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Un patto post Brexit a Macerata:
Boccia apre a nome degli industriali
con territorio, istituzioni e sindacati

RICETTA CONTRO LA CRISI - L’assemblea generale al teatro Lauro Rossi con il n.1 di Confindustria. Ufficializzato il passaggio di consegne da Giovanni Clementoni al nuovo presidente provinciale Gianluca Pesarini. Un grido d’orgoglio: "La maratona è lunga ma non molliamo, siamo sistema". E il successore di Squinzi esorcizza il Brexit: “Se il destino è contro di noi, peggio per lui, andremo avanti”. Industria 4.0, spinta per il digitale applicata alle catene di montaggio, come nuovo orizzonte. Gli interventi del governatore Ceriscioli, del sindaco Carancini, del prefetto Preziotti e della vicepresidente della provincia Mariani

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Giovanni Clemetoni, Vincenzo Boccia e Gianluca Pesarini

 

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Giovanni Clementoni e Vincenzo Boccia

 

di Maurizio Verdenelli

(foto di Lucrezia Benfatto)

L’assemblea generale pubblica degli industriali maceratesi stretti intorno a Vincenzo Boccia, con un tema rivolto al futuro ‘I driver del cambiamento tra innovazione digitale e tradizione’ all’ombra di industria 4.0 (il digitale ad affiancare le catene di montaggio) e i rumors del Brexit, non poteva partire se non da un compleanno di 218 anni fa. Quello, domani, del Giovane Favoloso. ‘…odi il martel picchiare/ la sega del legnaiolo, che veglia/nella chiusa bottega alla lucerna/e s’affretta e s’adopera…’. Sono trascorsi oltre due secoli dalla nascita di Giacomo Leopardi, e il miracolo economico marchigiano postguerra (Recanati uno dei capoluoghi) è ormai dietro le spalle ed una crisi spaventosa ora percuote l’ex isola felice maceratese: “eravamo impreparati” ha ammesso la vicepresidente della Provincia, Paola Mariani.

E la lunga traversata nel deserto degli imprenditori, ‘la maratona’ come l’ha chiamata il nuovo presidente Gianluca Pesarini – ha raccolto oggi ufficialmente il testimone da Giovanni Clementoni -: “sembra non finire”. “Non sappiamo quanto dista il traguardo…ma non molliamo, andiamo avanti. Al contrario di un maratoneta però non ci sentiamo soli, abbiamo il sostegno ed il valore di un territorio”. “Siamo un sistema”. Già, come si esce dalla crisi? “Questa può avvenire puntando sull’economia reale, in particolare sul settore manifatturiero”. “Serve proporre e ripensare un progetto di marketing che guardi al futuro del territorio ed individui idee che possa diventare punti di forza, progetti ed azioni che devono consentirci di essere più attrattivi, più competitivi, più sostenibili, più inclusivi”.

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Gianluca Pesarini, nuovo presidente di Confindustria Macerata

“Lo sviluppo è inceppato, occorre dunque continuare la sfida avviata” aveva detto Clementoni nell’ideale ‘passaggio della campanella’ ad un altrettanto emozionato Gianluca Pesarini. Che ha presentato la squadra, il comitato di presidenza. Ne fanno parte: Stefano Severini, Domenico Ceci, Simona Reschini, Salina Ferretti, Enzo Speziani, Domenico Guzzini. Tema forte e tradizionale: la sfida del lavoro e del fare, per l’homo faber marchigiano. E ripreso dal presidente nazionale Vincenzo Boccia. Un ‘amico affettuoso e fraterno’ del Maceratese (dichiara) seppure non abbia chiaro del tutto l’esatto nome di Treia segnalata più volte da lui come ‘Trea’: lapsus quasi freudiano, essendo questa un’azienda del luogo. Poi un ricordo preciso: “Lo scorso luglio ero a Trea (Treia appunto, ndr) per Symbola insieme con Gianluca (Pesarini) che vive in quella splendida cittadina, e Giovanni Clementoni. Ebbene da loro e da altri colleghi ed amici, due materani ed un salernitano, ho trovato la sollecitazione giusta. E’ andata bene. E considerato che così era stato anche per altri ‘visitors’ di quei Seminari: Matteo Renzi non ancora premier e Monica Maggioni, non ancora presidente Rai, auguro a tutti di frequentare questa Lourdes laica…! E per quanto mi riguarda sono qui, come sapete, come successore di Giorgio Squinzi”. “Un amico anche lui che ama Macerata e lo Sferisterio” aveva detto poco prima il sindaco Romano Carancini appellato dal moderatore Nicola Porro, vicedirettore de ‘Il Giornale’ come Roberto Preziotti, così scambiato o quasi per il prefetto.

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PASSAGGIO DI CONSEGNE – Gianluca Pesarini e Giovanni Clementoni

 

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Roberta Preziotti, prefetto di Macerata

 

La dottoressa Preziotti, aprendo il convegno, era stata infatti protagonista di un appello commosso per Macerata “dove il concetto di legalità è ancora tenace ma che sconta invisibilità ed isolamento: per Roma in treno ci vogliono 5 ore. Quando torno nella Capitale, io romana, vedo un aggrottar di ciglia, di visi stupefatti quando dico che lavoro in questa città: pochi sembrano davvero conoscerla (aveva ragione Flaiano: ‘e pensare che c’è gente che vive e lavora anche a Macerata ndr)”. A quel punto dalla prima fila ‘istituzionale’ del teatro Lauro Rossi, ‘disegnato’ con luci azzurrine a riprendere il colore delle poltroncine, qualcuno era sbottato: “Ad eccezione tuttavia dei pontefici, però considerato che facevamo parte del regno papalino come seconda città più importante…”. Poco importa la storia: l’attualità sembra dar ragione al prefetto venuto da Roma augurandoci che la superstrada maremonti offra davvero un’occasione formidabile di rilancio. Tuttavia l’ottimismo è apparso in volo sulla platea affollata e sul clima un pochino rarefatto del ‘Lauro Rossi’, affollato non solo di politici –accanto al prefetto, il Governatore Ceriscioli- sindaci (tra questi Pezzanesi, Tolentino; Capponi, Treia; Marinelli, Castelraimondo oltre a Carancini) sindacalisti, industriali, dirigenti e pure il vescovo Nazzareno Marconi. Nelle prime fila anche Alfredo Cesarini, per anni al vertice di Carima, quando questa era la Fiat maceratese, la più importante azienda della provincia e poi presidente di Banca Marche in tempi ancora tutto sommato tranquilli; una fila più indietro Ermanno Pupo, già ‘storico’ direttore di Confindustria. Tanti nomi e volti di una terra di benessere e leopardiane armonie, seppure adesso Pesarini che cita anche papa Francesco, intenda “implementare il dialogo con i sindaci, con le Università (un elogio ad Unicam per un progetto da portare avanti assieme ndr), con i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali e dei lavoratori sui temi di sviluppo locale, ma anche di area vasta”.

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Il vescovo Marconi vicino a Vincenzo Boccia

Come finirà la sfida evocata da Clementoni e ‘raccolta’ dal successore? L’incertezza è sovrana anche se Vincenzo Boccia abbia sfoggiato il classico ottimismo della volontà, avendo ripreso la conclusione di Pesaresi: “Siamo sistema e se il destino ci è contro, peggio per lui: noi ce la faremo!”. Ancora: “La relazione di Gianluca è politica, non è un concetto estraneo a Confindustria seppure sia equidistante dai partiti. Distinguiamo però le emergenze dalle cose importanti e le nostre proposte sono rivolte tutte alla crescita. La Brexit? Anticipa i tempi per un’Europa da ridisegnare. Problemi nasceranno in caso di svalutazione della sterlina, in direzione dell Regno Unito. Tuttavia è alla Germania che guardiamo per ridurre la forbice che ci separa in fatto di produttività. Quando l’avremo accorciata ci saranno dire salari maggiori, più competizione e più forte domanda interna”. Ribadendo “come la sfida si giochi sull’offerta non sulla domanda” il n.1 di Confindustria ha dichiarato: “L’Italia deve aprirsi attraverso il proprio territorio”. Sul referendum di ottobre, sul quale era stato sollecitato da Carancini, Vincenzo Boccia non s’è fatto attendere, condividendo volentieri: “Siamo per l’Italia che funziona, rinnovandosi e modernizzandosi attraverso le riforme”. La lunga ed intensa convention ha visto alternarsi sul palco anche Gianni Potti, presidente Cnct Confindustria (“Verso la fabbrica 4.0: la via italiana alla manifattura intelligente”); Gianluca Gregori, prorettore della Università Politecnica delle Marche (“Aspetti evolutivi dei processi di internazionalizzazione”); Marco Magnani, economica della Harvard University e della Luiss (“Radici profonde nel territorio, antenne tese sul mondo”).

Adornato_Corradini_Foto LBPoi, moderato da Porro, il talk show finale con Francesco Adornato, rettore eletto di Unimc; Giovanni Clementoni; Flavio Corradini, rettore Unicam; Marco Magnani e Luca Ceriscioli. Che da parte sua ha ricordato gli interventi della Regione a favore del mondo dell’imprenditoria. In particolare per le aree in crisi del Piceno e del Pesarese e l’accordo di programma per il Fabrianese. Un sostegno per l’imprenditoria che ha visto l’erogazione di 200 milioni di euro dai fondi europei, la costituzione di un fondo regionale per l’internazionalizzazione e il taglio Irap per le imprese. Da Macerata dunque “nel ‘prezioso” scenario del Lauro Rossi, dove il nuovo presidente ‘è andato in scena”’ su un palco “custode da 250 anni, della storia di piccole e medie imprese che hanno saputo innovarsi sul doppio binario della memoria e del futuro” (ha detto Pesarini), la classe imprenditoriale ha virtualmente stretto un nuovo patto con territorio, istituzioni, politica E sindacati mentre alle banche nella città del flop di BM si chiede ‘asset qualitativi’. “Perché da soli non possiamo farcela”. Basterà per la crisi all’epoca del Brexit?

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Il sindaco Romano Carancini e il governatore Luca Ceriscioli

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Ferdinando Cavallini, direttore generale della Banca della provincia di Macerata

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Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3

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