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Conceria del Chienti,
150 esperti da tutto il mondo
alla scoperta della “fabbrica magica”

TOLENTINO - Il maxi congresso China Goes Global per studiare i finanziamenti cinesi all'estero si è concluso con un tour nell'azienda, rinata grazie alla determinazione dei suoi operai, ad un amministratore illuminato e ai fondi asiatici che hanno portato innovazione e crescita. L'ad Marco Luppa: "La nostra esperienza è una scelta vincente e non deve rimanere un caso isolato. L'internazionalizzazione non è sempre una minaccia, per noi è stata un'opportunità"

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Uno dei partecipanti al China Goes Global

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L’ad Marco Luppa riceve la delegazione del China Goes Global

di Marco Ribechi

E’ la conceria del Chienti ad ospitare l’ultima tappa del China Goes Global, il meeting più importante al mondo sugli investimenti cinesi all’estero che si è tenuto a Macerata dal 26 al 28 luglio (leggi l’articolo). L’azienda di Tolentino rappresenta un modello di successo, unico e certamente destinato a cambiare il volto dell’internazionalizzazione, vista non più come una minaccia ma come un’opportunità. Solo alcuni anni fa era in fase di liquidazione con un futuro che sembrava già segnato. La sua sopravvivenza era legata al sacrificio dei suoi dipendenti, costituitisi in una cooperativa per continuare la produzione. Fino al 2014 quando il gruppo cinese Jihua Xingxing decise di investire 20 milioni di euro distribuiti in tre anni sul know how e sulle risorse umane.

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Marco Luppacon il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi

Sotto la guida dell’amministratore delegato Marco Luppa, arrivato in veste di liquidatore, l’azienda, con oltre 90 anni di storia, è riuscita a sollevarsi e a tornare ad essere un punto di riferimento per tutta il comparto della pelle. Oggi 150 studiosi provenienti da tutto il mondo hanno potuto toccare con mano quella che è definita “la fabbrica magica”, osservare la produzione di materiali eccellenti e capire la grande sapienza che si nasconde dietro le quinte del marchio. Presente anche il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. «In questi stabilimenti trasformiamo la nostra materia prima, il pellame grezzo – spiega Luppa agli studiosi –  in pelle pregiata con la quale si realizzano scarpe Louboutin e altri prodotti che nel mondo portano la firma di Louis Vuitton, Dior, Hermes, Santoni. Questo è possibile grazie alla competenza delle nostre maestranze, ma è anche grazie alla straordinaria sinergia che si è creata con  Jihua Group, che crede in questo progetto e nella sua italianità. Lo stabilimento è stato costruito negli anni 70 e ha portato la Conceria del Chienti tra i primi posti al mondo. Il nostro prodotto di punta è il trattamento della pelle dei vitellini, per cui siamo tra le prime 4 aziende al mondo».

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Gli studiosi “ammirano” il processo di lavaggio delle pelli nelle enormi botti

Come in un museo di prim’ordine i 150 ospiti hanno iniziato il tour aziendale tra lo stupore e la sorpresa nello scoprire i processi che trasformano una pelle grezza in una materia prima essenziale per il made in Italy. Le prime due tappe riguardano il progetto avveniristico finanziato dal capitale cinese che sarà inaugurato il prossimo 12 ottobre. «Avremo un centro di ricerca e sviluppo pellame e un reparto di piccole produzioni e stile – continua Luppa – Ci avvarremo del sostegno dell’Università di Camerino. E’ un’esperienza unica quella di avere un laboratorio creativo dell’università dentro una fabbrica». Dopo un giro al piano superiore per vedere la piccola produzione il gruppo si è spostato al piano terra dove delle enormi botti e un’odore pungente preannunciano lo spettacolo. «Quella che per molti è una puzza fastidiosa per noi è un profumo – spiega Luppa – E’ l’odore del nostro lavoro. Qui avvengono le varie fasi di produzione dei pellami: la pulizia, lo sgrassamento, il lavaggio fino ad ottenere un prodotto di colore blu chiamato appunto “Wet blue”. Finita questa prima fase si passa ai vari trattamenti, alla colorazione e al raffinamento fino ad ottenere un prodotto pregiatissimo che viene nuovamente selezionato. Per dare un’idea della mole di lavoro voglio dire che tutta l’acqua utilizzata nei vari passaggi finisce nel nostro depuratore aziendale per un costo di circa 500mila euro l’anno».

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In primo piano Luca mariotti, presidente della cooperativa di lavoratori. Dietro Luca Cotulelli e Maurizio Scannetti due degli artefici della rinascita della fabbrica

Attualmente la conceria produce circa 700 metri quadrati di pellami al giorno ma in previsione c’è un aumento della produzione. L’orgoglio al di là dei capitali cinesi, è anche degli operai che hanno saputo mantenere vivo il marchio. «Siamo soddisfatti perchè è una situazione che ci siamo creati da soli – spiega Luca Mariotti, presidente della cooperativa – siamo 35 soci e lavoriamo come un’azienda terzista. E’ stato un periodo difficilissimo in cui però abbiamo saputo mantenere i nostri clienti. Poi è arrivato Luppa che ci ha preso per mano, ha saputo motivarci e ha visto il valore di questa azienda. Ha innovato e migliorato nonostante fosse arrivato per liquidare. I capitali cinesi sono la dimostrazione che per un’azienda in crisi è possibile anche un altro tipo di futuro». terminato il giro gli studiosi del China Goes Global hanno potuto vedere lo showroom aziendale e capire che tanti oggetti del made in Italy come borse e calzature nascono con i materiali eccellenti della Conceria del Chienti. «Il mio ringraziamento va alla professoressa Francesca Spigarelli che ci ha coinvolti in questo congresso mondiale – conclude Luppa – se non ci fossero stati i capitali cinesi questo stabilimento che vediamo oggi, ristrutturato solo 5 mesi fa, avrebbe ancora le mattonelle del ’72. La nostra è una ricetta che dimostra che è stata presa una scelta finanziaria vincente. Altrimenti dopo 6 mesi avremmo chiuso, invece dopo 2 anni siamo ancora qui. Non si tratta di un caso isolato, è una esperienza da approfondire e che può essere replicato in differenti realtà».

 

 

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La delegazione del China Goes Global nello showroom della Conceria del Chienti

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La professoressa Francesca Spigarelli insieme al sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi e all’ad Marco Luppa

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