Per i lavoratori della Best, azienda che produceva cappe a Montefano e Cerreto d’Esi, che due anni fa chiuse lo stabilimento maceratese e di recente anche quello anconetano, ricomincia l’incubo.
A dare l’allarme sono Rocco Gravina della Fim Cisl e Rossella Marinucci della Fiom Cgil che si occuparono allora della lunga vicenda e intervengono con una nota.
«A quasi due anni dalla vicenda della chiusura del sito di Montefano della Best SpA, con 55 giorni di presidio e proteste che portarono ad un accordo che prevedeva due anni di Cassa Integrazione Straordinaria prima della mobilità per gli oltre 100 dipendenti e diverse integrazioni economiche, tutto sembra di nuovo in discussione e a rischio a due mesi dalla fine del percorso di ammortizzatore sociale, facendo rivivere a tante famiglie la paura per il futuro.
L’azienda ha anticipato, come previsto dall’accordo, a tutti i lavoratori le competenze di cigs e l’integrazione salariale concordata. Ma dal dicembre 2012 ad oggi ancora il Ministero non ha firmato e pubblicato il decreto di approvazione del secondo anno. Quindi, la proprietà americana ha comunicato, con lettera raccomandata a tutti i dipendenti, la decisione unilaterale di sospensione dei pagamenti, sia dell’ anticipo di CIGS che dell’ integrazione mensile concordata, lasciando di fatto tutti i dipendenti e le loro famiglie senza alcun reddito.
Si è svolto un incontro con la direzione aziendale e Confidustria Ancona nel quale hanno ribadito l’assoluta volontà di sospendere ogni forma di pagamento fino alla firma del decreto ministeriale. Ci siamo immediatamente messi in contatto con l’assessore regionale Luchetti e direttamente con il Ministero perché venga sbloccata pratica.
Ad oggi ancora nessuna risposta e l’ansia e la paura dei lavoratori e delle lavoratrici che non venga rispettato l’intero percorso stabilito diventa insostenibile e incontrollabile.
Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro urgente con il Prefetto di Macerata che si terrà il giorno 29 ottobre alle ore 12:30, con presidio dei lavoratori in Piazza della Libertà durante l’incontro con la delegazione sindacale.
I lunghissimi tempi di emissione dei decreti ministeriali (ormai ben oltre i 6 mesi di attesa) sono ormai insostenibiliper centinaia e centinaia di lavoratori e lavoratrici nelle stesse condizioni dei dipendenti della Best SpA, quando non peggio.
Ai lavoratori che hanno usufruito dell’ accordo regionale con le Banche di anticipo della CIGS (800 euro mensili per massimo 6 mesi) viene sospesa ogni erogazione e richiesto il rientro delle somme anticipate dal sistema bancario, a cui chiediamo sostegno e comprensione.
I lavoratori che non hanno mai ricevuto neanche l’anticipo dalle aziende e non possono usufruire di accordi regionali, si ritrovano per troppi mesi senza alcun reddito e con l’incertezza dei tempi di riscossione di quanto dovuto.
Chiediamo quindi al Ministero del lavoro di velocizzare le pratiche: dietro ogni firma ritardata ci sono centinaia di famiglie senza reddito. Chiediamo al Prefetto e alle istituzioni locali di farsi carico della situazione di disagio di tante famiglie del territorio verso il Governo nazionale e gli enti erogatori.
Auspichiamo una rapida risoluzione di tutte queste vertenze, sia nel territorio maceratese, che regionale e nazionale».
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E per fortuna che questo avrebbe dovuto essere Il Governo del Fare….
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Fare cosa???
Non è che, nella correzione delle bozze, sia saltata:
– bolle di sapone
– solo chiacchiere
– niente
– schifo
– pena
Un paio di settimane fa’ in TV ho visto un servizio che parlava dell’Irlanda dove la Tassazione per le Imprese e’ al 12,50%. Se non erro qualche anno fa’ l’Irlanda era sull’orlo del fallimento ora invece va a gonfie vele, tante Societa’ hanno portato le sedi in quel paese e hanno prodotto occupazione. Perche’ in Italia non si prova a battere questa strada? Va be’ gli Italiani continueranno ad evadere ugualmente le tasse, pero’ Societa’ come la Best, Indesit, potrebbero rimanere anziche’ portare la produzione in Polonia.
sbloccare una pratica significa fare una firma e portarla su un’altra scrivania, io dico che è arrivata l’ora di imbracciare un fucile e piazzarsi sotto questi palazzi del potere e far saltare in aria tutti vedrai dopo come si sbloccano le pratiche a suon di bombe a mano
stella, purtroppo in Italia siamo legati a delle vecchie ideologie catto-comuniste per le quali il lavoro deve piovere dall’alto, meglio se poi con garanzia statale di prendere soldi per non fare nulla. una tassazione amica delle imprese come ad esempio quella di paesi come Irlanda, Inghilterra, Australia o Canada sarebbe combattuta strenuamente dai nostri politici e sindacalisti, con il corollario di moti di piazza. a parole siamo tutti per la giustizia e la meritocrazia, poi quando arriva il momento di riconoscere il merito di chi lavora e si impegna arrivano solo stangate.
poi però ci accorgiamo che sempre più ragazzi italiani di talento e buona volontà vanno all’estero per lavorare, magari nei paesi sopra menzionati e scommetto che nessuno di loro è diretto a Cuba o in Corea del Nord…