di Maria Stefania Gelsomini
Il melodramma approda sulle favolose sponde dell’Oman, sultanato che si stende nel sud-est della penisola arabica tra Arabia Saudita, Yemen ed Emirati Arabi. E già questa è una notizia. Ma la bella notizia è che nel team tutto italiano ingaggiato dal Sultano Qaboos Bin Said per mettere in scena la Turandot di Giacomo Puccini ci sarà anche una maceratese. “Potenza della lirica, dove ogni dramma è un falso” cantava Lucio Dalla in Caruso. Potenza di persone che lavorano con passione, entusiasmo e serietà. È quanto meno confortante scoprire che Macerata, i professionisti della lirica, non li importa soltanto ma in qualche raro caso li esporta anche. E il caso è quello di Barbara Staffolani, maceratese doc, regista e coreografa che, oltre ad affiancare illustri registi nei teatri di tutt’Italia, da ben dodici anni lavora nell’ufficio regia dell’Arena di Verona e sabato partirà per l’Oman.
L’occasione è davvero speciale: l’inaugurazione della Royal Opera House della capitale Muscat. Un’operazione fortemente voluta dal Sultano in persona, appassionato melomane, che ha istituito il teatro lirico con un apposito Decreto Reale, ci ha messo a capo una donna, la signora Iman Hindawi nominandola Direttrice Generale, e ha chiamato l’intero staff del teatro lirico scaligero per l’apertura. Un edificio imponente e lussuoso, capace di ospitare 1.100 spettatori e ideato per gli spettacoli lirici ma anche per la prosa e i concerti musicali. Insomma un laboratorio aperto alla creatività e agli scambi, un progetto unico in quell’area, che testimonia un significativo segno di apertura e la volontà di sviluppo culturale dell’Oman attraverso la stretta collaborazione e il legame crescente con l’Italia.
Maestra Staffolani, cosa farete in Oman?
Porteremo in scena la Turandot di Giacomo Puccini, in una nuova produzione firmata da Franco Zeffirelli e con Placido Domingo sul podio in qualità di direttore d’orchestra. La prima è prevista per il 12 ottobre, seguiranno altre due recite il 14 e il 15.
Un cast di livello mondiale, in una zona del mondo sinora fuori dal circuito lirico ma che dimostra di voler entrare a farne parte dalla porta principale, sarà una grande emozione per voi tutti…
Sì assolutamente, ci aspettano venti giorni pieni di emozione ma anche di responsabilità: infatti è importante mettere in evidenza che, accanto ai grandi nomi, contribuiranno all’allestimento tutte le persone che lavorano in Arena, praticamente ci trasferiamo in blocco, dal coro, all’orchestra, al corpo di ballo, a tutti i tecnici!
Barbara Staffolani non nasconde la soddisfazione per questa nuova avventura professionale. Sembrano lontani gli esordi qui a Macerata, dove dagli inizi degli anni Novanta ha messo in scena prima al Teatro della Filarmonica e poi al Teatro Lauro Rossi tantissimi spettacoli scritti, diretti e coreografati da lei, che hanno costituito un prezioso bagaglio di esperienza, una palestra formativa fondamentale per la futura carriera. Un incarico come coreografa proprio allo Sferisterio nell’Elisir d’amore del 1994, confermato con il Nabucco del 1997 (ripreso con grande successo nel Festival di Avanches in Svizzera), ha aperto a Barbara la strada per Verona, dove in questi ultimi anni ha avuto la fortuna di collaborare con i più grandi registi d’opera, da Zeffirelli appunto a Hugo de Ana, da Giuliano Montaldo a Yuri Alexandrov, fino a Graham Vick, tutti autentici mostri sacri del palcoscenico lirico mondiale.
Regista (so che ha firmato anche una sua regia di Boheme a Mantova qualche anno fa), coreografa, lei porta alto il nome della nostra città in Italia e ora anche all’estero, c’è di che essere orgogliosi. Purtroppo però, come spesso accade, nemo propheta in patria, ha dovuto trovare altrove spazi e riconoscimenti:
Ma no nessun rimpianto, è comunque una bella soddisfazione, anche se contribuire alla crescita culturale della propria città lo sarebbe altrettanto. E poi sono convinta che queste siano le nuove frontiere per la cultura e per la lirica in particolare. La Cina, il Giappone, i paesi arabi, sono questi i nuovi ricchi, assetati di cultura e gli unici capaci di grandi investimenti economici. Sarebbe auspicabile che in Italia si cominciasse ad allestire spettacoli (perché lo sappiamo fare e molto bene) da esportare all’estero: dobbiamo appaltare il nostro made in Italy lirico esattamente al pari della moda. L’estero dovrebbe diventare il motore che spinge la ripresa anche in questo campo: lavorare per questi nuovi paesi ci permetterebbe di trovare le risorse da reinvestire poi in Italia per sostenere e risollevare anche i nostri teatri e le nostre produzioni.
Una posizione molto interessante, ma se si parla di mancanza di fondi arriva la nota dolente: lo Sferisterio. Da maceratese e da addetta ai lavori, come vede la situazione?
Mi dispiace che un festival che un tempo è stato così prestigioso come quello dello Sferisterio adesso si sia così tanto ridimensionato d’importanza, e ovviamente mi farebbe tanto piacere che ritornasse in auge com’era tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Ci vorrebbero più spettacoli numericamente e qualitativamente allettanti, sia per un pubblico di melomani che per un pubblico più vasto. La tendenza negli ultimi anni è stata quella si svuotare, di destrutturate il festival, affidandolo a gente che non appartiene al territorio. Inoltre, a livello nazionale, c’è la mancanza di ricambio generazionale: non c’è spazio per i giovani registi. Anche Macerata avrebbe bisogno di “ringiovanirsi” e di “rinnovarsi” soprattutto dal punto di vista registico: se ci sono tre produzioni in cartellone, almeno una si potrebbe affidare a un giovane, o no?
Siamo quasi ad ottobre e ancora non si conosce il prossimo Direttore artistico. Chi vedrebbe alla guida, riusciamo a strapparle un nome?
Ho seguito il dibattito di questa estate, le proposte, le polemiche, le autocandidature. A parte Claudio Orazi, che ovviamente conosco essendo maceratese e avendolo avuto come Soprintendente a Verona, il quale però si è tirato fuori dai giochi, fra i vari nomi che sono stati fatti per l’eventuale successione a Pizzi conosco molto bene Renzo Giacchieri, col quale ho un rapporto di lavoro di lunga data, avendolo vissuto sia come regista a Macerata che come Soprintendente a Verona e lo stimo molto. Gli altri non li conosco così bene e dunque non mi sento di esprimere un giudizio. Quello che è auspicabile è che ci sia una persona che faccia l’interesse del teatro e della città. Lo Sferisterio dovrebbe essere visto come una risorsa dalla classe politica e da tutta la città, invece ora come ora è visto addirittura come un problema e così non va. Bisogna cambiare ottica, dal punto di vista artistico, imprenditoriale e di marketing. E per fare questo appunto bisogna crederci fortemente, e affidarsi a gente che ci crede realmente.
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brava Barbara Staffolani! complimenti!!
Apprezziamo la qualità della musica classica e lirica soltanto quando ce la ricordano gli sceicchi arabi?
Ben venga il successo di Barbara Staffolani! Forse aiuterà i Maceratesi (e non solo loro) a guardare meno grandi fratelli e isole dei famosi per scoprire quale gioia, quale piacere, quale stato di grazia sanno offrire la vera arte e la vera cultura.
Macerata gode di una prerogativa unica al mondo: non crede in sè stessa e nemmeno nei suoi figli, di conseguenza. Per cui ha preferito sempre essere ” sedotta e abbandonata” dai forestieri, tra l’altro incapaci, piuttosto che riconoscere meriti, spazi e lodi ai suoi cittadini che invece le dimostrano fedeltà e amore.
Si preferisce un Giacchieri (ma non si doveva lasciar spazio ai giovani?) ai professionisti che abbiamo in casa, che sono gli unici che potrebbero tirarci fuori dall’angolo in cui siamo in questo momento. Di che morte morirà questo Teatro meraviglioso e unico che ha rappresentato , nel corso degli anni e nel panorama variegato giustamente, la risposta intellettuale e chic all’Arena di Verona, vista più come un passaggio obbligato per i turisti che vera icona dell’opera all’aperto.
complimenti !!!
Barbara è una grande professionista che ha ottenuto grandi successi grazie ad impegno e caparbietà, senza alcun appoggio politico.
Non crediate che sia poca cosa perchè oggi anche quell’ambiente è condizionato da raccomandazioni e da spinte per apparteneza politica…chiedete ad Orazi!!!