di Mauro Nardi
Hanno tirato giu’ le saracinesche a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. L’albergo “Da Emilio” e il bar “Combattenti” hanno cessato le loro rispettive attività dopo oltre mezzo secolo di onorato servizio, suscitando nella città di Recanati un pizzico di tristezza e non solo tra coloro che l’hanno gestiti. Entrambi hanno infatti rappresentato un pezzo di storia del commercio cittadino, tanto che insieme possono raccontare più di 113 anni di vita recanatese. L’albergo “Da Emilio”, che sorge a poche decine di metri da piazza Giacomo Leopardi, è sorto niente meno che nel lontano 1949 per iniziativa di Emilio Massaccesi e sua moglie Dina. La struttura, allargatasi e ammodernatasi nel corso degli anni divenendo da semplice locanda ad albergo – ristorante, contava quindici stanze per un totale di circa trenta posti letto. Un piccolo gioiellino all’insegna della tradizione che da papà Emilio oggi novantenne, è passata nelle mani del figlio Giancarlo. A quest’ultimo, che ha prelevato l’attività ormai da diversi anni, resterà il compito di portare avanti il ristorante da molti apprezzato per le succulente tipicità marchigiane cucinate dalla moglie Anna Maria. L’amarezza per dover rinunciare al servizio di pernottamento è però palpabile da parte del titolare, vista e considerata la lunga tradizione familiare (il fratello gestisce l’Hotel Ginestra in Via Calcagni). A far prendere la dolorosa scelta è stata la spietata concorrenza di Bed and Breakfast e Agriturismi, nonché gli alti costi per un eventuale ammodernamento delle camere da letto posizionate al secondo piano. Un investimento importante che rischiava di non avere un riscontro in termini economici vista la scarsa affluenza di clienti che lo storico albergo ha registrato in questi ultimi anni. Dall’albergo al bar il passo è breve perchè in via Dalmazia si sono abbassate le saracinesche del “Combattenti”. Un esercizio nato nel 1960 e che negli ultimi vent’anni è stato gestito da Nicola Isidori. Qualche giorno fa ha spento definitivamente la macchinetta del caffè che è stata in funzione per oltre mezzo secolo sin dalle prime luci dell’alba. Il bar, che sino alla fine degli anni ’80 era anche legato ad un distributore di benzina vecchio stampo, era infatti solito aprire alle cinque e chiudere poco dopo la mezzanotte. Un luogo che ultimamente era frequentato da non piu’ giovanissimi per fare una partita a carte e parlare di politica e sport con l’immancabile “Gazzetta” aperta e appoggiata sopra il distributore dei gelati preconfezionati. Nicola Isidori, che ha ammesso di aver versato anche qualche lacrima nel momento dell’ultima chiusura, non è riuscito a cedere la licenza con tutti i permessi sanitari. Nessun acquirente si è fatto avanti per via dell’esorbitante prezzo stabilito dall’ufficio delle imposte e delle tasse alle quali sarebbe andato in contro. Lo Stato, oltre ad imporre un prezzo di vendita, pretende infatti il 33% del ricavato. Condizioni non proprio agevoli che hanno costretto l’ultimo titolare del bar “Combattenti” a restituire la licenza.
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