La lapide del Monumento ai Caduti in via Nazionale a Tolentino con i nomi dei Caduti di Tolentino nella Grande Guerra in cui compare il tenente Gaetano Serrani
di Alessandro Feliziani
Esattamente un secolo fa, venerdì 17 marzo 1916, nell’ospedale da campo n. 76 a San Martino sul Carso, a ridosso del fronte isontino, moriva, a seguito delle ferite riportate in un’azione bellica contro l’esercito austro-ungarico, Gaetano Serrani, giornalista di Tolentino ed uno dei centocinquanta giornalisti italiani caduti durante la Prima Guerra mondiale. Il suo nome, a lungo dimenticato, è stato “riscoperto” da Pierluigi Roesler Franz, storico e giornalista romano, autore di un’accurata ricerca dal titolo “I 150 Giornalisti Eroi della Grande Guerra e la storia della lapide che li ricorda”. Il certosino lavoro di Roesler Franz – presentato tra l’altro nel corso di un convegno promosso lo scorso anno ad Ancona dall’Ordine dei giornalisti – ha preso, infatti, le mosse proprio da una grande lapide di marmo casualmente ritrovata a Roma nel maggio 2011 nello scantinato di un complesso di proprietà dell’Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”).
Su quella lapide, che era stata collocata nel 1934 nell’atrio del Circolo della stampa di Roma e della quale per decenni si era persa ogni traccia, sono ancora impressi i nomi di 83 giornalisti Eroi di ogni parte d’Italia morti per la Patria nella 1^ Guerra Mondiale 1915-1918. Tra quei nomi compare anche Gaetano Serrani e il lavoro compiuto da Roesler Franz, il quale ha “indagato” su tutti i giornalisti caduti in guerra tra il 1915 e il 1918, ha permesso di conoscere meglio le vicende umane e professionali di questo giornalista. Serrani era nato a Tolentino il 6 novembre 1882. I suoi genitori, Pacifico e Anna Giampieri abitavano in Traversa Fondaccio, nella zona del centro storico di Tolentino compresa nel triangolo tra la basilica di San Nicola, la chiesa di Santa Maria e il tratto delle mura a sud, che guardano verso il Ponte del Diavolo. All’età di 21 anni lascia le Marche per andare a Roma dove inizia l’attività giornalistica, poi lo ritroviamo a Milano tra i soci dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e dal 1914 redattore de “Il Popolo d’Italia”, quotidiano fondato in quello stesso anno da Benito Mussolini (dopo aver dato le dimissioni dalla direzione de l’Avanti) per dare voce all’area interventista del Partito socialista italiano.
Sposatosi a Milano, Gaetano Serrani ebbe cinque figli, tutti rimasti orfani in tenera età. Arruolatosi come sottotenente del 29° Reggimento fanteria, “Brigata Pisa”, rimase al fronte meno di dieci mesi e della sua morte diede notizia il Bollettino della Federazione della Stampa. Nell’ottobre del 1916 il suo nome comparve tra quelli dei giornalisti italiani caduti quell’anno, pubblicati sulla prima pagina del settimanale “La Guerra Italiana”. I suoi resti riposano nel Sacrario militare di Redipuglia (tomba n. 34603).
A Tolentino l’unica testimonianza di Gaetano Serrani è il suo nome impresso sulla lapide posta, a ricordo dei Caduti nella Prima Guerra mondiale, al centro del Monumento alla Vittoria, eretto nel 1938 a lato di via Nazionale, proprio davanti allo stadio. Milano, invece, gli ha dedicato una via. Si trova nel quartiere Greco, a poche centinaia di metri da piazza Istria e dall’omonima fermata della nuova linea 5 della metropolitana, nel cosiddetto Villaggio dei giornalisti, una zona residenziale sorta a partire dagli anni Venti, così chiamata perché abitata da molti redattori dei giornali milanesi dell’epoca e dove oggi quasi tutte le vie sono intitolate a giornalisti, lombardi e non solo. Via Gaetano Serrani è parallela alla più nota via Lepanto, famosa per le sue case a igloo, progettate dall’architetto Mario Cavallè. Arrivando da Piazza Istria, la strada dedicata al giornalista tolentinate si trova subito dopo aver percorso la via intitolata al napoletano Eugenio Torelli Viollier, fondatore del Corriere della Sera.
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