di Donatella Donati
Nella cappella un tempo di fronte alla porta d’ingresso, più tardi spostata in altro braccio, con l’affresco della Madonna che sotto l’ampio mantello dispiegato a tenda accoglie i ragazzi e le ragazze della contrada proteggendoli con l’abbraccio e lo sguardo, c’è la storia d’inizio della chiesa più interessante di Macerata, quella chiamata Chiesa di Santa Maria delle Vergini. Nata in più tempi, distrutta e ricostruita fino al modello attuale che risale alla seconda metà del 1500, ha rappresentato un punto di riferimento per la salvezza della città in tempi diversi con pellegrinaggi e preghiere. Un filo ideale la congiunge alla cupola della Basilica di Loreto e il punto di collegamento è costituito dal grande costruttore di cupole Donato Bramante di cui Galasso Alghisi da Carpi è stato allievo e ammiratore soprattutto per il comune interesse per le opere di difesa delle città e dei monumenti.
Bramante nel progettare l’abside della Basilica di Loreto ha pensato ad una vera fortificazione data la posizione della chiesa, quasi in bilico lungo la collina. Galasso da Carpi ha lavorato a Roma per la fortificazione delle mura e ha costruito la cupola della chiesa di Santa Maria delle Vergini con l’accuratezza e l’impegno che ne permettesse nel tempo la stabilità. Enormi colonne ne sono il sostegno e il tamburo d’appoggio è quasi una fortificazione. Ha resistito al terremoto del 1804 e a quelli precedenti che hanno devastato questa zona delle Marche, ma oggi si aprono sui suoi ottagoni ampie spaccature e il timpano è in pericolo di crollo. La popolazione della zona guarda con apprensione quella cupola che per chi veniva dal mare sia da nord sia da sud rappresentava il benvenuto della città ai viaggiatori. Sono stati messi in salvo alcuni quadri, il prezioso Tintoretto ed altri di diversi periodi, ma è in pericolo proprio quell’affresco di cui abbiamo parlato all’inizio che potrebbe essere trascinato in una eventuale esplosione della cupola.
Quei ragazzi e quelle ragazze avevano costituito in tempi poco successivi all’apparizione di Maria in periodo di indifferenza religiosa una confraternita detta Confraternita dei Vergini il cui nome nel corso del tempo subì variazioni secondo gli ordini religiosi che l’amministrarono e che nell’uso comune è conosciuta come Confraternita delle Vergini. È interessante comunque notare questo anticipo di concordanza tra maschi e femmine in tempi così lontani e la valorizzazione della loro giovane età e della loro purezza. Per quanto riguarda la messa in sicurezza della cupola abbiamo ancora qualche notizia contrastante perché essa non appartiene alla diocesi ma al demanio pubblico che in questi giorni concentra tutte le sue energie nella ricerca di edifici per le scuole inagibili e la collocazione di studenti e di famiglie con case lesionate. Tuttavia abbiamo notizie dall’amministrazione comunale, ancora impegnata a mettere in sicurezza la chiesa di San Paolo in pieno centro cittadino, che quanto prima si farà altrettanto per questo monumento periferico per la collocazione, ma centrale per il valore artistico e religioso. Lo stesso sindaco, molto attivo e attento in questa fase così angosciante della vita della città che amministra, tramite la sua segreteria ci ha fatto sapere che solleciterà gli interventi necessari.
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Santa Maria, donna senza retorica, prega per noi inguaribilmente malati di magniloquenza.