Citt@Verde lancia una petizione
per salvare la centrale idroelettrica di Santa Maria Apparente

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centrale-enel-Santa-maria-apparenteDa Maria Grazia Pierluca (Citt@Verde Civitanova) riceviamo:

Il nostro territorio è entrato nel mirino dell’ecobussines. Ben tre Centrali a Biomasse sono state proposte. Una di queste in zona Filippantò: grazie  alle nostre osservazioni  la  sua marcia  da trionfale è diventata lenta e si avvia ad essere sottoposta  al  vaglio della Valutazione di Impatto Ambientale. La seconda in via Terracini è stata azzerata sul nascere  con il no  alla DIA e la terza in Zona Granaglie è stata sospesa in  Regione . Delle tre Centrali citate almeno due a nostro avviso,viste  “le carte” sono in una sorta di letargo  amministrativo. Motivo questo che ci induce ad  non abbassare la guardia. Si tratta di Centrali a Biomasse non collegate ad impianti produttivi, prive di  completa cogenerazione e con gravi limiti per quanto riguarda l’impatto  ambientale e sociale. La delibera adottata dal consiglio comunale civitanovese mutuata da quello di Montecosaro che impegna le istituzioni nell’esame dei progetti alla Prevenzione, Concertazione e Partecipazione seppur importante da sola  non basta. Occorre che il Comune   anche su questi aspetti diventi una “casa di vetro” un luogo attivo dell’impegno ambientale e capace di uscire da una visione “ordinaria” e burocratica dell’organizzazione  tecnica del Comune.

Il  problema  Energia è l’attualità e il futuro  e a questo occorre che si faccia fronte non con una indistinta o omnicomprensiva attenzione burocratica e tecnica ma attrezzando gli uffici con risorse e uomini specializzandone la funzione in tema di energie rinnovabili. E questa è una sfida programmatica per la prossima amministrazione comunale. Una necessità se non si vuole che  anche il Peac (piano energetico ambientale comunale) non sia  un vademecum  di buone intenzioni. Noi  abbiamo la fortuna in tema di energie rinnovabili  di aprire una seria  riflessione con l’altra faccia di “energia pulita “ che si produce a  Santa Maria Apparente. L’occasione ce la dà, se raffontiamo  quanto finora accaduto e quanto  previsto  per  Centrali a Biomasse la Centrale Idroelettrica dell’ENEL  sul Vallato del Chienti in via del Torrione. E’ sbalorditivo, ed è una lampante contraddizione, come proprio a pochi metri da questo “vecchio” ma produttivo gioiello ecologico dell’ENEL-TERNA (area Granaglie) si vorrebbe far sorgere Centrali a Biomasse per la produzione elettrica non solo in un contesto critico più generale ma che di rinnovabile non hanno nulla e di sicuro certo per l’ambiente  ancor meno. Questa piccola Centrale  Idroelettrica sul Chienti non è la sola. Quella di Tolentino docet. Che fare? Il problema energia da fonti rinnovabili è complesso. I NO quando nulla è chiaro e sicuro  sono necessari ma ci sono anche SI motivati. Occorre  “salvare” e potenziare  la nostra Centrale Idroelettrica di S.M. Apparente. Salvare quel testimone  di ecologia che produce  “energia pulita” non è retorica. L’esempio è ripetibile. Quella Centrale è  anche un esempio di  forte, di grande valore ambientale e ci è utile  per non dimenticare che il Chienti oltre che risorsa ambientale  è un possibile motore energetico pulito a portata di mano. Non lo dobbiamo dimenticare e non lo devono dimenticare la Regione, la Provincia e i Comuni, perché  se Tremonti ci taglia i fondi per le energie rinnovabili  non ci taglierà mai la buona ecologia tanto più se legata alla produzione di energia. Per questo  stiamo lanciando una petizione popolare per salvare la nostra Centrale Idroelettrica per farla essere viva assegnandogli  anche un ruolo di informazione didattica  sulle fonti energetiche alternative verso il quale  Provincia e Comune debbono diventare promotori.



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