Mercoledì 30 novembre, alle ore 17, alla biblioteca comunale Mozzi-Borgetti di Macerata, ultimo appuntamento con la terza edizione di “Incontri con la storia”, l’iniziativa promossa dal Comune di Macerata, l’Istituzione Macerata Cultura Biblioteca Musei e l’Associazione Storia Contemporanea (AS). Il fortunato ciclo di incontri si concluderà con la presentazione, da parte di Matteo Soldini, del volume di Susanna Mosca “Un comunista ortodosso. L’esperienza umana e politica di Virginio Borioni”. Un pomeriggio, quindi, dedicato al ricordo di un maceratese classe 1902, eletto deputato nella prima legislatura repubblicana. Fin da ragazzo sposò la causa antifascista e per le sue idee politiche venne arrestato e condotto al confino di polizia, periodo in cui conobbe Antonio Gramsci, di cui divenne corrispondente. Dopo cinque anni di prigionia ritornò nelle Marche e partecipò alla lotta partigiana, divenendo uno dei protagonisti indiscussi della guerra di Resistenza del territorio maceratese, in particolare della frazione di Cingoli. Finita la guerra, ricoprì l’incarico di consigliere comunale e dal 1948 al 1953 contribuì in Parlamento alla ricostruzione dell’Italia post-bellica.
Un appuntamento da non perdere quindi, per conoscere più da vicino questo illustre maceratese di cui era rimasto solamente un ricordo sfocato e che ora, dopo 50 anni, riesce finalmente a ritrovare la sua collocazione nella memoria di Macerata.
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Grande personaggio, di quando i comunisti erano persone serie e rischiavano per la loro militanza politica anni e anni di prigionia, se non la vita. Per quanto ho saputo, è stato anche uno dei primi avvocati a difendere, tramite la CGIL, i diritti dei lavoratori, in anni in cui non esisteva nemmeno lo Statuto dei Lavoratori.
Quante cose sono cambiate nel frattempo!
Il 3 ottobre 1961 lo ricorda cosi l’ On. Santarelli Enzo alla Camera dei Deputati: “Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di parlare per ricordare brevemente il compagno onorevole Virginio Borioni, recentemente scomparso, che ha fatto parte di questa Camera essendo stato eletto nel 1948 per il fronte democratico popolare nella circoscrizione di Ancona. L’avvocato Borioni, nato a Macerata nel 1903 da famiglia di tradizioni repubblicane, esercitò nobilmente la professione forense . Egli fu espressione ed interprete della migliore tra – dizione intellettuale e democratica che ebbe il suo crogiuolo, in altri tempi, nell’ateneo maceratese. Giovanissimo, partecipò alla fondazione del partito comunista italiano nel 1921. Antifascista, pioniere dell’idea comunista in una terra in cui ancora nel primo dopoguerra il blocco clerico-moderato appariva appena scalfito dalla propaganda socialista, si battè con intransigenza e con costanza per i suoi principi di rinnovamento sociale, in una provincia « difficile », in anni duri ed aspri, e sempre seppe tenere alta la bandiera del nostro partito. Per la sua attività democratica, per la sua azione cospirativa meritò dalle autorità fasciste il confino e il carcere, che condivise con Antonio Gramsci. Fu quindi, per un lungo periodo, negli anni della dittatura, un « resistente », un antifascista. In seguito — nel corso della guerra di liberazione nazionale — fu partigiano e combattente, membro del comitato di liberazione della sua provincia. Per la sua rettitudine, per il suo alto senso giuridico, per il suo spirito di equilibrio, i partiti antifascisti di Macerata lo designarono poi a commissario dell’epurazione. Rivestì quindi numerose cariche di carattere amministrativo e guidò la nostra opposizione consiliare nella provincia e nel comune di Macerata . Il 18 aprile 1948, come ho detto, fu eletto alla Camera dei deputati e partecipò con continuità ed intensità alla battaglia per la riconquista, la difesa e l’ampliamento delle libertà democratiche, sia parlando più volte in questa aula, sia battendosi nelle città e nelle campagne delle sue Marche e difendendo in più parti d’Italia lavoratori e partigiani in numerosi processi . Ciò non gli impedì di esercitare la sua funzione negli organi dirigenti provinciali e regionali del partito, cui appartenne fino agli ultimi giorni . Qui alla Camera fece parte prima della Commissione interni e poi della Commissione giustizia, della Giunta per le autorizzazioni a procedere e di numerose Commissioni speciali. In aula parlò numerose volte con eloquenza e con competenza sui bilanci dell’agricoltura, dell’interno, dei trasporti e della giustizia, portando un interessante e appassionato contributo personale . Da questi banchi egli parlò contro il disegno di legge sulla difesa civile, partecipò alla lunga e vittoriosa battaglia contro la riforma della legge elettorale politica, si occupò della riforma dei patti mezzadrili e della costituzione e del funziona – mento degli organi regionali . Fu sensibile particolarmente agli interessi della sua provincia ed ai problemi di rinascita di una regione sottosviluppata come le Marche . Lo ricordiamo qui, dove ha dato forse il meglio di se stesso, e lo ricordiamo non solo a nome del gruppo comunista, ma anche a nome dei lavoratori, dei militanti, dei parlamentari marchigiani, per il contributo che ha saputo dare come uomo politico, come giurista eminente, come parlamentare alla lotta per la democrazia e il socialismo . Colpiti per la sua improvvisa scomparsa, ricordiamo le qualità umane e civili che ce lo fecero amare in vita. Noi, più giovani di lui, lo amammo e imparammo anche da lui come si servono gli ideali della democrazia e del socialismo in condizioni avverse . Di lui possiamo dire obiettivamente e in sintesi, che veramente ha vissuto lo sviluppo del movimento operaio della sua regione, movimento che ha rappresentato in Parlamento con grande dignità ed in modo esemplare.”
Virginio Borioni fu confinato ad Ustica e fu depositario di alcuni libri e lettere lasciate da Gramsci sull’isola. Durante la permanenza a Milano, Gramsci corrispose con i confinati di Ustica, tra questi Virginio Borioni: le lettere sono state raccolte in un piccolo volumetto intitolato Gramsci al confino di Ustica nelle lettere di Gramsci di Berti e di Bordiga, a cura di Vincenzo Tusa, Palermo, Istituto Gramsci Siciliano, 1987.
Per le lettere di Gramsci a Virginio Borioni il numero di pubblicazione dell’edizione Sellerio è n. 110, Milano, 7 Maggio 1928.