Il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, è presente oggi a Roma all’annuale assemblea generale dell’Upi, l’Unione delle Province d’Italia i cui lavori sono iniziati nel pomeriggio per concludersi nella giornata di domani. Già convocata da tempo, l’assemblea avrà inevitabilmente al centro dei suoi lavori la discussioni sul provvedimento del Governo che nell’ambito della “manovra” decisa domenica sera prevede un pesante intervento sulle Province, sia in termini di rappresentanza popolare, sia di funzioni. “Dopo 60 anni dalla loro ricostituzione democratica secondo il dettato costituzionale, le Province si vedono svilire – è il commento a caldo di Pettinari – nel loro ruolo d’area vasta. Questa scelta comporta una immediata delegittimazione politica delle Province, quali istituzioni costitutive della Repubblica, e degli amministratori provinciali che sono stati eletti a suffragio universale, direttamente dai cittadini”.
Il presidente Pettinari giudica negativamente modi e finalità della decisione del Governo. “Sul piano formale, così come annunciato, il provvedimento è una sorte di ‘spot’ che cerca di far presa sull’opinione pubblica con una presunta riduzione dei costi della politica: in verità rischia di generare notevoli costi in termini di disservizi per le popolazioni”.
“La scelta contenuta nel decreto del Governo – secondo il presidente Pettinari – è stata adottata sull’emozione del momento di emergenza senza valutare attentamente le conseguenze. Manca un disegno organico di riforma istituzionale e si va ad incidere su una architettura costituzionale delle autonomie locali senza rivederne l’assetto complessivo. La ridistribuzione delle funzioni oggi svolte dalla Provincia su area vasta rischia di avere ripercussioni negative sia sulle Regioni, sia sui Comuni. Ed a patirne le conseguenze – aggiunge Pettinari – saranno proprio i cittadini, veri depositari dei bisogni e delle esigenze, i quali si trovano per di più espropriati e mortificati delle loro volontà espresse democraticamente con il voto popolare”.
Secondi i dati diffusi dall’Upi, attualmente le Province rappresentano appena l’1,5% della spesa pubblica complessiva: le 107 province italiane incidono, infatti, per 12 miliardi di euro a fronte dei 170 delle Regioni e dei 182 miliardi dell’Amministrazione centrale. Già il Governo precedente era intervenuto sul numero degli amministratori delle Province ed a regime il numero complessivo degli assessori è già destinato a ridursi ad appena 395, con 1.272 consiglieri in tutta Italia. La preoccupazione è che la decisione del Governo, motivata da una riduzione dei costi, per altro limitati, rischi di far naufragare, con grande danno per le popolazioni locali, un sistema democratico di scelte e di programmazione territoriale costruito in più di mezzo secolo.
“Le Province, enti democraticamente eletti dai cittadini, oggi sono legittimamente competenti a compiere scelte ed interventi – ricorda Pettinari – in materia di mobilità, viabilità, trasporti, tutela ambientale, gestione del territorio, servizi scolastici, formazione professionale, servizi per il mercato del lavoro, promozione turistica e culturale, servizi sociali e sviluppo socio-economico nel suo complesso. Si tratta di funzioni che richiedono scelte condivise su area vasta. Chi sarà in grado di assicurare queste funzioni? Da un lato gran parte dei Comuni difficilmente riuscirebbero a sopportarne il peso e dall’altro le Regione risulteranno troppo lontane e distaccate dalle necessità della gente. Si viene a rompere quel concetto di sussidiarietà alla base del sistema amministrativo. Nello stesso tempo – sottolinea ancora il presidente Pettinari – si continua a mantenere in vita enti strumentali intermedi, quali i Consorzi di bonifica e gli Ambiti territoriali, che molto spesso oltre a disperdere risorse fanno scelte in contrasto con quelle democraticamente compiute da enti di rappresentanza popolare, quali sono i Comuni e le Province. Se il Governo avesse voluto dare un segnale forte e concreto di riduzione dei costi della politica, in grado di incidere anche nell’efficienza dei servizi ai cittadini, avrebbe dovuto eliminare proprio tali enti strumentali che nel loro complesso contano circa 75mila consiglieri d’amministrazione. In questo modo ci sarebbe una riduzione di quei costi della politica che oggi pesano sul costo dei servizi. Il segnale sarebbe molto più forte e concreto”.
Il presidente Pettinari ha espresso l’auspicio che il Governo possa riflettere sulle conseguenze di uno stillicidio delle funzioni delle Province e che questi aspetti possano essere serenamente affrontati nel dibattito parlamentare.
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non capisco cosa si aspetti…
Questo la inconscia zagaglia barbara
prostrò, spegnendo li occhi di fulgida
vita sorrisi da i fantasmi
fluttuanti ne l’azzurro immenso.
(G. Carducci, Per la morte di Napoleone Eugenio)
La manovra avrà pure mille difetti, non certo quello di eliminare un ente inutile come la Provincia, covo di politicanti parassiti.
Pettinari dovrebbe leggere bene le disposizioni perchè altrimenti dice cose inesatte e non fa una bella figura…..
“Le giunte provinciali sono abolite. I consigli provinciali avranno un massimo di 10 componenti – oggi sono 45 – eletti dai consigli elettivi, comunali e regionali. Tutte le cariche delle giunte provinciali decadranno il 30 novembre 2012, i dipendenti delle province saranno trasferiti in regioni e comuni. Le nuove province avranno solo funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale”. Monti ha spiegato che non potendo abolire le province per legge ordinaria, questo era il segnale più forte che il governo potesse dare in questa direzione. Il risparmio previsto è oltre 500 milioni di euro.
Si stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previsti nelle Costituzione, che si considerano a titolo onorifico: si parla dei gettoni di presenza per consigli e giunte circoscrizionali, ma la norma potrebbe interessare anche organismi come le comunità montane o le autorità di bacino”
Ho paura che un eventuale risparmio di 500 milioni di euro, pur essendo un inizio, sia sono la punta dell’iceberg di quel che si dovrebbe risparmiare per far risalire il nostro Paese dal baratro in cui si trova….
L’importante e’ che i servizi ai cittadini non peggiorino a dismisura, in nome di quel “risparmio necessario” del quale tutti si vanno riempiendo la bocca…..
Ivi Letizia, bel nome italico
che omai sventura suona ne i secoli,
fu sposa, fu madre felice,
ahi troppo breve stagione! ed ivi,
lanciata a i troni l’ultima folgore,
date concordi leggi tra i popoli,
dovevi, o consol, ritrarti
fra il mare e Dio cui tu credevi.
(G. Carducci, Per la morte di Napoleone Eugenio)
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all’urna un cantico
che forse non morrà.
(A. Manzoni, Il cinque maggio o dicembre)
Onore al merito! L’UDC e il Presidente Pettinari si sono sempre battuti per l’eliminazione delle Provincie. Coerentemente andrà a Roma per sostenere ora la bontà della scelta del governo Monti. Oppure farà un’altra rotatoria?
Veramente alle ultime elezioni per la Provincia di Macerata una MINORANZA ha eletto Presidente e Consiglieri e pertanto chi governa lo fa SOLO con il consenso del 25% circa della popolazione… Un pò pochino mi pare per governare.
sarà mica che pettinari non porti proprio bene alle province?
prima vince le elezioni come vice-capponi, e dopo nemmeno un anno la provincia di macerata viene commissariata.
poi vince le elezioni come presidente, e dopo nemmeno un anno le province vengono di fatto cancellate.
secondo me è colpa di quel maglioncino viola che pettinari indossa sempre: si sa che in teatro il viola non si porta … e se non è un teatrino della politica la nostra amministrazione provinciale …!
Ultima versione del D.L. Monti:
ADDIO ALLE PROVINCE, E RELATIVI AMMINISTRATORI, DAL 30 APRILE 2012 !!!!
D.L. Monti – Art. 23
Riduzione dei costi di funzionamento di CNEL, Autorità indipendenti e Province
14. Spettano alla Provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo politico e di coordinamento delle
attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le
rispettive competenze.
15. Sono organi di governo della Provincia il Consiglio provinciale ed il Presidente della Provincia.
Tali organi durano in carica cinque anni.
16. Il Consiglio provinciale è composto da non più di dieci componenti eletti dagli organi elettivi
dei Comuni ricadenti nel territorio della Provincia. Le modalità di elezione sono stabilite dalla
Regione entro il 30 aprile 2012. Decorso tale termine e fino alla data di entrata in vigore delle leggi
regionali, si provvede in via sostitutiva, ai sensi dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131,
con legge dello Stato.
17. Il Presidente della Provincia è eletto dal Consiglio provinciale tra i suoi componenti.
18. Fatte salve le funzioni di cui al comma 14, le Regioni, con propria legge, provvedono a
trasferire ai Comuni. entro il 30 aprile 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle
Province, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla
base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In caso di mancato trasferimento
delle funzioni da parte delle Regioni entro il 30 aprile 2012, si provvede in via sostitutiva, ai sensi
dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, con legge dello Stato.
19. Le leggi statali o regionali di cui al comma 16, provvedono altresì al trasferimento delle risorse
umane, finanziarie e strumentali per l’esercizio delle funzioni trasferite, assicurando nell’ambito
delle medesime risorse il necessario supporto di segreteria per l’operatività degli organi della
provincia.
20. Gli organi in carica delle Province decadono al momento dell’entrata in vigore delle leggi statali
o regionali di trasferimento delle funzioni.
guardi che è il suo partito che sostiene Monti…