In continuità con la tradizione, i montefanesi celebrano San Sebastiano, che nel XIV sec. protesse il suo territorio da una morbosa pestilenza, diffusasi nei Comuni vicini. Da 450 anni la Municipalità di Montefano offre alla cittadinanza una “soma” di farina per panificare le storiche “pagnottelle” per ringraziare il Santo. Non c’è stata guerra, carestia o altra evento, che abbiano impedito alla Municipalità di venir meno al suo solenne voto, facendone una particolarità montefanese, tramandata nei secoli con orgoglio. Ancora oggi, il Comune di Montefano acquista dai fornai del paese la farina necessaria per farla panificare. Alla distribuzione delle caratteristiche pagnottelle, impresse con lo stampo S.S. (che un tempo ero custodito in un forziere dal Comune) per le case del paese, pensano i consorti della Venerabile Confraternite della Santissima Trinità e Morte e dei Santi Antonio Abate e Vincenzo Ferreri, guidata dal Priore Armando Mezzalani. I consorti, girano per le vie del paese e bussano alle porte, con i vecchi cesti di vimini con due aperture, annunciati dalla fragranza del pane che portano che consegneranno in ogni casa. L’arrivo del pane di San Sebastiano, a pochi giorni dall’altra tradizione del pane di Sant’ Antonio, è un vero evento per il paese. Un rito, quello di mangiare le pagnottelle riempite di salumi o altra prelibatezza, che accomuna adulti e giovani, che ancora resiste, con il piacere e la devozione delle antiche tradizioni che scandivano la vita di ogni comunità.
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Dalle ricerche per “Memorie Storiche di Monte Fano nella Marca” di Luciano Egidi e Mario Maggi.
Di un focolaio di Peste a Montefano. II giorno 8 agosto 1529 scoppiò a Montefano una grave epidemia di peste. Furono subito attivati i presidi sanitari, ma con i mezzi di quei tempi poco si poteva fare per combattere il terribile morbo; l’isolamento del focolaio di infezione e le disinfezioni con la calce erano i soli provvedimenti che si potevano prendere. Molti cittadini, accogliendo l’invito degli abitanti di Recanati, trovarono ospitalità in quel non lontano centro, con grave pericolo di contagio per quella popolazione, come purtroppo avvenne. Ma soprattutto si invocò la protezione di S. Sebastiano, che venne in soccorso dei montefanesi. Mentre a Filottrano e a Recanati la gravissima malattia fece molte vittime, nel nostro paese l’epidemia si spense in brevissimo tempo causando pochi morti. La nostra Magistratura, oltre alle molte funzioni religiose di ringraziamento, dedicò un altare al Santo nella chiesa di S. Donato e anche solenizzò il giorno della festa del Santo, distribuendo grano o pane alla popolazione residente dentro le mura del castello. Così abbiamo potuto accertare che il 20 gennaio 1561 per la prima volta è stata distribuita alla popolazione “per la carità del giorno di S. Sebastiano una soma di grano” (Una soma circa Kg. 105 ). Una piccola quantità di grano che macinato ci si poteva fare solo dei piccoli pani. E in tutti gli anni a seguire nei bilanci comunali sempre si è trovata la voce di somme di denaro o quantità di grano date alla popolazione in onore del Santo. Leggendo nelle riformanze (bilanci comunali) abbiamo potuto riportare varie distribuzioni del pane benedetto. Il 17 gennaio 1641, in un periodo di una grave carestia, si decise di distribuire orzo e farro. Nel bilancio comunale per l’anno 1666 alla voce Elemosine troviamo: “Distribuzione di pane il giorno di S. Bastiano ( sic) grano rubbia 2 a detto prezzo scudi 5,60. Dalla Tabella della Comunità di Monte Fano per l’anno 1687, cioè nel bilancio comunale, alla voce passivi e spese varie abbiamo trovato che per la distribuzione del pane di S. Sebastiano, il comune spese scudi 6.40.(1 scudo circa lire 10.000 ). Nella seduta consiliare del 1 gennaio 1693 venne letto e approvato il seguente argomento: “Si avvicina la festa di S. Sebastiano nel qual giorno è solito farsi l’obbligo di questa Comunità ad honore di detto Santo di dare l’offerta di libre (Kg. 0,33) cinque di cera per l’altare in S. Donato e si propone che in detto giorno si faccia la dispensa del pane secondo il solito “. Il 2 gennaio 1707 si estrae il bussolo per la distribuzione del pane di S. Sebastiano. Nella seduta consiliare del 15 gennaio 1708 “si avvicina la festa di S. Sebastiano nel qual giorno è solito farsi 1’obbligo di questa Comunità ad honore di detto Santo di dare l’offerta di libre cinque di cera e perché 1’altare, tuttavia resta spogliato e non si celebra, si propone quidanche che in detto giorno si fa la dispensa del pane secondo il solito”. Il 29 gennaio “si accetta la Reliquia del glorioso S. Sebastano che è donata dal signor Consalvi e i signori Magistrati dovranno fare un ornamento decente d’argento e poi si dovrà conservare fra le altre Reliquie esposte a pubblica venerazione alle chiesa di S. Donato. II magistrato doveva tenere la chiave del cassetto del Sigillo Comunale da imprimere nelle pagnottelle”. Siamo nell’anno 1730. II 13 gennaio 1731 si decide che ogni anno nella vigilia della festa di S. Sebastiano si debba ad honore del Santo accendere un fuoco nella pubblica piazza con 40 fascine a spese
pubbliche e il giorno della festa distribuzione del pane secondo il solito. Il primo gennaio 1753 si danno addirittura cento fascine per il falò della sera della vigilia della festa del Santo. Questa usanza però nel tempo è caduta in disuso, mentre è rimasta quella della distribuzione del pane. In tutte le delibere dai primi dell’800 in poi per la distribuzione del pane, si dice sempre che questa avviene “per antica consuetudine”. La distribuzione del pane è seguita con le stesse regole ininterrottamente sino ai giorni nostri anche nei periodi di guerra e di tesseramento e le pagnottelle benedette con impressa la sigla S.S. (San Sebastiano). Ci auguriamo che seguirà per tutti gli anni a venire.
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