di Filippo Ciccarelli
Migliorano le condizioni dei tifosi della Maceratese rimasti vittima di un bruttissimo incidente stradale mentre tornavano dalla vittoriosa trasferta di San Cesareo (leggi l’articolo). In un primo momento avevano destato preoccupazioni le condizioni di Roberto Camarri, che era alla guida del Mercedes Vito finito contro una Renault che aveva imboccato la rampa del casello contromano, e di Andrea Pierucci, portato con l’elicottero al Policnico di Tor Vergata a Roma, per una sospetta rottura del femore. Pare che Pierucci abbia riportato fratture serie agli arti inferiori – tibia e perone – ma sarebbe scongiurata la rottura del femore. E’ invece confermato il trauma toracico per Roberto Camarri: l’impatto con l’airbag successivo allo scontro gli ha causato anche la frattura di due costole e un ematoma polmonare. Meno grave la situazione di suo fratello Stefano e di Riccardo Marchiori, che è stato dimesso in mattinata dall’ospedale di Palestrina. Tutte le persone coinvolte, comunque, non sono in pericolo di vita.
E’ andata peggio, invece, a Francesco Andrenelli, per il quale sarebbe confermata la rottura del bacino. I medici hanno valutato l’opportunità di operare all’Ospedale di Frascati – dove si trova ricoverato – il tifoso biancorosso, ma lo stesso Andrenelli ha chiesto di essere trasferito nel nosocomio maceratese.
“Mi hanno detto che sono stati interessati bacino e anca, in particolare la zona di intersezione tra il femore e il bacino – spiega Andrenelli – anche se in un primo momento sembrava che non ci fosse niente di rotto. Purtroppo non era così. E’ stato bruttissimo chiudere una giornata felice come quella, per la vittoria, in un modo del genere”.
Cosa ricorda dell’incidente?
“Avevamo passato il casello da un centinaio di metri, ero seduto avanti. Ho visto quell’auto uscire dalla curva e venire verso di noi, come se ci stesse puntando. L’autista non guardava minimamente la strada, non ha fatto il minimo cenno di frenare: da quando è sbucato all’impatto saranno passato due secondi, Roberto Camarri, che era alla guida, non poteva fare niente per evitarlo. Se non ci fossimo stati noi sarebbe finito fuori strada, nel fosso”.
Dov’era seduto?
“Ero in prima fila, lato destro, del passeggero. In mezzo c’era un posto vuoto e ancora più a sinistra Roberto, che guidava. Il fratello di Roberto era dietro di me, per fortuna non c’era nessuno al centro perché penso che sarebbe morto”.
Come siete usciti dopo lo schianto?
“Mi ricordo di aver aperto la portiera e di essere caduto di fuori, senza possibilità di muovere le gambe. Una era più corta dell’altra di una ventina di centimetri. Ero preoccupatissimo per Roberto, ho capito subito che fosse grave. Era coperto di sangue, ho visto come ha sbattuto, poi non l’ho più visto perché lui è uscito dal lato opposto al mio. Ma ricordo le urla di Stefano che diceva di chiamare aiuto perché non respirava. Io ho subito chiamato il 118. Gli ho detto di fare presto e di venire con più di un’ambulanza perché eravamo tanti”.
Cosa ha pensato quando si è reso conto di non riuscire a muovere le gambe?
“Eh, ho pensato tante cose… non sapevo se era più il dolore per la rottura delle ossa o la paura, lo choc del momento. Però ricordo pure che tutti i nostri amici e i tifosi che erano nelle auto dietro sono venuti a prestarci aiuto, a farci coraggio, chi copriva il volto con la sciarpa per il fumo che usciva dall’altra auto, chi ci faceva forza… anche la dottoressa Tardella è venuta a consolarci, e a dirci che le ambulanze stavano arrivando”.
A proposito dell’altra auto: in un primo momento si pensava che l’automobilista fosse ubriaco…
“No, io l’ho visto, era disperato. Si è distratto, si strappava i capelli e chiedeva perdono. So che poi è andato all’ospedale da Roberto, che sul momento sembrava il più grave di noi”.
Cosa dicono i medici riguardo alla sua situazione?
“Mi hanno detto che da 1 a 10 la gravità è 8. E anche che non è possibile non operarmi per via della mia età, visto che ho 28 anni e senza operazioni risentirei di problemi molto maggiori in futuro. Volevano operarmi qui, ma ho chiesto la possibilità di essere trasferito a Macerata. Sono in contatto con il dottor Gabriele Caraffa”.
C’è qualcuno dei suoi familiari lì a Frascati?
“Ieri sera è venuta mamma, che è qui con me. Mi hanno chiamato tantissime Io abito vicinissimo allo stadio e mercoledì vorrei essere a Macerata. Anche se non posso essere sugli spalti, vorrei essere vicino alla Maceratese”.
Che messaggio rivolge ai suoi amici?
“Li ringrazio, ne ho sentiti tantissimi su Facebook e gli dico di stare tranquilli: li saluto dall’Ospedale di Frascati…”.
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Auguri di prontissima guarigione!!