Il panettone di ghiaia e materiale contaminato (leggi l’articolo) si trasferisce da Civitanova a Pian di Pieca. La denuncia arriva dagli esponenti del movimento dell’Alta Fiastrella che dopo aver interpellato il sindaco di San Ginesio, questa mattina sono scesi “a valle” per porre una serie di interrogativi anche agli amministratori di Civitanova. Adriano Mei, Barbara Archeri e Amedeo Regini di Cittaverde sottolineano come, pur apprezzando la rimozione della sabbia inquinata dal litorale sud, alcune domande ancora non abbiano trovato risposta. In primo luogo le associazioni sottolineano come l’intervento fatto sia di messa in sicurezza e non di bonifica, tanto che non è stato possibile appurare la fonte di inquinamento da Ipa. Ma non solo: “chi ha appurato che le particelle superiori a 2 millimetri fosse a norma e quelle inferiori inquinate?” chiede Mei. Ma a turbare gli ambientalisti dell’Alta Fiastrella è soprattutto quel cumulo di ghiaia inferiore ai due millimetri che dopo essere stata asportata dal litorale sud sarebbe stata stoccata in un deposito a Pian di Pieca. “L’impressione è che si trasferisca l’inquinamento da un sito ad un altro – continua Mei – oltretutto quel materiale, circa 3184 metri cubi (la metà del panettone) è stato collocato su un telone di plastica, ma non coperto, mentre a Civitanova era protetto dalle intemperie”. Dopo gli interventi e le proteste il sindaco di San Ginesio ha inviato la Municipale ad effettuare un controllo sull’effettiva inadeguatezza del sito, ma al momento non sono state elevate sanzioni. Risale invece alla radice Regini: “il fatto che il panettone non ci sia più ovviamente ci fa piacere, ma non siamo ancora in grado di stabilire se il fenomeno possa ricomparire dal momento che non è stata individuata la fonte. Chiederemo un incontro formale al sindaco e all’Arpam”.
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