Addio ad Umberto Eco, i docenti Unimc:
“Ha aiutato la cultura universitaria europea”

Il grande filosofo e scrittore è scomparso ieri sera ad 84 anni a Milano. Nel nostro capoluogo tenne un incontro per i 700 anni dell'ateneo. Tra i suoi rapporti con i professori di Macerata, quelli con Marcello La Matina e con Roberto Lambertini suo allievo all'università di Bologna. Invitò per la prima volta nell'associazione internazionale di Semiotica a Milano Sándor János Petőfi. Il premio Oscar Dante Ferretti firmò la scenografia del film "Il nome della Rosa"

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Umberto Eco con gli studenti dell'Univeristà di Macerata

Umberto Eco con gli studenti dell’Univeristà di Macerata

Umberto Eco

Umberto Eco

 

di Claudio Ricci

Filosofo di fama internazionale, padre della semiotica interpretativa, autore dei best seller mondiali “Il nome della rosa” e “Il pendolo di Foucault” è scomparso a 84 anni uno dei colossi della cultura italiana nel mondo, Umberto Eco. A dare notizia della morte avvenuta ieri sera alle 22,30 nella sua abitazione di Milano, la famiglia del grande letterato. Fondatore della facoltà di Scienze della comunicazione a Bologna e socio dell’accademia dei Lincei aveva pubblicato come ultimo libro la critica al giornalismo, ‘Numero zero’ (Bompiani). Oltre che di romanzi di successo internazionale, nella sua lunga carriera Eco è stato autore di numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia. Secondo le prime indiscrezioni, la commemorazione con rito civile dovrebbe tenersi a Milano, nel castello Sforzesco, martedì alle 15

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L’incontro al teatro Lauro Rossi nel 1991

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La pubblicazione della conferenza tenuta da Umberto Eco in onore del 7° centenario dell’Università il 5 marzo 1991

IL LEGAME CON MACERATA – Annunciato come superospite insieme a Roberto Benigni per le celebrazioni dei 750 anni dalla nascita di Dante ad Apiro, Eco aveva disdetto la sua presenza poco prima dell’evento per impegni personali (leggi l’articolo). Partecipò però alle celebrazioni per il settimo centenario dalla fondazione dell’università di Macerata. In quell’occasione il 5 marzo del 1991 tennè una conferenza su Università e mondo dei media talmente partecipata da essere spostata dall’aula magna al teatro Lauro Rossi. Ma il legame con Macerata si snoda anche nei rapporti di lavoro e personali con i docenti dell’ateneo. Marcello La Matina, professore di Filosofia del Linguaggio del dipartimento di Studi umanistici racconta di una conoscenza risalente al 1983 portata avanti nel tempo con uno scambio epistolare. «Ha aiutato la cultura universitaria europea» è il ricordo di La Matina allievo di Sándor János Petőfi (scomparso nel febbraio del 2013, leggi l’articolo) altro mostro sacro della Semiologia docente dell’Ateneo scomparso nel 2013, conosciuto internazionalmente come una delle figure di maggior spicco nel campo della semiotica e della linguistica. Fu proprio Eco a invitare per la prima volta Petöfi in Italia dall’Ungheria, suo paese natale, nel 1971, in occasione della conferenza dell’associazione internazionale di studi semiotici nel 1974 a Milano. In seguito lo stesso Petőfi fu citato per la sua teoria del testo in vari saggi del filosofo piemontese (“Lector in fabula” 1979). 

 

Il professor Sàndor Petofi con Umberto Eco

Il compianto Sàndor Jànos Petofi con Umberto Eco

«Eco e Petöfi erano coetanei – scrive su facebook Gianna Angelini anche lei docente di Semiotica ad Unimc – Si stimavano benché non condividessero appieno l’uno le idee dell’altro, e si difendevano pubblicamente a vicenda. Perché erano intellettuali veri. D’altri tempi. Studiosi animati dallo stesso profondo desiderio di conoscenza e trasmissione del sapere per rispetto dell’educazione, oggi così raro»

Tra gli allievi di Eco all’università di Bologna Roberto Lambertini, professore di Storia Medievale al dipartimento di Studi umanistici di Unimc. «Ricordo i sabato mattina al seminario di Semiotica con lui – racconta Lambertini – un corso sul linguaggio degli animali nelle fonti medievali che oltre a spingermi verso la storia del medioevo mi portò ad una delle mie prime pubblicazioni, “Latratus Canis”, articolo firmato da Eco, da me e da altre due studentesse. Erano i primi anni 80 e già lui era una personalità accademica internazionale. Nonostante questo con gli studenti si sentiva a casa era sempre disponibile a parlare e all’ascolto. Non era per niente un tipo sulle sue. Facevamo grandi chiacchierate e prima di andare a casa dopo la lezione del sabato ci fermavamo spesso a mangiare una pizza insieme». La trama del legame con Macerata si infittisce anche grazie al premio Oscar Dante Ferretti che firmò nel 1986 la scenografia della versione cinematografica di “Il nome della Rosa” diretta da Jean-Jacques Annaud.

Umberto Eco nel 1991 con Giovanni Ferretti, allora rettore dell'Università di Macerata

Umberto Eco nel 1991 con Giovanni Ferretti, allora rettore dell’Università di Macerata

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