La monumentale chiesa di San Filippo, a Macerata, torna a mostrarsi nella sua totale bellezza architettonica. Da qualche giorno sono iniziate le operazioni di smontaggio dell’armatura esterna che per anni l’ha “ingabbiata” e le due torri gemelle che delimitano la parte alta della facciata, con i loro due “cupolini a bulbo”, possono essere già ammirate a conclusione del lungo lavoro di restauro.
Gravemente danneggiata dal terremoto del 1997, la Chiesa di San Filippo è stata chiusa per tutti questi anni ed ora, ultimati i lavori di recupero appaltati dalla Diocesi per circa un milione e mezzo di euro, con i Fondi FAS delle Regione Marche, potrà presto riprendere la sua funzione di culto, ma anche il suo ruolo di bene artistico e monumentale di rilevante valore turistico per la città e per il territorio.
Per una dignitosa riapertura della chiesa è necessario però intervenire anche con alcuni lavori all’interno, che non sono finanziabili con i fondi della legge per il “post-terremoto” . Per accelerare la completa restituzione della Chiesa alla cittadinanza, la Provincia di Macerata intende farsi carico del progetto di restauro degli stucchi e delle opere d’arte che abbelliscono il presbiterio e le quattro cappelle laterali.
La Giunta provinciale, su proposta dal presidente Antonio Pettinari, ha deciso di destinare a tale intervento una piccola quota (il 6%) del fondo derivante dell’avanzo di amministrazione del 2010 la cui destinazione complessiva sarà discussa domani pomeriggio in Consiglio provinciale in sede di assestamento del bilancio. Il riparto del fondo, di circa un milione di euro, prevede per il restauro pittorico della chiesa di San Filippo uno stanziamento di 60 mila euro.

Un disegno dell’intero complesso di San Filippo in cui si vede chiaramente il convento retrostante la chiesa, attualmente Palazzo della Provincia
“La decisione – spiega il presidente Antonio Pettinari – è maturata da una serie di considerazioni di carattere artistico, culturale, turistico ed anche storico; quest’ultime legate anche ad un rapporto di ‘buon vicinato’. Va ricordato, infatti, chela Chiesadi San Filippo, ultimata nel 1730, e l’attuale palazzo della Provincia fanno parte di un unico complesso edilizio che l’architetto Giovanbattista Contini progettò tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo per essere eretto tra la strada Nuova (l’attuale Corso della Repubblica) e quella che già era via Santa Maria della Porta”. Quella che oggi è la sede dell’Amministrazione provinciale fu infatti la ‘casa’ dei religiosi della Congregazione di San Filippo Neri e l’attuale Sala del Consiglio provinciale fu dal 1716 fino alla requisizione del 1860 da parte del Regno d’Italia l’Oratorio dove i padri filippini cantavano le ‘laudi’ in musica”.
La chiesa di San Filippo rappresenta uno degli episodi più rilevanti delle vicende urbanistiche nelle Marche. Per questo motivo, ma soprattutto per la sua forte portata innovativa nell’architettura tradizionale del tempo, è oggi citata in tutte le principali guide turistiche. “In questi lunghi anni in cui è stata chiusa – ricorda Pettinari – si è ripetuta quasi quotidianamente la delusione di tanti turisti che con la guida in mano sono stati costretti a fermarsi in fondo al corso cittadino. All’inizio limitandosi ad ammirare la
caratteristica facciata e negli ultimi tempi non potendo vedere neanche questa. Con il nostro intervento intendiamo contribuire a restituire alla città ed al territorio un bene artistico e culturale di forte valenza turistica, oltre che religiosa”.
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Tra le opere d’arte che ornano l’interno della Chiesa e che saranno oggetto del restauro cofinanziato dalla Provincia figurano una tela raffigurante “Natività della Vergine” di Girolamo Donnini, una “Madonna con Bambino e i Santi Giuseppe e Antonio “ di Marco Benefial datata 1775, dipinti raffiguranti “San Francesco stimmatizzato” e “Annunciazione” nel presbiterio, una “Crocifissione”commissiona dal marchese Ricci nel 1737 ed una pala d’altare di Francesco Mancini raffigurante “Madonna col Bambino e S.Filippo in gloria”.
Al palazzo della Provincia ed al complesso edilizio progettato dal Contini, nel 1994 furono dedicati dall’Amministrazione provinciale una mostra cartografica ed un libro scritto dal prof. Evio Hermas Ercoli.
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All’apertura, dobbiamo fare un grande raduno di tutti i maceratesi. Un grazie all’ex Sindaco Giorgio Meschini, a Monsignor Claudio Giuliodori Vescovo di Macerata, a Giammario Spacca Presidente Regione Marche,al Consiglio della Provincia di Macerata guidato da Antonio Pettinari. Il centro storico di Macerata, sta ritornando piano piano ai suoi splendori. Dopo il terremoto, non esisteva la pratica per il recupero della Chiesa di San Filippo, ai vecchi frati titolari della Confraternita delle Sacre Stimmate di S.Frabcesco, sfuggi l’opportunità della L.R. 43/98. Non è stato facile ricomporre l’impiego delle economie relative a tale legge. La Chiesa di San Filippo, di indubbio valore artistico, è uno dei pochi magnifici esempi barocchi nel nostro territorio, danneggiata irrimediabilmente a seguito del terremoto del 1997. Il recupero per tutti noi maceratesi è una vera vittoria per la difesa del patrimonio artistico. Ivano Tacconi c.g. Udc Comune di Macerata
No…ma perche’? Teniamola così per altri 10 anni ! Io non me la ricordavo neanche piu’…
Vorrei avere più precise informazioni del libro scritto dal prof. Evio Hermas Ercoli sul palazzo della Provincia ed il complesso edilizio progettato dal Contini.
Mi sfugge.
Grazie
era ora …. il centro storico è in completo degrado
@ Ivano Tacconi
Credo che la legge a cui tu fai riferimento dovrebbe essere la 61/98;
“I vecchi frati” sono i Padri Passionisti!
@ Sisetto
E. H. ERCOLI, “Gianbattista Contini e l’oratorio filippino di Macerata”, Provincia di Macerata (Terra delle armonie, 1993,
In molti chiedono che la Chiesa paghi l’ICI sugli immobili, come fanno tutti gli italiani, invece cosa succede?
invece di dare i soldi agli italiani la chiesa li riceve dagli italiani
Si Arch. Gabor “i vecchi frati” sono I Padri Passionisti. Ne erano rimasti in due o tre molto anziani. Di leggi ne sono due una: 43/98 e l’altra che riguarda sempre il finanziamento perduto dell’art. 8 della legge 61/98. Su C.M. scrivo sempre di fretta a causa del mio lavoro e sempre con il timore di non soddisfare gli anonimi. Per un autodidatta come me è pure troppo non ti pare? Seguo sempre con interesse il tuo sapere sull’architettura dimenticara.
Caro Ivano,
niente di personale nei tuoi confronti. Tuttavia non dovresti ringraziare quelle teste d’uovo locali e regionali che hanno preferito mettere oltre quattro milioni di euro del terremoto sotto la neviera di piazza Vittorio Veneto. Comunque ritengo che una delle cose più interessanti della Chiesa di San Filippo sia la sagrestia in noce. Ed ecco la domanda: “Sai dirmi quando aprirà e con che cosa l’ex sala contrattazioni della premiata Camera di Commercio?
Se servono i denari si potrebbero (meglio) utilizzare i fondi destinati per l’inutile e vanagloriosa statua che la curia, a tutti i “costi” (non loro, ovviamente), voleva per Matteo Ricci
La chiesa di San Filippo, come tutte le altre del resto, è di proprietà della Chiesa, quindi non capisco perchè per le opere di ristrutturazione i soldi non siano della Chiesa e BASTA! Però, visto l’importa ed il valoro artistico che sicuramente porta vantaggi anche la città stessa e di conseguenza ai cittadini, posso capire una “partecipazione” degli enti. Però la domanda mi sorge spontanea. Una volta ultimati i lavori, ci sarà qualche prete, frate, suora a tenerla aperta questa chiesa? Fino all’età di 11 anni, ho abitato in centro storico (ci stavo benissimo!) e mi ricordo perfettamente sia la chiesa di San Filippo (chi ha memoria del frate sordo che si ostinava a fare le confessioni?) che la chiesa di San Giovanni aperte quassi tutto il giorno, anche quando non c’era messa, l’accesso era libero a chiunque, una preghiera? Un attimo di raccoglimento? Una visita turistica? Perchè no! Anche noi bambini se volevamo potevamo stare in chiesa a conversare con il nostro parroco in qualsiasi giorno a qualsiasi ora (Don Enea mi mandava sempre a prendere il vino alla cantina lungo le scalette). Il parroco della parrocchia dove abito ora lascia le chiavi della chiesa a qualcuno per farsi chiudere le porte perchè lui deve farsi i giretti suoi! Al nostro caro Vescovo di lamentele ne sono arrivate tante, ma forse è diventato sordo anche lui come quel vecchio fraticello delle confessioni, che però di “passione” ce ne metteva davvero tanta! Mi piacerebbe che per una volta fosse qualcuno del clero a rispondere, ma magari le strade per arrivare al Signore sono altre e lastricate di denaro, la mia, quella insegnatami dal caro Don Enea è sicuramente la più buia, ma probabilmente la più sicura.
Non capisco tutta questa alzata di scudi contro i soldi spesi per la messa in sicurezza della Chiesa di San Filippo. Tutte le Chiese della Provincia danneggiate dal terremoto sono state aggiustate con i soldi statali per quanto ruguarda le oper strutturali, la Curia è intervenuta per ripristinare opere di rifinitura.
Pur essendo di proprietà della Chiesa sono monumenti utilizzati da tutti e sono decoro di ogni città e meta di turismo.
Credo che in questo atteggiamento vi sia dietro un pò di demagogia.
Per quanto riguarda lo spinoso problema dell’ICI dobbiamo ricordare sempre che esiste un concordato e non so cosa prevede nel capitolo tasse.
Vorrei sommessamente segnalare ai Guelfi di CM che dal 1866 la confraternita delle Stimmate è proprietaria della chiesa di San Filippo. Cfr. M. COMPAGNUCCI, “Le conseguenze urbanistiche delle soppressioni civili degli ordini religiosi attuate nella Provincia di Macerata nel corso del XIX secolo”, Quodlibet, Capodarco di Fermo, 2002.
Una domanda da ignorante. Le sedi della CGIL pagano l’ICI? Aspetto la risposta da qualcuno più informato di me.
Non vorrei ripetermi o fare polemica, ma anche questa mattina, giorno di mercato, dove si presume di gente in centro ne giri di più, la chiesa di San Giovanni era CHIUSA. Qualcuno sa dirmi dove sono tutti i preti e che fanno? E non provate a dire che ce ne sono pochi!
le sedi della CGIL pagano l’ICI?…
se sono così furbi da espletare la loro funzione sociale dentro ad una chiesa no, non la pagano..