di Cristina Grieco
Si è aperto questa mattina davanti alla Corte d’Assise di Macerata, il processo a carico di Ben Alì Faycal, tunisino di trentacinque anni, e Ganna Prokofyeva, trentasettenne ucraina.
Ben Alì Faycal è accusato di essere il mandante dell’omicidio avvenuto il 13 novembre 2010 nei pressi dell’Hotel House (leggi l’articolo). Vittima il marocchino venticinquenne Lofty Draif, che dopo essere stato pestato a sangue nelle campagne limitrofe è stato lasciato agonizzante all’interno del piazzale del grande condominio multietnico di Porto Recanati. Moriva qualche giorno dopo, senza riprendere più conoscenza, nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Civitanova a causa delle gravissime lesioni riportate. Ganna Prokofyeva, accusata, insieme a Faycal, di aver concorso nell’omicidio del giovane marocchino, per sfuggire al processo si era sottratta agli arresti domiciliari fuggendo dall’appartamento di Porto San Giorgio nel quale dimorava (leggi l’articolo). La fuga si è però rivelata vana perché, a seguito dei controlli a tappeto effettuati dalle forze dell’ordine, è stata ritrovata dopo pochi giorni a Macerata nell’appartamento di un franco algerino di 31 anni già agli arresti domiciliari per un altro reato. Gli imputati Ben Alì Faycal, difeso dall’avvocato Vando Scheggia e Ganna Prokofyeva, difesa dall’avvocato Giulio Abate erano entrambi presenti in aula per la prima udienza del processo. Il collegio giudicante ha ammesso tutte le prove di entrambe le parti, riservandosi unicamente di decidere sulla richiesta avanzata dal procuratore di Ganna Prokofyeva di sottoporre la sua assistita a perizia psichiatrica, per valutarne l’eventuale incapacità di intendere e di volere. Il processo riprenderà il prossimo 20 febbraio, quando inizierà l’escussione dei primi dieci testi della Pubblica Accusa (in aula quest’oggi rappresentata da dottor Andrea De Feis), per la maggior parte ufficiali di polizia giudiziaria.
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