, 6.906 di queste di magnitudo 2 o superiore. Un dato impressionante se si considera che secondo una relazione del 2014 dello stesso Ingv, lo sciame sismico che ha colpito l’Abruzzo dal 2009 al 2012 (culminato nel sisma di magnitudo 6.3 del 6 aprile 2009 che mise in ginocchio L’Aquila e i territori limitrofi) non ha superato le 20mila scosse in tre anni.
Lo sciame sismico considerato più devastante degli ultimi 300 anni in Italia è stato però quello del 1783 tra la Calabria meridionale e lo stretto di Messina. Il 5 febbraio di quell’anno «alle ore diciannove ed un quarto d’Italia» (come racconta il professore dell’epoca Giovanni Vivenzio, autore della “Istoria e teoria de’ tremuoti in generale”, una delle fonti storiche principali dei sismi del 18esimo secolo) un terribile terremoto colpì il sud Italia, facendo quasi scomparire le città di Reggio e Messina. Le due città, già devastate, furono colpite in meno di 60 giorni da almeno altre 5 scosse di fortissima intensità. Oggi si suppone che il primo terremoto, quello del 5 febbraio, abbia avuto una potenza pari alla magnitudo 6.9 della scala Richter, mentre le scosse di assestamento più forti siano state almeno di magnitudo 5. Il 28 dicembre 1908 la stessa zona fu nuovamente rasa al suolo da quella che è considerata, a memoria d’uomo, la catastrofe naturale più grave mai avvenuta in Europa. Un sisma di 37 secondi di magnitudo 7.1 provocò tra i 90mila e i 120mila morti, inclusa metà della popolazione di Messina e più di un terzo di quella di Reggio Calabria.

 

Mappa realizzata dall'Ingv della sismicità della zona appenninica dal 1985 ad oggi. In blu gli epicentri dal 1985 al luglio 2016, in giallo gli epicentri dal 24 agosto al 25 ottobre 2016, in rosso quelli dal 26 ottobre al 3 novembre 2016. Le stelle sono gli eventi di magnitudo uguale o maggiore di 5

Mappa realizzata dall’Ingv della sismicità della zona appenninica dal 1985 ad oggi. In blu gli epicentri dal 1985 al luglio 2016, in giallo gli epicentri dal 24 agosto al 25 ottobre 2016, in rosso quelli dal 26 ottobre al 3 novembre 2016. Le stelle sono gli eventi di magnitudo uguale o maggiore di 5

 



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