La visita del ministro Stefania Giannini
di Monia Orazi
Viaggio nel cuore del centro storico ferito dal terremoto, avvolto dal silenzio irreale in cui si ode soltanto lo sferragliare degli attrezzi dei vigili del fuoco, che stanno mettendo in sicurezza la parte del palazzo ducale, in cui il muro in alto presenta un vistoso buco, oltre ad un rigonfiamento che ne mette al sicuro la stabilità. Da San Venanzio si transita verso viale Leopardi, ma per accedere al centro di Camerino si devono passare le transenne, con l’esercito che presidia la zona rossa. Fino a San Domenico sembra quasi tutto normale, qualche crepa nelle case, una è transennata per la caduta di mattoni.
Via perfettamente percorribile sino a davanti al polo museale, con leggere crepe ed una lieve ondulazione del tetto. Arrivati a via Ridolfini si sale con l’auto sino in piazza nel solito senso di marcia, ma via Roma è transennata, perchè a metà c’è stato un crollo ed i mattoni ingombrano la via. Da dietro al duomo si nota la caduta di diversi mattoni dalle nicchie posteriori, una vistosa e profonda crepa attraversa l’abside, la prima casa della via è rimasta con la luce accesa, segno della fuga precipitosa di chi vi abitava, alle prime scosse. Alcuni vasi di fiori restano scaraventati a terra da una forza sovrumana.
In piazza papa Sisto V, con la mano impigliata in un pezzo di carta volante contempla i campanili del duomo profondamente fessurati, se il destro non è caduto è soltanto merito del rinforzo di ferro e catene fatto dopo il sisma del 1997. Di fronte alcune finestre dell’arcivescovado con i vetri scoppiati, alcune cadute d’intonaco dalla parte finale del palazzo ducale, prima del buco sopra al cancello. La porta santa del Giubileo è segnata dalla caduta di calcinacci sul porticato del Duomo, fessurazioni sul palazzo arcivescovile. Il palazzo del bar presenta vistose crepe, l’inizio di via Favorino mostra altri segni delle scosse, persino sottocorte è segnata dal silenzio, le volte secolari mostrano fitte ragnatele di fessure.
Dentro al palazzo ducale entrano solo i vigili del fuoco, la storia secolare delle stanze abitate prima dai signori di Camerino, i Da Varano e oggi dal vero petrolio della città, l’università, si è piegata dinanzi alla forza distruttrice della natura. Soltanto qualche gatto, compare sparuto, nel salotto buono, centro di serate spensierate, struscio studentesco, del tifo sfegatato della corsa alla Spada a maggio. Ogni tanto passa qualche auto, rossi i mezzi dei vigili del fuoco, cariche di ricordi ed oggetti, quelle di studenti e residenti che portano via i frammenti di un quotidiano da ricostruire. Così il cuore di Camerino si è mostrato agli occhi del ministro Giannini. Sbirciando corso Vittorio Emanuele sembra tutto in piedi, ma ci sono palazzi feriti a morte che mettono a rischio la stabilità e la percorribilità.
Critica la situazione a San Filippo, nella zona di Santa Maria in Via e vicino all’ex tribunale, qui le macerie ostruiscono le strade, che non sono percorribili. Tutto il resto sarà oggetto di un lungo e minuzioso esame, per capire come e dove intervenire con la messa in sicurezza, per togliere al silenzio ed all’oblio quei pezzi di storia e di vita, sino ad una manciata di giorni fa, cornice quotidiana di vita per migliaia di persone, in un centro storico diventato in pochi attimi terribile e spettrale nella buia notte del terremoto. Stavolta sarà più dura del 1997, quando tra le numerose attività commerciali molte ripresero poco dopo possesso dei propri locali, delle 110 attive fino al 26 ottobre, la maggior parte non si sa quando potranno rientrare, perchè il recupero del centro non si annuncia semplice e fattibile in tempi rapidi.
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togliete il casco alla giannini che non serve……..