di Andrea Busiello
Dalla Spagna con furore, ecco a voi Juan Josè Salvador (nella foto in alto con la maglia della Lube e in quella al centro con la casacca della nazionale spagnola). Centrale di discreta potenza e buona battuta ha calcato il taraflex del Fontescodella dal 1998 al 2001 con dicreti risultati ed è lui il protagonista della sesta puntata dell’amarcord biancorosso di Cronache Maceratesi. Atleta che non era avvezzo a mettersi in mostra ma sempre disponibile in qualsiasi evenienza, lo spagnolo proveniva da Padova quando approdò a Macerata, dove tra le altre cose vinse anche una Coppa Italia in finale al Palarossini di Ancona contro la Sisley. Ma per ricordare meglio la sua figura non potevamo che chiedere informazioni al sempre gentile e disponibile Albino Massaccesi che della Lube, ormai da decenni, è una sorta di padre che vede passare sotto le sue mani decine di giovanotti ai quali ovviamente non ci si può che affezionare oltre il lato squisitamente tecnico dell’atleta.
A primo impatto Salvador dà la sensazione di essere un ragazzo molto cortese. Lei cosa dice Massaccesi?
“Che la sensazione è quella giusta. Era un ragazzo molto discreto, disponibile e dotato anche di ottima cultura. Ricordo che era sempre molto meticoloso in tutti i particolari ed il mio ricordo di lui come giocatore qui a Macerata non può essere che estremamente positivo”.
Lo spagnolo arrivò a Macerata nel momento migliore della sua carriera se non andiamo errati…
“Si, lui era reduce da un’esperienza in quel di Padova che l’aveva fatto crescere molto e con noi giocava da centrale con Fei. Avevamo una squadra giovane al centro che però ci diede dei buoni risultati”.
Mi diceva che è rimasto in contatto con lui, giusto?
“Si, ci sentiamo ogni tanto e siamo rimasti in contatto anche perchè persone come Juan Jose è sempre piacevole risentirle e ricordarci magari di qualche momento passato insieme qui a Macerata”.
Gioca ancora lui o ha smesso?
“Gioca e si diverte. So di lui che continua a giocare in serie A1 spagnola e che sta ancora bene e continua ad essere incisivo con quella battuta che spesso e volentieri metteva in difficoltà le ricezioni avversarie”.
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