La Giunta provinciale di Macerata ha approvato il progetto esecutivo per lavori di risanamento del piano viabile della strada “Gioacchino Murat”. Intitolata al generale francese, re di Napoli, che nel 1815 fu sconfitto dall’esercito austriaco proprio nei luoghi oggi attraversati dalla strada provinciale 53, l’arteria è lunga circa 9 chilometri e 400 metri. Essa ha inizio nel Comune di Tolentino, all’incrocio con la77 in località Cisterna, e dopo aver percorre il territorio dei comuni di Tolentino e di Pollenza, termina a Passo di Treia, dove si incrocia con la 361 “Septempedana”.
I lavori, progettati dall’ufficio tecnico della Provincia, prevedono il risanamento di diversi tratti dove la pavimentazione risulta ‘ammalorata’. I lavori ricadranno all’interno dei territori amministrativi di Tolentino e di Pollenza. In particolare l’intervento avrà inizio alla fine del centro abitato di Tolentino per estendersi fino alla loc. Molino di Pollenza.
Con la realizzazione di tali lavori, la Provincia prevede di ridurre l’onere derivante dagli interventi di manutenzione ordinaria, aumentando nel contempo il livello di sicurezza per i mezzi circolanti.
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Peccato che quando si fanno interventi come questi che richiedono ingenti investimenti , si pensi solo al traffico vicolare a motore , non ci si preoccupa minimamente degli utenti deboli come i ciclisti, che frequentano numerosi anche questa bellissima e panoramicissima strada .
Basterebbe lasciare per ogni senso di marcia un piccolo spazio delimitato anche solo da una striscia bianca riservato a chi va in bicicletta e della segnaletica che avverta della loro presenza , sarebbe un segno di civiltà e attenzione anche verso quei turisti anche stranieri che sempre più spesso incontriamo sulle nostre strade .Anche quando si progettano o si riqualificano ponti e viadotti ( vedi il nuovo ponte sul Chienti a Montecosaro ) non ci si preoccupa minimamente di chi ha voglia ( o necessità ) di muoversi in bicicletta .
Concordo con Cartechini, ci vuole uno spazio per i ciclisti anche perchè spesso e volentieri non vanno in fila indiana e fanno come gli pare, emulando la stessa maleducazione di cui lamentano appartenere agli automobilisti.