Sisma, Capponi: “Tutti gli italiani
dovrebbero fare di più”

LA LETTERA - Il sindaco di Treia teme che le emergenze post terremoto dell'entroterra saranno ignorate dal resto del Paese. Fiorello Primi, presidente de "I borghi più belli d'Italia", scrive a Matteo Renzi: "Va superata la logica del danno-ricostruzione"

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treia errani

Da sinistra il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il sindaco di Treia Franco Capponi, il commissario straordinario Vasco Errani e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti


«Molti, essendo lontani dalle zone più duramente colpite, pensano che il problema “terremoto” non li riguardi. Altri confidano nel fatto che “a loro non toccherà mai”. Non lasciateci soli». E’ il grido d’aiuto del sindaco di Treia, Franco Capponi, rivolto alla classe politica e ai media nazionali in una lettera aperta pubblicata oggi pomeriggio.
«Dopo i primissimi giorni dal terremoto – scrive Capponi -, in cui l’attenzione mediatica si era concentrata sulla notizia “sisma” e sul dramma umano, sembra che ora vi sia quasi disinteresse da parte degli organi di stampa. E’ invece questo il momento in cui, spenti i riflettori mediatici e superata la primissima fase di emergenza, i problemi si definiscono in tutta la loro complessità. Centinaia di case dichiarate inagibili, quantità interminabili di segnalazioni. La quasi totalità degli edifici pubblici e delle chiese dichiarate inagibili, con danni talmente gravi da lasciar presagire un pieno recupero in un futuro tutt’altro che prossimo». «Vorrei ricordare a tutti – conclude – che questa non è una tragedia marchigiana, umbra, laziale, o abruzzese, ma è una tragedia italiana. Tutti gli italiani dovrebbero, ciascuno nel proprio ruolo, in primis la classe politica ed il Governo, fare qualcosa di più».

Il centro storico di Treia lesionato dal sisma

Il centro storico di Treia lesionato dal sisma


A fare eco all’appello del sindaco Capponi anche Fiorello Primi, presidente de “I borghi più belli d’Italia”, di cui fa parte anche la stessa Treia e molti altri comuni colpiti dallo sciame sismico che ha devastato l’entroterra. Il presidente Primi ha mandato oggi una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, esortandolo a «un cambio di modello di riferimento, una nuova mentalità e nuovi strumenti che ci facciano uscire dalla consunta logica dell’emergenza e approdare definitivamente in quella, preventiva, di riduzione del rischio. 
Sarebbe opportuna – suggerisce Primi – una legge che introduca, sulla falsariga di quanto definito sui luoghi di lavoro per i lavoratori, parametri e culture di salvaguardia dal rischio sismico per le popolazioni.  Va superata la logica del rattoppo, del processo di causa-effetto, “danno, ricostruzione”. Non basta più. Quando questo terremoto smetterà di colpire, quando lo sciame sismico sarà terminato, quando per ogni famiglia colpita si avvierà il percorso di restituzione di un tetto, simile per quanto possibile all’originario, le luci si spegneranno su questa catastrofe che ha colpito il centro Italia. Quelle comunità dovranno essere restituite alle terre originarie, ma in piena sicurezza per il futuro». Il presidente de I borghi più belli d’Italia chiede anche un incontro con lo stesso Renzi. «Sono infine a chiederle – scrive – un incontro da svolgere con tutti i sindaci della nostra associazione che si trovano in aree sismiche per iniziare un lavoro di ricognizione, verifica e proposizione di soluzioni per rendere i nostri borghi oltre che belli anche sicuri, rendendo concreto lo slogan da noi coniato: “Investire sul passato per costruire il futuro”. E’ un lavoro lungo, ma da avviare subito».

 



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