Crisi, la situazione si aggrava per le imprese del maceratese. E’ quanto risulta da un’indagine condotta dalla Cna, effettuata dal funzionario provinciale Giuliano Rocco che indica come nel corso del 2014 il livello del fatturato delle imprese sia andato ulteriormente ridimensionandosi. A dimostrarlo il saldo negativo tra natalità e mortalità delle imprese. Se si considerano i dati a partire dal 2010, l’anno 2014 è quello in cui si è verificato il peggior saldo negativo: le cancellazioni sono state 639, circa 1.900 gli addetti che hanno perso il posto di lavoro. Di queste 199 sono artigiane. Il settore dove si registrano più imprese perse è quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca con 8.236 attività, seguito dal commercio 8.148, costruzioni 5.001, attività dei servizi di alloggio e ristorazione 1.916. In questo lungo periodo di difficoltà economica a pesare ulteriormente sulle imprese è la pressione fiscale, arrivata a livelli insopportabili, che certamente non aiuta gli imprenditori ad affrontare il futuro con stimolo e fiducia, necessari per superare la crisi. «Se con la fine del 2014 – afferma il segretario provinciale Silvano Gattari – la caduta sembra essersi arrestata, nei primi mesi del nuovo anno qualche timido segnale positivo si inizia a scorgere. A partire, ad esempio, dal dato sulla forza lavoro, che nel Maceratese segna uno +0,1% (contro il -0,8% delle Marche), cui si aggiunge quello relativo agli occupati: nel Maceratese sono passati dai 125.996 del 2013 ai 131.906 del 2014, registrando +4,7% (contro il +0,3% del dato Marche e il -0,6% nazionale). Al momento la pressione fiscale resta un aspetto fortemente penalizzante per le nostre imprese. Tuttavia, accogliamo con favore le novità previste dal Jobs Act e dalla semplificazione, a cui si devono aggiungere l’impegno delle aziende per potenziare innovazione e propensione all’export». Le imprese iscritte (attive) alla Camera di Commercio di Macerata nel 2010 erano 37.201, mentre nel 2014 sono pari a 35.234 unità: in quattro anni si registra un saldo negativo complessivo di 1.978 imprese tra natalità e mortalità, circa 6.000 persone che hanno perso l’occupazione. Sotto il profilo della distribuzione territoriale, il comune in cui si ha una maggiore presenza di imprese è Civitanova con 4.647 unità, seguita da Macerata con 4.200, Recanati 2.233, Tolentino 2.193, San Severino 1.483. In merito alla ragione sociale, si nota un aumento di 133 società di capitali, quasi tutte srl, una diminuzione di 142 società di persone, mentre si verifica una consistente cessazione di attività nelle ditte individuali, a quota 572 imprese; in diminuzione di 47 unità anche cooperative e consorzi.
L’aumento delle società di capitale è dato dal fatto che, in questi momenti di difficoltà economica, con previsioni future ancora pessime, molti imprenditori hanno trovato forme societarie più consone per salvaguardare e non compromettere il capitale costituito in anni di lavoro, quindi hanno trasformato le ditte individuali, in snc, in srl, o altre forme. Le imprese artigiane nel 2014 risultano essere 11.115, e rappresentano il 31,5% del totale, confermandosi un comparto fondamentale per l’economia provinciale. Rilevante è anche la presenza di imprese gestite da donne, che sono 8.478, pari al 24,07% del totale. Le imprese femminili sono maggiormente presenti nel settore dell’abbigliamento, servizi alle persone, estetica, parrucchieria, lavanderie ecc. Quelle cessate nel 2014 sono 523. Altro fattore che emerge dall’indagine è che le imprese nel Maceratese stanno diventando sempre più multietniche: quelle gestite da stranieri sono 3.252 (9,23%), con la comunità maggiormente rappresentativa che è quella cinese, seguita dal Marocco; da notare anche la presenza di imprenditori svizzeri, tedeschi, spagnoli, belgi, olandesi, austriaci e canadesi. Gli imprenditori italiani titolari delle imprese sono 45.864, mentre gli imprenditori stranieri titolari sono 3.252, per un totale di 49.116 imprenditori. Nel periodo 2007/2014 le persone attive (titolari) nelle imprese complessivamente hanno subito un saldo negativo di 9.834 persone. Dall’indagine scaturisce che la grande maggioranza delle imprese, cioè il 49,5%, prevede un’ulteriore diminuzione del fatturato rispetto al 2014.
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Al 99% delle aziende, il Job e le altre fantasie del governo non cambierà la vita.
I costi della politica e degli enti assistiti vari non si toccano, per cui a settembre aumenteranno ancora accise e IVA. Questo è il futuro.
NON SONO RIUSCITO A CONTENERMI
Pensano solo a salvare le banche, a fare norme per favorire le banche degli amici, addirittura la “Banca Etruria”, quella dove il papà del Ministro Boschi è socio e vice-presidente, il Ministro Boschi azionista e suo fratello dipendente. Ma che paese siamo?
Ma se l’avesse proposta Berlusconi questa porcata cosa sarebbe successo? Sono appena intervenuto in aula, con tutta la rabbia sana dei cittadini onesti che non ne possono più di questi politici indecenti che pensano a salvare banche, gruppi finanziari, politici corrotti e mai la povera gente.
Se i disoccupati, i pensionati minimi, i giovani che fuggono all’estero si chiamassero “banca” li avrebbero già salvati da un pezzo. Non molliamo, non molliamo. Non possiamo dargliela vinta. Mai.
Alessandro Di Battista
dopo aver sentito ieri su Sky una deputata del NCD che lamentava il fatto che aveva dovuto sospendere la sua carriera di radiologa per dedicarsi alla politica e quindi aveva fatto sacrifici in nome del paese e che il governo ha fatto gia’ qualcosa per contenere la spesa pubblica….non sapevo se ridere o spaccare la tv…….
Ci lamentavamo di Berlusconi che spargeva ottimismo, questi fanno peggio, tutti i giorni ci ripetono che la crisi oramai e’ alle spalle, migliaia di assunzioni gia’ fatte grazie allo Jobs Act. Purtroppo pero’ leggiamo giornalmente ditte che chiudono e lavoratori a casa senza lavoro. Forse i nostri Governanti saranno in un altro paese? Anche voi 2000 che avete perso il lavoro restate sereni, presto ne troverete un’altro.