Hanno preso il via questa mattina, nella sala consiliare del Comune i lavori dei sei tavoli tematici che, nell’ambito degli Stati generali della città avviati il 2 aprile scorso, produrranno proposte progettuali inerenti al settore culturale.
Sono più di cento le adesioni giunte all’assessorato alla Cultura del Comune da parte di enti, associazioni e organismi per partecipare ai tavoli tecnici che come noto sono suddivisi in sei aree di intervento. Per ciascun tavolo è stato già designato un coordinatore che farà un lavoro di raccordo e poi di sintesi finalizzata alla produzione di un progetto unico per la città. In particolare Pierfrancesco Gianangeli coordinerà i lavori nel settore del Teatro, Manuel Orazi in quello del Mondo dei libri, Luciano Messi in quello della Musica, Roberto Perna seguirà i lavori dei Beni museali, Irene Manzi il Turismo culturale e Mauro Evangelista le Arti visive.
Tra gli Enti partecipanti, l’Università di Macerata ha designato un proprio rappresentante per ciascun tavolo di lavoro confermando di credere nell’iniziativa e dimostrando la disponibilità, già espressa dal rettore Luigi Lacchè durante il primo incontro di presentazione degli Stati generali, a costruire insieme a tutto il territorio un vero e proprio distretto culturale.
Si ricorda che è possibile partecipare al dibattito anche attraverso il blog (http://statigeneralimacerata.bolgspot.com) dove vengono pubblicati gli interventi e le riflessioni che accompagnano il lavoro dei tavoli tematici
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…..In particolare Pierfrancesco Gianangeli coordinerà i lavori nel settore del Teatro, Manuel Orazi in quello del Mondo dei libri, Luciano Messi in quello della Musica, Roberto Perna seguirà i lavori dei Beni museali, Irene Manzi il Turismo culturale e Mauro Evangelista le Arti visive….
Dai alcuni nomi più che stati generali mi sembrano stati caporali…
Ancora dubbi su chi siano i gestori della cultura in citta’?
Credo che iniziative del genere vadano appoggiate senza ma e senza e. Se dovessero dimistrarsi delle bufale sarebbe giusto criticarle, ma dopo ma non a priori.
Ma quali stati generali della cultura dentro le vecchie casematte di memoria gramsciana!
Seguirò i lavori via blog e con vivo interesse, ma senza minimo coinvolgimento emotivo.
Per adesso, dico quello che penso di questa trovata strategico-rivoluzionaria. Penso, che si facciano grossi con la scusa della partecipazione creativa, una sorta di brainstorming collettivo, perchè non hanno farina nel proprio sacco.
Ma quello che mi sconcerta di più nel tutto, è il concetto che avranno in mente, di “sintesi delle idee”. Sarà improntato alla maggioranza, sarà un miscuglio, e quindi verranno scartate quelle proposte a cui le aquile di turno, come accade nelle tipiche conferenze di servizi, bocceranno ogni iniziativa ” troppo qualcosa” – troppo innovativa, troppo laboriosa, troppo contro ecc.ecc. – oppure ci sarà un’improvvisa accecante illuminazione da chi dipende l’onere della selezione, che non ho capito chi sia questo coordinatore peraltro: è dell’entourage politico di chi governa o un soggetto ” altro” ?
Ma siamo seri. Non è questo il modo di procedere nel proprio ruolo, per chi si piglia 2000 euro al mese, più o meno, come assessore. Io credo che più correttamente, il confronto con il resto della cittadinanza, dell’associazionsmo e delle istituzioni culturali debba avvenire tra un’idea di governo presupposta e ben chiara da parte dell’amministrazione e di ogni singolo assessore, interpellando ognuna di loro sulla disponibilità a collaborare a un determinato progetto entro un’orizzonte di politica ampia sulle varie questioni d’interesse pubblico, culturali o di altra natura.
Il distretto culturale? Una cagata pazzesca, come la corazzata Potemkin di fantozziana memoria.
@ Tamara,
non trova che una fumisteria cosi ben congeniata possa servire a riaprire qualcosa? Penso al Museo del Risorgimento, alla chiesa di s. Filippo e al Giardinetto, luogo storico senza conflitti in generale in quanto privo della mescita di assenzio
Trovo, Gabor.
Ma siamo in fase sperimentale su tutta la linea. Laboratori da ogni parte. Se fosse così facile…che gusto ci sarebbe? Se non complichi qualcosa, poi magari pensano che non lavori, non fai niente. Per ora, apriamo i tavoli, discorriamo ancora un altro pochetto. Affidiamoci alla provvidenza. Così sia.
@Tamara,
un vip nato e cresciuto nel centro storico Le ricorda che purtroppo questo è quanto passa il convento: blasoni popolari, luoghi comuni, marmellate di mele cotogne e ciliege selvatiche, definizioni indefinite, terra, entroterra, retroterra, piani, contropiani, superpiani, tavoli, conferenze, infrastrutture, giovani, lauree honoris causa a iosa, concorsi di idee, autoreferenzialità culturale ecc..
La politica deve seminare per raccogliere, non limitarsi fare la spigolatrice per accattare quà e là qualche residuo.