di Monia Orazi
«Stiamo ripartendo, ma ogni giorno c’è un problema, siamo pieni di problemi, piano piano ripartiremo, mi è rimasta soltanto una stalla che può contenere al massimo centoventi pecore, io ne ho trecentocinquanta. Tutte le altre sono state danneggiate dal terremoto, il consumo di carne e latte è bloccato dal terremoto, la popolazione è andata via, mi servono altre stalle, è arrivato il freddo, se non si farà presto gli animali moriranno», con queste parole l’allevatore Stefano Angeli di Gabbiano di Pieve Torina lancia l’allarme sui danni delle scosse di terremoto, che non sono soltanto quelli alle stalle, ma si devono aggiungere quelli economici da mancata vendita. Gli fa eco il cugino Mirco Angeli, allevatore di mille pecore e sessanta mucche da latte di Capriglia di Pieve Torina, rimasto sfollato: «Noi stiamo cercando di ripartire che è la cosa più importante.
Per il latte abbiamo avuto un calo del 50 per cento, per i legumi stiamo cercando di vendere con gruppi di acquisto, ci stiamo muovendo. Ci sta molto sciacallaggio. Mi è successo proprio ieri. Una persona si è offerta di comprare tutti i prodotti ma a meno della metà di quanto li venderei. Gli ho detto che siamo disperati, ma non fino a questo punto. Per fortuna ci sono anche molte persone oneste che stanno cercando di darci una mano. Noi stiamo cercando di rimettere in funzione tutto, di rivendere con i mercati di Campagna amica e con persone che stanno cercando di fare i cesti di Natale». Angeli chiede sostegno per ripartire: «Il primo bisogno è quello di dormire noi, altrimenti non possiamo andare avanti. Noi siamo sfollati, io i miei genitori ed i miei fratelli. Mia moglie e i figli li ho mandati via, perché purtroppo non era più una situazione sostenibile con due bambini di sei anni ed un anno e tre mesi, poi il ricovero degli animali per poter noi lavorare in sicurezza e le scorte di materie prime. Gli animali una parte sono fuori al pascolo, altri in una stalla inagibile, che devo andarli a mungere e non so dove metterli. Qui è freddo, delle notti siamo già arrivati a meno tre gradi». Situazione difficile a Torricchio di Pieve Torina anche per l’azienda tutta a guida femminile di Stefania e Sonia Girolami, niente danni alla stalla, ma vendite ferme. Spiega Stefania: «Noi abbiamo una stalla antisismica costruita nel 2006, non ha subito danni. Il problema è la vendita dei vitelli, noi abbiamo un allevamento di mucca marchigiana. Dobbiamo fare presto perché è in arrivo la neve, abbiamo il problema di rimettere queste bestie in stalla e se non possiamo venderle abbiamo poco posto. Noi siamo a Torricchio di Pieve Torina, le nostre bestie sono ancora in montagna, avremo bisogno di un sostegno economico per la mancata vendita». Conclude la donna: «Il terremoto ha bloccato tutto, siamo rimasti solo noi allevatori, non va bene, la scuola non si riesce a riattivare, i miei figli da una classe da dieci sono ridotti a due, perché gli altri sono sulla costa e non vogliono tornare. Dobbiamo riportare la gente qui per ripartire, poi riattivare la scuola».
Coldiretti ha consegnato agli allevatori ventidue camper, sementi e mangimi, alla presenza del presidente nazionale Roberto Moncalvo e di Tommaso Di Sante, presidente regionale. Spiega Tommaso Di Sante, presidente regionale Coldiretti: «Stiamo monitorando le aziende e la vicinanza è una cosa importante, c’è bisogno di tanta velocità, devono restare vicino agli animali, c’è bisogno di nuclei abitativi, di nuclei per le stalle, l’80 per cento in questo territorio ha subito danni».
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Belle parole di tutti quelli che hanno fatto la sfilata nelle zone terremotate. Tutte le promesse che hanno fatto? Quando pensano di cominciare a mettere in atto ciò che hanno promesso? Bisogna suonare i campanelli delle loro case e ricordare, pretendere.
Mi dispiace per tutti quelli che combattono con le proprie forze, disperatamente. Noi che stiamo osservando da fuori tutte le vostre vicissitudini, vi siamo vicini col pensiero. Un abbraccio forte a tutti.